Siamo entrati in campo con una buona dose di rabbia agonistica anche se, all’inizio, è parsa più una Roma nervosa non dal punto di vista agonistico quanto da quello della fretta. Fretta di mostrare alla gente che c’era la giusta voglia e con il timore che arrivassero i fischi al primo contrasto perso o distrazione. Quindi è sceso in campo subito l’orgoglio che è andato oltre la qualità. Tanta corsa ma anche tante palle perse, molti recuperi ma anche tanta confusione.
Il Frosinone ci grazia su un errore clamoroso di Ndicka che lascia sfilare la palla senza un motivo, come se non avesse visto l’avversario alle spalle.
Il pressing degli ospiti ci manda in difficoltà costringendoci spesso al pallone lungo su Lukaku e Di Francesco, che l’ha studiata bene, fa sì che uno dei mediani si accentri ogni volta per anticipare di testa, evitando che la sfera arrivi sui piedi di BigRom. Ogni lancio, quindi, è una palla persa e questo consente al Frosinone di ripartire non concedendoci spazi.
Più tardi ci pensa Lukaku a mettere dentro l’unico pallone giocabile che gli arriva rompendo così gli equilibri. La Roma soffre, il Frosinone sfiora il pareggio ancora per una distrazione di Evan. Nel secondo tempo gli ospiti calano fisicamente, il pressing viene meno e
la Roma prende campo. Il due a zero finale ci regala gli ultimi minuti di respiro dopo tanto affanno. I problemi sono ancora lì, nel
poco filtro che fa il centrocampo costringendo la difesa spesso a rinculare correndo all’indietro. Bisogna dire che questo si è visto meno nella gara contro i ciociari, forse anche per merito di un assetto che ha ricordato più quello dello scorso anno rispetto a ciò che abbiamo visto nelle battute iniziali di questo campionato. Sono sempre dell’opinione che
conta il risultato finale, che poi questo arrivi giocando un calcio stellare o giocando a pallonate sulla punta, poco importa, è solo una questione estetica.
Se ho voglia di vedere uno spettacolo divertente vado al cinema…
dal campo voglio solo i tre punti.Minuto 17 – Primo brividoLancio centrale da centrocampo a scavalcare la difesa. Taglio diagonale di Cuni. Mancini non lo segue perché la palla arriva dalle parti di Ndicka con il difensore in netto anticipo sul pallone.
Evan ha tutto il tempo di intervenire e lo può fare in tanti modi: di piede, di testa, stoppare la palla di petto. Può fare davvero tutto tranne una cosa, lasciarla scorrere.
E indovinate cosa sceglie?
Ora qui si potrà discutere sulla posizione, sul doversi ambientare in un calcio diverso, su una potenziale forma fisica da raggiungere, quello che volete ma quando una palla del genere arriva in quel modo e tu giochi in serie A, non si può fare la scelta sbagliata anche se ci sono tutti i fattori appena elencati.
Per fortuna Cuni ci grazia.
Minuto 20 – Gol Lukaku (1-0)Manovra che non sembra poter sfociare in un’azione pericolosa eppur lo diventa grazie alla verticalizzazione improvvisa di Mancini per Dybala. Stiamo vedendo spesso questa chiave tattica con il taglio verso le punte o le mezzali dopo un giro palla all’apparenza fine a sé stesso.
Il fraseggio all’indietro fa avanzare il centrocampo dei ciociari in costante pressing e apre la linea mediana dove ci sono ben quattro giocatori della Roma e altrettanti difensori avversari. Mancini da una palla perfetta che arriva sui piedi della Joya.
Non c’è bisogno d’altro. Tocco di prima per Lukaku che dopo averla fermata, mette a sedere gli avversari con una sterzata e ci costringe a far vibrare le corde vocali.
Minuto 25 – secondo brividoNon passano nemmeno cinque minuti e già rischiamo di subire il pareggio.
Succede ciò che già ho spiegato all’inizio. Pressing, pallone lungo e mediano avversario che va a togliere la palla a Lukaku, esentando il compagno dall’onere di battere la fisicità di Romelu.
Altra sponda di testa che arriva sulla trequarti. Il giocatore ciociaro la mette morbida a scavalcare la difesa che viene presa d’infilata ancora sulla sinistra.
Cristante tenta il recupero ma ricordiamoci sempre che non ha il passo di Smalling mentre Ndicka a piccolo trotto osserva l’avversario andare verso la porta indisturbato
Anche qui la fortuna ci assiste e il Frosinone sbaglia la seconda occasione facile del match.
Minuto 82 – Gol Pellegrini (2-0)Calcio di punizione dalla stessa distanza da dove abbiamo preso il pareggio con il Torino. Il portiere si posiziona molto più avanti rispetto a Rui Patricio ma non basterà lo stesso.
Per chi non la ricorda, eccola di seguito.
Ma torniamo a Roma Frosinone. Pellegrini sfrutta l’ingenuità degli avversari e si piazza lontano da tutti (probabilmente era stata studiata così).
Quando parte il cross, il portiere avversario sarebbe in grado di intervenire se il pallone finisse al centro dell’area o sul secondo palo ma in questo caso va oltre, proprio verso il capitano giallorosso.
Per il portiere è impossibile intervenire poiché la palla è troppo alta. I difensori hanno pensato solo alla marcatura delle torri e nessuno si è accorto di Pellegrini che spunta dietro a tutti. Piattone di precisione e tutti a casa.
Partita sofferta ma ce lo aspettavamo (come sempre del resto). Giovedì torna l’Europa League, saremo ancora in emergenza difensiva, vedremo ancora Cristante centrale (con tutta probabilità) sperando che chi gli sta vicino lo supporti al meglio.
In attesa di tempi migliori, cerchiamo di metterci in tasca un’altra vittoria. Fa bene alla testa, fa bene alla classifica del girone, fa bene a tutto.
Forza Roma sempre
Ad maiora.
Emiliano Petrone