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Vedo solo giallo e rosso

Storie di un romanista non romano. Di Antonio Pastore
Redazione de Il Legionario
inserita 3 anni fa
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È finita. Abbiamo perso. È stata una partita brutta, domani sai quanti sfottò… Almeno però troverò colleghi e amici tifosi che provano le mie stesse sensazioni.
Questo immagino sia il pensiero di un tifoso della Roma che vive a Roma. E io? Con chi parlo? Con chi mi sfogo? Non sono mica tifoso di quei colossi italiani dove, se ti sforzi bene e giri l’angolo, qualcuno lo trovi?!

Dopo ogni sconfitta della mia Roma, il giorno dopo sembra sempre più grigio di quello che realmente si dimostra. Ci provo a fare in modo che non sia così, mi sforzo di riuscirci. Ma nulla. Riesco anche a dormire quelle due ore, dalle 5 alle 7, perché prima casco sempre nel pensiero che la notte porti consiglio e cerco di convincermi che la prossima sarà la partita della svolta. Ma la prossima si dimostra anche peggiore di quella precedente e, quindi, si ricomincia da capo.

La solitudine di un tifoso della Roma non romano è enorme, sia nelle gioie che nei dolori, e il fatto di non sentirsi parte di un gruppo perché nella tua città, nelle vittorie e specialmente nelle sconfitte, i tifosi si contano sulle dita di una mano, ti fa sentire sempre fuori dal contesto.

Questo è solo un gioco, ma che ha, dentro di sé, la potenza di estraniarti da tutte le questioni di vita quotidiana e che, per questo, merita di avere una grandissima importanza. So già cosa state pensando: “Ma chi te lo fa fare?”. Non so come sia scoccata questa scintilla ma da un giorno all’altro ho capito che non potevo fare a meno di Lei. È come quando sei innamorato di una donna che continua, ogni giorno, a tradire la tua fiducia; ma quando, dopo tanta attesa, forse per sbaglio o forse per volontà, si gira verso di te e ti sorride, tu capisci che quella è la scelta giusta, perché dettata dal cuore, e quando è cosi non sarà mai un errore.

Il mio amore per questi colori non è facile da spiegare perché viene da fuori Roma. Ed è proprio tutto ciò a renderlo un amore puro, qualche volta funesto, ma sempre limpido e trasparente come fosse il primo.

Ecco, io quando penso alla Roma così mi sento: un bambino con una forma particolare di daltonismo: vedo solo giallo e rosso.


Antonio Pastore





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