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Udinese Roma 1-2 - L'amore oltre i confini

Ieri sera è stata una serata tipicamente e romanticamente Romanista, breve ma intensa, insomma una serata Romanista fracica. Di Emiliano Petrone
Redazione de Il Legionario
inserita 10 giorni fa
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Prima di qualunque commento inerente al recupero di ieri, una menzione particolare va fatta a tutti quei tifosi che hanno riattraversato l’Italia soltanto per 18 minuti di partita. A freddo è facile dire che almeno se la sono goduta ma in fin dei conti quanti di noi credevano davvero di poterla vincere in così poco tempo? Soprattutto quando alcuni calciatori (due su tutti) non facevano altro che trovare scuse per perdere tempo. Perez un altro po’ e si sparava su un piede pur di buttarsi a terra (l’ho trovato molto scorretto togliersi la fasciatura dalla testa per poi far fermare di nuovo il gioco a causa della ferita aperta).
18 minuti dei quali se ne erano giocati solo una decina per i motivi appena citati e quando abbiamo visto sollevare i 4 di recupero, ci è comparso sul viso quel classico sorriso ironico di chi si sente raggirato, beffato, preso letteralmente in giro da un sistema calcistico nazionale.

Abbiamo detto: “Tanto lo sapevo che finiva così… tacciv…” è stato quello il nostro pensiero nonostante avessimo visto una Roma con una gran voglia, consapevole di tutte le difficoltà nel dover fare gol in così poco tempo contro una squadra che il punticino se lo sarebbe preso di corsa e che di sicuro arrivava più fresca all’evento. Passaggi frenetici, senza troppi ragionamenti, verticalizzazione rapida, cross, ricerca della giocata anche forzata. Tutte cose che però non stavano portando al risultato sperato.
Mettiamoci pure che Svilar, ancora una volta, ha dimostrato di essere (in questo momento), il portiere più in forma della serie A. La sua parata è pazzesca e il fatto che i compagni non vadano neanche a festeggiarlo, è la prova che ormai siano talmente convinti della sua forza, che un intervento del genere è diventato “normalità”. Questo ragazzo ha fatto fare un salto di qualità alla Roma che non potevamo neanche immaginare.

E poi?
Poi è arrivato l’ultimo minuto quando l’urlo ci è rimasto strozzato in gola sul corner dove Pellegrini, a botta sicura, si vede deviare un pallone che sarebbe andato sicuramente in porta. Avrebbe fatto gol? Non lo sappiamo ma se avessimo visto il futuro attraverso una porta spazio-temporale come quelle dei film, avremmo scelto senza dubbio l’opzione della deviazione.
Ma lo sguardo nel futuro non lo abbiamo dato e quindi abbiamo seguito Dybala mentre posizionava di nuovo il pallone nella lunetta, sicuri che quella sarebbe stata l’ultima azione, l’ultima occasione per provare a vincere una partita sul quale tutti si erano messi di traverso.
La parabola della Joya ce la siamo “goduta” a pugni così stretti che per poco non ci siamo scavati la pelle con le unghie.
Un movimento provato tante volte perché il nostro Bryan, quasi sul secondo palo, taglia in orizzontale sul primo ingannando tutti gli altri, compagni compresi.
Spizzata, diagonale, palla in fondo al sacco, estasi per noi, silenzio per il resto d’Italia.
Li abbiamo davvero azzittati tutti in un colpo solo e speriamo che da qui a fine maggio questo silenzio “degli altri” continui a crescere fino ad arrivare al mutismo vero e proprio.

Oggi non è il caso di parlare dei singoli perché si è giocato troppo poco e non sarebbe neanche giusto giudicarli su quanto visto giorni fa prima dell’interruzione perché durante una partita, una prestazione da cinque può mutare in sette anche in una manciata di minuti.
Oggi si parla del gruppo, della famiglia Roma, di una squadra che dopo il gol è esplosa di gioia con tutti i suoi interpreti. Basti vedere l’esultanza di Rui Patricio, di Bove, di Zalewski e dovrei stare qui a citarli uno per uno compreso il mister.
Quanto ci ha fatto emozionare quella corsa sfrenata? Quanto avremmo voluto correre con lui per strattonargli la giacca prima di abbracciarlo?
Ieri sera è stata una serata tipicamente e romanticamente Romanista, breve ma intensa, insomma una serata Romanista fracica. E gli altri continuano a guardarci con invidia, non te lo diranno mai ma è così. Un amore così grande, forte, viscerale, non ce l’ha nessuno.

Domenica si va la Maradona per una sfida sempre tosta, nonostante il momento difficile del Napoli.
La lega ha ben deciso di prenderci in giro anche qui, proponendoci la scelta di giocare sabato o domenica. Non ce la siamo neanche presa a male, ormai sappiamo chi siete ma di certo ce la siamo legata al dito…
Contro tutto e tutti, ancora una volta, ancora insieme.
Forza Magica Roma.

Prima di chiudere permettetemi un’ultima cosa…
Scusa amore c’ho l’amante, si chiama Bryan Cristante”.

Ad maiora

Emiliano Petrone





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