Analisi tattica

Roma Monza 1-0 L'analisi tattica

Una partita giocata talmente male da far fatica a comprenderne la chiave tattica. Di Emiliano Petrone
Redazione de Il Legionario
inserita 6 mesi fa
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5:00
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Una Roma compassata, lenta, prevedibile. Sembrava una partita di fine campionato senza obiettivi da raggiungere dove si cerca solo di non fare brutta figura. Il Monza è una squadra che ti fa comunque giocare male e qualcun altro, in questo stesso stadio, poche settimane fa non era andato oltre l’1-1 con statistiche impietose per giunta. La squadra di Palladino riesce nell’intento di ingabbiare la Roma per novanta minuti e solo un guizzo nel finale cambia le sorti di un match che sembrava segnato.

Minuto 36 – Gol sfiorato

Dobbiamo aspettare ben 36 minuti per vedere una vera azione.
Belotti scarica su Bove e s’infila nello spazio libero tra i difensori.




Bove appoggia a Karsdorp che subito verticalizza per il gallo mentre Lukaku e Aouar già chiamano palla al centro.



Belotti lascia sfilare la palla in mezzo alle gambe ingannando il difensore e mette un pallone perfetto al centro dell’area.



Aouar s’inserisce anticipando il marcatore ma purtroppo spara il pallone, con tutta la porta a disposizione, addosso al portiere. È vero che l’estremo difensore fa una gran parata d’istinto, ma se Aouar l’avesse schiacciata o indirizzata di lato da quella distanza, il buon Di Gregorio l’avrebbe potuta solo raccogliere in fondo al sacco.

Minuto 87 – Palo
Dopo il vuoto cosmico, si arriva al minuto 87. Mancini serve Lukaku al centro dell’area. Il belga, come sempre, ferma e protegge il pallone cercando di capire dove girarsi per poi calciare.




Alla fine, opta per il centro dell’area ma viene agganciato dal difensore. Dalle riprese non è chiaro se l’intervento fosse da rigore o meno, sta di fatto che l’arbitro fa continuare e il pallone finisce leggermente dietro il dischetto del rigore.



Ben posizionato c’è Azmoun che scarica un tiro perfetto.



Forse troppo perfetto. Talmente perfetto che colpisce il palo e sfila dietro le spalle del portiere lungo la linea di porta.



In gola ci resta l’urlo strozzato di un gol che avevamo ormai sentito nostro. Lo stomaco si contorce. L’ombra di un pareggio (diciamocelo pure, disastroso) si fa sempre più grande e scura, molto più scura di quella che all’olimpico ricopre buona parte del campo.

Minuto 89 – Gol El Shaarawy
Neanche due minuti dopo finalmente succede quello che aspettavamo dal fischio iniziale.
Palla a Zalewski, finta e poi cross con il sinistro verso il secondo palo (e non ditemi che questo non è uno schema cercato continuamente dalla Roma).





Torre di Kristensen verso il centro dell’area dove la Roma, alla disperata ricerca del vantaggio, porta ben quattro uomini (più un quinto poco più dietro e al terzino autore della torre).




La palla arriva ad Azmoun dopo una leggera deviazione del faraone. L’iraniano non ci pensa due volte: stop e tiro senza far toccare terra al pallone. Meriterebbe quel gol (qui ci riprovo come per la doppietta di Lukaku… magari se l’è tenuto per la trasferta di Milano) che non arriva per colpa di una respinta miracolosa del difensore.



Respinta che però fa carambolare la sfera sui piedi di Stephan che fredda la difesa lombarda con un missile da distanza ravvicinata.



È il gol che vale la partita e noi che siamo diventati i fautori del dammi i tre punti e non chiedermi niente, ce lo prendiamo tutto e ringraziamo.

Brutti, sporchi ma oggi anche poco cattivi. Una prestazione da dimenticare che però ci porta in tasca punti importantissimi in un momento in cui ancora si contano le assenze (e che assenze) con due mani.
Mai schiavi del risultato” recitava uno striscione una dozzina di anni fa…
Se lo dite voi…

Ad maiora

Emiliano Petrone






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