La Sfera dei Capricci

La sfera dei capricci: L’aeroporto di Milano?

Una rubrica di Franco Costantini
Redazione de Il Legionario
inserita 5 anni fa
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10:00
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O Sfera che Sublime
del calcio crei l’idioma…
ispirami due rime
(e sempre Daje Roma!)




Avevo tentato un altro anagramma predittivo, prima di Genoa-Roma… Un anagramma in cui si parlava di “agganciare i sogni”.
In effetti, con la rete del Faraone a pochi minuti dalla fine, i sogni erano stati “agganciati”. Ma poi ho scoperto altri anagrammi (che propongo qui sotto in sequenza) che rivelano - impietosamente - come quei sogni siano ormai “quasi” infranti; compreso quello di avere, per la prossima stagione, un allenatore vincente di livello internazionale (Conte ha dichiarato: «Non andrò alla Roma»).
A questo punto, non ci resta che continuare a sperare, anche se le speranze sono ridotte al lumicino. E a credere in Ranieri. Non scordiamoci che pure Sir Claudio è un allenatore vincente di livello internazionale: ha vinto un titolo in Premier col Leicester; e avrebbe meritato di vincere anche uno scudetto a Roma nel 2010.


Cinque maggio, Genoa - AS Roma

→ «Amo’, qua agganceremo i sogni!»
→ Ma eran sogni mogi, e qua cago
→ Agogno “cime”, ma è quasi rogna…

*

Genoa Roma 1-1

La solita “sindrome giallorossa di fine gara”. Ci è capitato troppe volte, in questi anni. (Nella presente stagione, come non ricordare il 2-2 di Cagliari?, quando si vinceva 2 a 0 a pochi minuti dalla fine?, e ci siamo fatti rimontare in superiorità numerica?!).
Insomma: se vai in vantaggio all’82esimo minuto, i 3 punti li devi portare a casa. Altrimenti non meriti i traguardi che sognavi.

E abbiamo rischiato addirittura di perdere. Senza la prodezza di Mirante (rigore parato), avremmo preso ben DUE GOL nei minuti di recupero. È l’ennesima conferma: non si tratta solo di una squadra impoverita dalla ricerca di plusvalenze, e mal rattoppata da Monchi; né si tratta solo di limiti tecnici o fisici; questa Roma ha (da tempo) problemi mentali, specie nella gestione della paura.

Proprio per esorcizzare la paura, propongo quattro ottonari in “quasi-romanesco”.


Daje Roma, daje Maggica,
puro si l’impresa è dura.
Ma la storia se fa traggica
quanno regna la paura.

*

Sfottonari

               Sfotte a destra, sfotte a manca,
               di sfottò giammai si stanca...
               Par frenare non si possa
               la “vis ludens” giallorossa


Mi attendo che, nella finale di Coppa Italia all’Olimpico, l’Atalanta manifesti ancora la schiacciante superiorità già dimostrata nella gara di Campionato (1-3). Altrimenti (sai com’è) il sospetto allignerebbe.
Uno scambio di favori per garantirsi reciprocamente l’Europa? Ma no, via, sono malignità gratuite. Voglio essere leale come Ranieri; immaginare altrui slealtà significa avere un animo meschino.
(Tuttavia, ve lo confesso, in me ci deve essere una parte meschina. Cercherò di migliorarmi, e di allontanare da me quelle ombre inquiete che minacciano la mia stessa dignità…).


La mia mente di romano
mi rammenta in forma intensa
l’aeroporto di Milano…
«Di Linate?». «No, MALPENSA»

*

Onore a chi merita

Con ogni probabilità, sarà l’Atalanta (assieme a Juve, Napoli e Inter) a qualificarsi per la Champions. Ammettiamo infatti che gli orobici perdano con la Juve: nelle altre due partite in casa (Genoa e Sassuolo), 6 punti saranno facilmente ottenibili. Se la Roma dovesse vincere le ultime tre partite, si porterebbe dunque a pari punti con i bergamaschi; gli scontri diretti sono in assoluta parità (doppio 3-3), quindi si calcolerebbe la differenza reti generale. Attualmente, i giallorossi sono in svantaggio di 13 gol: impossibile pensare a una rimonta.

Se l’Atalanta dovesse davvero conquistare la Champions, meriterà (sportivamente) tutti i nostri complimenti. Che esprimo - sin d’ora - in questo distico:


Gioco bello, corsa tanta:
rendo onore all’Atalanta.


Franco Costantini



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