Roma VS Bayer Leverkusen - Il Pagellaio Matto
Avanziamo... di Emiliamo Petrone
Redazione de Il Legionario
inserita 11 mesi fa
381
3:00
8648 
No, non è di certo ironia quella che faccio scrivendo questa parola che ieri è stata protagonista di una Meravigliosa scenografia (come sempre). Questa parola, per me, deve essere un richiamo alla società, un monito per il futuro, un punto di partenza per il prossimo anno.
Avanziamo… Facciamo dei passi avanti importanti per crescere ancora puntando su una base di partenza comunque molto buona. Questa base la portiamo avanti ormai da tre anni e ci ha portato un trofeo, due finali e tre semifinali europee. Non è poi così da buttare via e non credo serva un cambio generazionale ma ha bisogno di essere rinforzata con intelligenza e accuratezza spendendo ciò che si ha a disposizione.
Vendere un calciatore forte? Magari quello che vale di più in questo momento? Certo che si può, l’importante è poi saper utilizzare le entrate per fare una squadra ancora più forte.
I nostri avversari di ieri sera in questi tre anni non hanno cambiato molti giocatori e speso relativamente poco sul mercato (per speso s’intende la differenza tra entrate e uscite). Ciò che hanno saputo fare è stato vendere bene e comprare decisamente meglio.
Se guardiamo oltremanica, potremmo dire che quest’anno a livello europeo il calcio inglese abbia fallito non essendo arrivato in fondo a nessuna competizione europea. Sì, c’è l’Aston Villa in Conference che ieri sera ne prende 4 dall’Olympiacos. Se guardiamo il valore delle due rose ci mettiamo paura, per non parlare di quanto hanno speso sul mercato quest’anno.
Vogliamo invece scendere al paragone tra Liverpool e Atalanta? Neanche dovremmo iniziare il discorso.
Quindi la società ROMA oggi, più di ieri, dovrebbe leggere e rileggere la parola “AVANZIAMO” e comprendere quanto sia importante avere un forte scouting dietro, un DS capace di consegnare all’allenatore giocatori da far diventare forti, pronti a esplodere prima che arrivino le altre. Sabatini su questo era un maestro, con tutti i suoi difetti caratteriali e problema reiterante d’innamorarsi troppo di questo o quel calciatore. È incredibile come i migliori suoi affari siano quasi tutti calciatori presi a pochissimi milioni (Marquinos, Alisson, Castan, Benatia, Manolas, lo stesso Paredes) mentre i peggiori siano proprio quelli dove spendeva di più (Iturbe, Ucan).
La Roma ha bisogno di questo, di un DS in grado di pescare questi calciatori poiché non possiamo inseguire il modello inglese, ammesso che sia poi quello vincente a lungo termine, cosa tutta da dimostrare.
Ieri sera abbiamo perso, lo abbiamo fatto giocando una partita buona soltanto a tratti. Di sicuro non siamo stati fortunati e questa non è una novità. Poteva andare diversamente se… se… se… e invece è andata così.
Un risultato nato da un errore clamoroso di un calciatore che da piccolo avrebbe avuto bisogno di Mister Pippo.
Ma chi era Mister Pippo?
Pippo era il mio allenatore degli esordienti, uno che se non calciavi con il piede opposto quando dovevi, prendeva il terriccio misto sassolini del campo Testaccio e te lo tirava dietro e non era l’unico allenatore a farlo. Gli urli si sentivano fino a Piazza Santa Maria Liberatrice.
Ti metteva lì, per mezz’ora a stoppare e calciare addosso al muretto che dava su Via Aldo Manuzio, “solo con il piede opposto” e guai a te se provavi a calciare con l’altro. Stop e calcio, stop e calcio… Fino a che non imparavi.
Oltretutto l’applauso durante l’uscita dal campo… Questo no, non a noi che a partita quasi finita abbiamo intonato Roma Roma Roma nonostante il risultato negativo. E chi non era allo stadio l’ha cantata da casa, se non a voce, dentro al cuore. Perché noi siamo DIVERSI da tutti gli altri. Noi andiamo oltre il risultato del campo che però è quello che conta alla fine.
Lawrence Peter Berra, detto Yogi, (giocatore di Baseball degli anni 40-60) disse: “Non è finita finché non è finita” e così come sembrava finito quel quarto di finale a casa del Barcellona, anche questa semifinale non lo è ancora. Si andrà in terra tedesca alla ricerca di un’impresa degna del nostro nome. Noi che abbiamo scritto la Storia conquistando in lungo e largo, saremo chiamati quanto meno a provarci fino all’ultima goccia di sudore che un corpo può rilasciare.
E se non si riuscirà nell’impresa pazienza, ci abbiamo provato e chi avrà dato tutto uscirà senza dubbio tra gli applausi dei suoi Tifosi, con onore e a testa alta.
Oggi preferirei tralasciare i voti ai singoli. È stata una gara difficile, condizionata da errori clamorosi che non riguardano solo i gol subiti ma anche quelli sbagliati. Perché se è vero che Karsdorp fa una cosa terribile con quel retropassaggio, Abraham e Azmoun non sono da meno con errori al quale si fa fatica a credere.
Ieri sera ho visto in difficoltà anche Svilar, probabilmente non avendo mai giocato certe gare, ha pagato qualcosa dal punto di vista emotivo ma ci può stare.
Infine, un pensiero al Mister.
Ho letto troppa gente già puntare il dito parlando di errori qui, errori lì, non doveva giocare quello, era meglio quell’altro.
Per carità, ognuno ha le sue idee ed è libero di esporle ma… Sbagliano i grandi, Guardiola, Ancelotti, Klopp (il suo Liverpool è crollato all’ultimo buttando al vento una stagione), lo stesso Mourinho sulla nostra pelle, (dimenticavo il Mago Sarri, che quest’anno è riuscito a far giocare male una squadra zeppa di campioni…) Quindi lasciamo che De Rossi, alla sua prima esperienza in assoluto, sbagli. Deve sbagliare perché questi errori gli serviranno per migliorare, capire come affrontare certe gare e soprattutto determinati momenti della stagione.
Ci auguriamo che il Mister possa vincere tutto l’immaginabile qui da noi ma per provare a farlo deve anche sbagliare.
Avanziamo quindi, facciamolo tutti insieme. Noi da parte nostra ci metteremo sempre la voce, la presenza, l’amore. Voi (inteso come società) l’impegno, la costanza e la capacità di inserire le persone giuste al posto giusto.
Stringiamo un patto allora?
Domenica arriva la Juventus. Non sarà mai una partita come le altre, lo sappiamo noi, lo sanno loro. Vincere per giocarci le carte che portano al quinto posto, vincere per tenere distanti gli altri, soprattutto quelli che alle coppe partecipano facendo da comparsa.
Ad maiora
Emiliano Petrone