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La Roma non si costruisce in un giorno, ma viene distrutta puntualmente in pochi mesi.

Gli unici a soffrire per questa situazione siamo noi tifosi, noi che qualunque cosa succeda rimarremo sempre al fianco del nostro unico grande amore.
Redazione de Il Legionario
inserita 5 anni fa
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7:00
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Quando gli americani giunsero a Roma, credemmo tutti nella liberazione. Liberazione da quei demoni che attanagliano la squadra giallorossa da quando è nata. Abbiamo creduto che gli americani avrebbero portato una nuova mentalità e qualche successo in più. “Faremo della Roma una regina” esordì così Thomas DiBenedetto, brindando in anticipo a successi che noi tutti abbiamo immaginato in un attimo ma che, nella realtà, ancora non sono pervenuti.

Il primo anno fu incolore con un settimo posto anonimo che però doveva essere perdonato, bisognava abituarsi a tutti quei cambiamenti. Il secondo anno, nuovo allenatore (anzi due) e nuovo presidente, James Pallotta: “Costruiremo una squadra vincente e presto campione” ci disse, noi sempre a crederci e lì ad immaginare successi che, nella realtà, ancora non sono pervenuti. Per la Roma ancora un sesto posto anonimo; a fine anno, però, ecco servita su un piatto d’argento la possibilità del riscatto, l’occasione per fare la storia e dare il là a quel cambiamento di mentalità tanto anelato. E invece la storia restò la stessa, anzi, se vogliamo venne aggiunto un tassello ancora peggiore, una partita che non aveva rivincita e che ci avrebbe segnato per sempre: la sconfitta in un derby nella finale di Coppa Italia.

Non saper rimediare ad una sconfitta é peggiore della sconfitta stessa”, iniziava così il terzo anno americano, con in panchina il semisconosciuto Rudi Garcia. Mica tanto male, però... Vittorie su vittorie e quella nuova mentalità che sembrava far capolino: lì si sarebbe dovuto insistere, si sarebbe dovuto costringerla a venir fuori. In che modo? Semplice, che più semplice non si può: tenendosi i migliori, costruendo un’identità di squadra, migliorando la rosa, un po’, il possibile, senza mandare via i pezzi migliori. Invece no, due anni e mezzo di Garcia, uno e mezzo di Spalletti, tre secondi posti, un terzo posto, e un via vai di giocatori che si portavano via anche l’identità della Roma che si tentava, invano, di ricostruire ogni anno. Bisognava fare un passo avanti e invece se ne facevano un paio indietro, forse perché il piazzamento in zona Champions bastava a chi ci aveva detto che ci avrebbe fatto presto campioni, o perché tanto contro la Juventus era inutile combattere, io avrei voluto almeno provarci. O magari provare a vincere una misera “Coppetta Italia”.

L’anno scorso l’arrivo di Di Francesco e la partenza del migliore giocatore, Momo Salah. In campionato si stenta, ma si arriva terzi; soprattutto arriva un’inaspettata rimonta contro il grande Barcellona e una semifinale di Champions, in cui però la storia non cambia e veniamo eliminati. Si intravede, però, in queste ultime battaglie, nella sconfitta piena di dignità e onore contro il Liverpool, ancora una volta quella mentalità a cui tutti aneliamo, ma che non si riesce a raggiungere, perché ancora una volta si distrugge tutto cambiando l’intero centrocampo e vendendo il miglior portiere passato per Roma negli ultimi anni.

Nonostante tanti disastri e difficoltà l’anno scorso la Roma era ben costruita, era abbastanza forte, una solida base sulla quale edificare qualcosa di buono. Quella identità nascente doveva essere rinforzata e sono sicura ci avrebbe dato altre soddisfazioni. Invece la sessione estiva dello scorso mercato è stata, se vogliamo, la peggiore di questi ultimi anni.

La colpa delle attuali condizioni della Roma non è di Di Francesco, come non lo era di Luis Enrique, Garcia, Spalletti, ecc. Se la Roma non ha un’anima e un cuore è perché ogni anno pezzi di quell’anima e di quel cuore vengono venduti al miglior offerente. E gli unici a soffrire per questa situazione siamo noi tifosi che quell’anima e quel cuore non ce li venderemmo per niente al mondo e che amiamo questi colori e questa maglia così tanto che, qualunque cosa succeda, rimarremo sempre al fianco del nostro UNICO GRANDE AMORE.


ES


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