Pagelle

Roma Genoa 1-0 - Il Pagellaio Matto

Non si cercano miracoli, non servono alibi. Siamo arrivati sesti, tutto qui. Di Emiliano Petrone
Redazione de Il Legionario
inserita 7 mesi fa
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L’ultimo valzer casalingo della stagione ci riserva un’altra vittoria nelle fasi finali del match, simbolo che la squadra non molla mai nonostante questa volta, ad aggravare la situazione, sia arrivata anche l’inferiorità numerica.
Genoa che non è venuto a Roma a fare la passeggiata. Squadra corta e soprattutto arroccata in difesa per ottanta lunghi minuti, fino a quando la capocciata di Lukaku non rompe gli equilibri.
Una Roma con poca benzina, una manciata di idee e qualche giocatore un po’ troppo distratto, si assicura quanto meno di terminare il campionato sopra quell’altri che già degustavano il sorpasso con annesso accesso alla prossima Champions League. Beh, ci dispiace ma non succederà e siccome sappiamo che non avverranno miracoli (e sportivamente parlando neanche ce lo meritiamo a mio avviso), ci faremo un altro giro in Europa League. Nuovo format, nuovo percorso e tanta voglia di arrivare fino in fondo ancora una volta.
Ci sarà tutto il tempo di analizzare la stagione, manca ancora una partita che però andrà onorata così come ha fatto il Torino a Verona la settimana scorsa, il Genoa contro di noi e Dumfries domenica pomeriggio.
Prima di iniziare le pagelle, una menzione (l’ennesima) a questo ragazzo che sta dimostrando davvero di avere un talento straordinario.
Per come la vedo io ci sono due tipologie di bravo portiere. C’è il grande portiere e il portiere da grande squadra.
Il grande portiere è quello che para sei, sette, anche dieci tiri a partita. Viene sollecitato di continuo e risponde sempre pronto a ogni chiamata. Poi c’è il portiere da grande squadra ed è quello che per ottantacinque minuti guarda la partita da spettatore ma al minuto 86 gli arriva il tiro sul quale deve farsi trovare pronto e reattivo. Ecco, Svilar sta dimostrando di rientrare in entrambe le categorie e quindi è necessario “bloccarlo” prima che sia troppo tardi.


SVILAR 6,5 – Possiamo dirlo che ormai non ci stupisce più?
CELIK 6,5 – Buona partita del turco. Difende concentrato e attacca bene gli spazi.
LLORENTE 6 – Qualche piccola incertezza rovina una prestazione che poteva essere sicuramente migliore.
NDICKA 7 – Si trova spesso a fronteggiare Retegui e gli rende ogni duello una sconfitta personale. Bravo anche a costruire il gioco quando viene chiamato in causa, cosa che accade di continuo nella partenza dal basso voluta dal mister.
ANGELINO 7,5 – Gran partita dello spagnolo. Percorre la fascia un’infinità di volte arrivando spesso a mettere dentro cross velenosi mal sfruttati dagli attaccanti. Giocatore che si sta guadagnando fiducia e riscatto partita dopo partita.
Dall'81' MANCINI s.v. - Non giudicabile.
CRISTANTE 6 – Peccato per quei due tre tiri buttati verso la porta avversaria quasi alla disperata. Partita, comunque, di grande sostanza come sempre.
PAREDES 4,5 – Serata no per l’argentino che sin dai primi minuti mi è parso meno concentrato del solito. Sull’espulsione è difficile esprimere un giudizio poiché non si è capito cosa abbia detto al direttore di gara. Certo è che di insulti e vaffa se ne vedono almeno tre a partita e gradiremmo una certa rigidità anche verso le altre squadre.
BOVE 7 - A volte sembra come se il voler dare l’anima in mezzo al campo lo metta nelle condizioni di sbagliare poi qualche giocata di troppo. Continuo a pensare che lui debba giocare con più continuità perché solo così maturerà definitivamente. La stoffa per diventare un gran “tuttocampista” ce l’ha e si vede, deve solo capire come sfruttare meglio le sue doti. Contro il Genoa ci regala una prestazione “gajarda”. Lotta su ogni pallone, è l’uomo che va sempre in raddoppio e accorcia sulla partenza bassa degli avversari.
BALDANZI 6 – Qualche buona giocata ce l’ha fatta vedere, così come alcune azioni un po’ troppo forzate con decisioni prese spesso di fretta senza guardarsi intorno. Speriamo che la preparazione atletica con la squadra gli permetta di integrarsi meglio ed essere utile alla causa visto che siamo di fronte a un calciatore con una grandissima tecnica e rapidità d’esecuzione e sarebbe un delitto non sfruttarlo.
Dal 63' DYBALA 6 – Il suo ingresso scuote un Lukaku fino a quel momento addormentato. Un po’ come quando in discoteca vedi entrare la tipa che ti piace e ti butti subito in pista. All’atto pratico gli riesce poco, anche perché il Genoa è chiuso e pochi minuti dopo la Roma resta in dieci. La mossa psicologica però è più importante di quella tattica e nonostante l’inferiorità numerica, la Roma acquisisce più fluidità di manovra e alla fine trova il vantaggio.
Dal 90'+2 KRISTENSEN s.v. - Non giudicabile.
PELLEGRINI 5 – Ieri sera abbiamo rivisto il Pellegrini dell’ultima parte con Mourinho. Giocatore spento, stanco e che non azzecca una giocata.
Dal 63' EL SHAARAWY 7 – Se l’ingresso di Dybala cambia la fase mentale, quella del faraone stravolge quella tattica e anche dinamica. Non è un caso che da un suo cross perfetto nasce l’inzuccata vincente di Romelu.
LUKAKU 7 – Il primo tempo lo passa a marcarsi da solo, anche perché in effetti viene lasciato troppo spesso in solitudine. Perde qualche duello di troppo e inizia a intristirsi con il passare dei minuti. L’entrata di Dybala lo rinvigorisce e da quel momento in poi per lui è un’altra partita coronata dalla ventunesima rete stagionale che oltretutto è anche una gran gol.
Dal 90'+2 ABRAHAM s.v. - Non giudicabile.
All. DE ROSSI 6,5 – Dopo il ritorno con il Milan abbiamo faticato a vedere la “sua” Roma e a sprazzi invece abbiamo dovuto ingoiarci la vecchia versione stanca e priva di idee. È stata una stagione lunga (per lui è iniziata soltanto dopo la metà), non era la sua rosa, non era la sua preparazione atletica. Ha dovuto cambiare il modo di giocare con pochissimo tempo a disposizione visto che si è giocato quasi ogni tre giorni. Non era facile e lo sapevamo e ha comunque migliorato la situazione rispetto a quando ha preso la squadra in mano. Speriamo che questo periodo gli sia servito non solo per fare esperienza ma soprattutto per capire chi potrà essere ancora utile alla causa e chi no. Sarà poi la società a dovergli mettere a disposizione una rosa all’altezza e soprattutto funzionale alla tipologia di calcio che vuole esprimere.

Siamo arrivati dunque all’ultima partita e poi anche questa stagione ce la saremo levata dalle… vabbè, finirà. Non so se siamo più stanchi e logorati noi o i calciatori che hanno giocato, sta di fatto che è stato comunque un bel viaggio pieno di emozioni, momenti brutti e piccole soddisfazioni. Una stagione ti vede cambiare un allenatore in corsa non è mai semplice, se poi l’allenatore si chiama Mourinho, ti lascia qualcosa addosso difficile da assorbire.
Ripartiremo con Danielino e con Ghisolfi (mi sento di dire che ormai se non è ufficiale poco ci manca). Una volta che saremo certi del suo arrivo magari spenderemo anche due parole su di lui.
E adesso onoriamo l’ultima partita per rispetto di Udinese e Frosinone. La prima per come si è comportata (a differenza di altri buffoni di corte) nei momenti successivi al problema avuto da N’Dicka (tifoseria compresa), la seconda perché ho promesso a mio figlio che avrei provato a portarlo alla prima trasferta della sua vita.
Vedete che potete fa eh!

Ad maiora

Emiliano Petrone



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