La Sfera dei Capricci

La Sfera dei Capricci: La leggenda del Tevere

Una rubrica di Franco Costantini
Redazione de Il Legionario
inserita un anno fa
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O Capricciosa Eupalla,
del calcio Diva e Musa:
di luce rossa e gialla
Tu brilli circonfusa…




26 maggio 2022, ore 7,30: mi sveglio felice, perché ieri sera è successa una cosa fantastica. E mi scopro a fischiettare una vecchia canzone patriottica: “La leggenda del Piave”. L’ultima volta, credo, l’avevo cantata alle scuole elementari. Eppure ricordo ancora l’incipit: un settenario, un ottonario, un endecasillabo…
«Il Piave mormorava
calmo e placido, al passaggio
dei primi fanti il ventiquattro maggio»…

26 maggio, tardo pomeriggio: sto seguendo, sui social, la festa della Roma. Per le vie dell’Urbe, il pullman giallorosso procede a passo d’uomo, circondato da un oceano di tifosi. E tutti cantano. Mi ritrovo a cantare anch’io con loro (le stesse canzoni, naturalmente).
Poi, durante la cena, il mio cervello torna alle note fischiettate al mattino: e “Grazie Roma” diventa - incomprensibilmente - “Il Piave mormorava”. Ridacchio, e penso: cosa c’entra mai il Piave? Nulla!

27 maggio, ore 7. Mi sveglio con una risposta alternativa: «Beh, in qualche modo il Piave c’entra, perché è considerato “fiume sacro alla Patria”; per me l’unico “fiume sacro” è il Tevere, ma forse proprio a questo voleva portarmi l’inconscio, con i suoi bizzarri e tortuosi percorsi per analogie». Ecco: il Tevere! Qui si parrà la tua nobilitate!

27 maggio, pomeriggio. Ho deciso di scrivere una canzone: “La leggenda del Tevere” (ché il Piave va scalzato definitivamente!). Lascerò perdere settenari e ottonari: solo endecasillabi. E non farò alcuna “parafrasi” o “parodia”. Serberò solo il concetto-chiave ispiratore: il fiume sacro che mormora…


Sì! Canta, Lupo, ed alza al ciel la coppa,
ché la felicità non è mai troppa!
E il canto tuo dell’ansia sia il lavacro:
canta, che teco canta il fiume sacro!

(E mormorava il Tevere al passaggio
dei Romanisti il ventisei di maggio;
ed ogni sciabordio del fiume biondo
diceva «T’amo d’un amor profondo»).

Cantate, o Lupi, con la Coppa in alto!,
ché grande dell’impresa fu il risalto!
Cantate, festeggiando la vittoria
e le promesse di futura gloria!

(E mormorava il Tevere al passaggio
dei Romanisti il ventisei di maggio;
in ogni goccia d’acqua, e tra le schiume,
cantava ancora «T’amo» il biondo fiume).

Un fiume di tifosi sfila e canta
inneggiando alla Roma fiera e santa;
e un altro fiume sacro scorre accanto,
ripetendo sommesso il loro canto.

(E mormorava il Tevere al passaggio
dei Romanisti il ventisei di maggio;
e ancora e sempre il fiume dell’Impero
cantava «Amore!», con amore vero).

*

Roma Feyenoord 1-0

Il gol splendido di Zaniolo, la sua difesa (spesso sofferta), l’apoteosi finale. Qualcuno dice che non fu vera gloria, perché la Conference League vale poco… Non credo sia così: abbiamo affrontato squadre importanti, con palmares prestigiosi (il Leicester è un’ottima squadra proveniente da un campionato top, nel quale, pochi anni fa, conquistò il titolo; il Feyenoord può vantare, tra i suoi trofei, anche una Coppa dei Campioni).
Comunque sia: dopo oltre un decennio di “zero tituli”, torniamo a vincere una coppa internazionale. Spostando lo sguardo al di là della gioia contingente, poi, abbiamo solide certezze per gli anni a venire. Sì, perché i Friedkin hanno dimostrato con i fatti di volere IL BENE della Roma. Sottolineo: IL BENE, al singolare; qualcun altro invece (in passato) sembrava volere I BENI della Roma (ahi, che plurale insidioso e decurtativo!).

I Friedkin hanno acquisito la Roma meno di due anni fa. Mou l’ha portata a vincere al suo primo anno da allenatore. Non la percepite anche voi, questa “accelerazione” dei ritmi della gloria? Sì, essere romanisti è una gloria in sé: ma se la “gloria intrinseca” fosse condita con qualche trofeo… a me non dispiacerebbe.

A celebrare questo finale vittorioso (che nel contempo è inizio di una storia bellissima ancora da scrivere), ecco gli ultimi 6 endecasillabi della stagione:


Tre fasi per il gol “più che perfetto”:
lo stop di petto, il guizzo, lo scavetto!

(E sorrideva il Tevere a Zaniolo,
e sorrideva al giallorosso stuolo;
e il biondo fiume ancor canta il coraggio
dei nostri Lupi il venticinque maggio).

*

L’anagramma della settimana (anzi, dell’anno!)

Sì, questo è l’anagramma dell’anno. Non tanto per la sua valenza tecnica, ma per la componente emotiva di cui è permeato: AMORE. Il gioco è stato già pubblicato, poche ore dopo la finale di Conference, su vari social; sia da Ermes79, sia dal sottoscritto. Ma, in certi casi, “repetita juvant”! (Daje Roma sempre! E arrivederci ad agosto con la prossima stagione de “La Sfera dei Capricci”).

C’è la “favola-Tirana”, c’è Mourinho sempre geniale…
→ Sì, e la Roma ha vinto la prima Conference League!




Franco Costantini



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