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Roma Milan 2-1 - Il Pagellaio Matto

Il lupo perde il pelo ma non il quarto di finale… di Emiliano Petrone
Redazione de Il Legionario
inserita 13 giorni fa
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Mentalità europea. Questo è ciò che la Roma sta dimostrando di avere ormai da tre anni e non è un caso. Dico tre anni perché ciò che accadde in passato con la semifinale di Champions e anche con quella d’Europa League contro lo United, non furono la stessa cosa. Il percorso europeo dagli ottavi in poi fu condito da partite brutte, incolori e perse anche di santa ragione per poi rimontare o cercare di farlo alla disperata. Non dimentichiamoci che Bruno Peres salvò sulla riga un 3-1 in modo assurdo che avrebbe probabilmente sancito l’uscita dalla coppa prima di incontrare il Barca. Con lo United prendemmo cinque gol in quaranta cinque minuti, stessa cosa con il Liverpool. Squadre forti per carità ma la Roma spesso sbagliava approcci oppure si scioglieva all’improvviso.
Questa invece è un’altra storia per impatto, concentrazione e spirito di sacrificio. Il merito non è solo di quello o quest’altro individuo ma di tutti. Mourinho ha donato alla squadra, ma anche alla società, la mentalità giusta per affrontare le fasi finali di una competizione europea e De Rossi è stato poi l’ingranaggio giusto, inserito nel momento adatto come l’incastro perfetto di un meccanismo “inceppato”.
Lui ha ridato alla Roma sicurezza, gioco e fiducia valendosi di un lavoro estremo sulla mentalità fatta da quel signore di Setubal.
Questo non significa che la Roma non perderà più partite europee (magari) e sarebbe sciocco pensare di affrontare il prossimo doppio impegno con l’idea di essere già a Dublino. Ci aspetta una semifinale complicatissima contro una squadra che ha distrutto la Bundesliga e non perde una partita ufficiale dall’11 maggio 2023, quando al minuto sessantatre Bove la mise nel sacco.
Esatto amici miei, questi non perdono una gara ufficiale da quel giorno e quindi scongiuri, toccate intime, amuleti, pozioni magiche, fate come volete ma il calcio ancora una volta ci riserva un incontro con il destino fuori da ogni logica.


Mile SVILAR 7 – Partita amministrata benissimo dal nostro portierone. La qualità nel gioco con i piedi è un’arma in più nel calcio moderno votato alla costruzione dal basso. Anche tra i pali non gli si può dire nulla, si fa trovare sempre pronto e nel posto giusto. Grande senso della posizione e mai una distrazione. Una garanzia assoluta in questo momento, soprattutto per la difesa, consapevole che dietro c’è uno a cui fumano gli attributi.
Zeki CELIK 4 – Sì, era partito un contropiede ma erano comunque tre contro quattro dei nostri, stavamo sul 2-0 ed era solo il trentesimo. Anche se non cattivo, il rosso è giusto perché lui si disinteressa della palla e punta direttamente il piede. Ingenuità che ha rischiato di compromettere una partita in completa gestione e con un vantaggio pesante da digerire. Per fortuna tutto finisce nel verso giusto (per noi, ovvio).
Gianluca MANCINI 8 – Date a quest’uomo le chiavi della città… Fatelo sindaco, assessore alla sicurezza, vescovo, quello che va pare perché lui è Gianluca Mancini…
Chris SMALLING 8 – Esiste una Roma con Smalling e una Roma senza Smalling. Quella “con” è di una solidità difensiva pazzesca. Di testa le prende tutte lui, l’attaccante vede la palla in cartolina (a fine partita Giroud, probabilmente, l’ha denunciato per molestie, percosse e violenza psicologica) e gestisce la difesa come Mangiafuoco i suoi burattini. Una volta disse di aver visto gli alieni ma secondo si stava solo guardando allo specchio.
Leonardo SPINAZZOLA 7 – Nel primo tempo non c’è trippa per gatti. Nella ripresa soffre la velocità di Chukwueze ma alla fine lo argina grazie anche al raddoppio costante di Pellegrini prima e Angelino poi.
Stephan EL SHAARAWY 8 – Ancora una partita di sacrificio estremo durante il quale interpreta più ruoli contemporaneamente. Si mette in tasca Theo per tutto il match, vince quasi tutti gli uno contro uno e quando finisce in terra con i crampi e DDR gli tira le gambe a noi ce scende la lacrimuccia. Mostruoso.
Edoardo BOVE 7 – Chiamato a sostituire Cristante, non ne fa minimamente rimpiangere l’assenza. Corre per tre, mena per quattro ed è lucido come non mai in fase d’impostazione. (dall'82' Renato SANCHES s.v.)
Leandro PAREDES 7 – Partita di grande spessore tattico da parte di Leandro. Ogni pallone che passa dai suoi piedi è prezioso. Alza e abbassa i ritmi sempre nel momento giusto. Un giocatore rigenerato dalla cura De Rossi.
Lorenzo PELLEGRINI 8 – Per lui vale lo stesso discorso del Faraone. Gioca da difensore aggiunto, spesso addirittura largo a sinistra come fosse un terzino. Il vantaggio nasce da una giocata delle sue con un tiro a giro perfetto sul quale solo un infame palo può negargli la gioia del gol. Gioia che comunque esplode un secondo dopo grazie al tap-in del mancio. (dall'82' José ANGELIÑO s.v.)
Paulo DYBALA 7,5 – Gioca solo 42 minuti ma gli bastano per cambiare le sorti di un quarto di finale. Giocate, ripartenze, un gol capolavoro. Cosa chiedere di più? A lui forse niente, all’arbitro magari lo sventolio di qualche cartellino giallo per gli avversari che cercano di abbatterlo costantemente (dal 42' Diego LLORENTE 7,5 - Entra con il chiaro e unico intento di chiudere le entrate di Leao. Lo fa senza sbagliare un intervento. Partita perfetta dello spagnolo.)
Romelu LUKAKU 7 – Costretto a uscire alla mezz’ora per un guaio muscolare. Un vero peccato perché sembrava una serata di grande ispirazione. Gabbia prova ad abbatterlo con una spallata ma finisce contro un muro di carne che non si sposta di un millimetro. Al rallentatore sembra di vedere un crash dummies. Sbaglia il cross per il faraone ma poco importa visto che sulla ribattuta arriva la perla della Joya. (dal 28' Tammy ABRAHAM 7 – Si mangia il gol del 3-0, è vero, ma Tammy ci lascia negli occhi una partita commovente. Dopo l’uscita di Dybala resta solo in mezzo alla difesa rossonera e ogni volta che prende una palla, se ne porta dietro almeno un paio. Non è ancora nella condizione migliore ma come si dice a Roma: “ha dato il fritto!”)
All. Daniele DE ROSSI 8 – Mai riconferma fu più meritata. Prepara la partita benissimo, addirittura meglio dell’andata visto che in meno di mezz’ora la qualificazione era stata archiviata. Atteggiamento accorto, intelligente e capace di colpire l’avversario a ogni affondo. Squadra compatta e sempre sul pezzo. Ci resterà la sensazione che 11vs11 sarebbe potuta finire anche meglio e senza dover resistere per più di sessanta minuti in inferiorità numerica. È andata così, siamo in semifinale e a noi va più che bene.

Lunedì arriva il Bologna. Per assurdo forse è meglio incontrare una squadra che ti aiuta e tenere alta la concentrazione rispetto a una di più bassa classifica che ti fa sentire già i tre punti in tasca. Vincere vorrebbe dire fare un passo enorme verso la qualificazione Champions considerata anche l’ufficialità del quinto posto per il prossimo anno.

Manca poco alla fine di questa stagione ma c’è ancora così tanto da fare…


Ad maiora


Emiliano Petrone






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