La sfera dei capricci: del rompersi
Una rubrica di Franco Costantini
Redazione de Il Legionario
inserita 5 anni fa
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125154 O Sfera che governi
del calcio il paradosso,
ispira versi eterni
al vate giallorosso…
TUTTO SI ROMPE
Si rompe Pellegrini, e ciò gli costa
assenza lunga (quanto non si sa).
Si rompe Undèr, si rompe Zappacosta,
l’Armên si rompe, e Dzeko e Diawarà.
Si rompe tutto, e sembra si precìpiti
in un abisso d’infortuni e rischi:
si rompono lacerti e quadricìpiti,
si rompono i crociati ed i menischi.
Si rompe pure il gioco, e la fiducia,
si rompono del team le prestazioni;
e il tifoso, cui tutto questo brucia,
si rompe giustamente anche i coglioni…
La speranza ce l’ho ancora, e confido nel potere scaramantico della filastrocca qui sopra…
Il sogno è semplice: trasformare il “rompere” in “irrompere”. Irrompere nel campionato, irrompere in Europa. E prenderci (finalmente) quello che meritiamo.
*
Wolfsberger Roma 1-1
Una delle partite più brutte che abbia mai visto. E l’avremmo persa, senza il “gollonzo” di Spinazzola.
Per dare un’idea della “potenza” degli austriaci, basterà sottolineare che il loro stadio ha una capienza di 4.100 posti, di cui soltanto 1.100 a sedere (un riferimento: l’impianto del team campano “Puteolana”, che milita in Eccellenza, vanta 7mila posti).
“Wolfsberger”, tuttavia, è un nome particolare: “Wolf” vuol dire “lupo”. E i latini dicevano: «Lupus non mordet lupum» («Lupo non mangia lupo», diciamo noi).
“Berger”, invece, significa “pastore”. Anche tra i nostri lupi c’era un Pastore: il peggiore in campo. Quando costui giunse a Roma (nell’agosto del 2018), in questa rubrica così mi espressi:
«Spero di sbagliarmi, ma Javier Matìas Pastore potrebbe essere, quest’anno, la “croce” dei giallorossi. Ai miei occhi, non è mai stato un gran giocatore. Anche nella sua stagione migliore (2010-11, a Palermo, 11 gol all’attivo in 35 presenze) difettò per grinta e per continuità di rendimento».
Oggi, dopo 14 mesi, ho l’onestà di ammettere che mi ero sbagliato. Pastore è stato capace di raggiungere quella “continuità” di cui difettava. È CONTINUAMENTE inguardabile.
*
Roma Cagliari 1-1
Non so se sono più arrabbiato (per l’arbitraggio di Massa) o più sconfortato (per il gioco espresso).
Sta di fatto che il pareggio interno col Cagliari (che fa il paio con quello contro il Genoa) dà un brutto scossone a sogni e speranze. Le quattro squadre che ci precedono in classifica sono (ai miei occhi) nettamente superiori. A meno di miracolose maturazioni dei singoli e del collettivo, lottare per un posto in Europa League sembra l’unica ambizione non del tutto irragionevole…
Anche perché la lista degli infortunati si allunga: Diawara (lesione del menisco mediale sinistro) e Dzeko (frattura dello zigomo) staranno fuori almeno un mese. È l’assenza del secondo che mi preoccupa, poiché Kalinic, contro i sardi, ha mostrato di essere in condizioni indecorose.
Per dirla in distico:
Trentun partite ancora, da qui a maggio:
ma se guardo la rosa, mi scoraggio…
*
Gli anagrammi della settimana
1.
I romani amano gli scherzi iperbolici, e a volte i loro sfottò sono giocosamente esagerati. Per chi non conoscesse bene questo aspetto della cultura capitolina, è meglio precisare che, nel seguente anagramma, c'è solo un pizzico di satira. E nessuna cattiveria.
Javier Matias Pastore → Roma attiva? Se je spari!
2.
Il “fischiettaro” d’Imperia non ha incontrato il mio gradimento. Per dirla con un “rimescolamento di lettere”:
Arbitro Davide Massa → «Bada: stesi Roma di Var!»
3.
Inter Juventus 1-2: i bianconeri bloccano la fuga nerazzurra e sorpassano gli avversari. Da romanista, l’evento mi interessa relativamente, giacché nessuna delle due squadre incontra le mie simpatie. Da anagrammista, però, la partita è stata l’occasione per divertirmi con un celebre endecasillabo di Dante (Inf., IV, 15).
Poi Sarri disse a Conte: «Uomo, ora
→ io sarò primo, e tu sarai secondo»
Franco Costantini