La Sfera dei Capricci

La sfera dei capricci: Aspettando il Chievo

una rubrica di Franco Costantini
Redazione de Il Legionario
inserita 6 anni fa
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10:00
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O Sfera che Sublime
del calcio crei l’idioma…
ispirami due rime
(e sempre Daje Roma!)



Nella scorsa puntata mi sono permesso di puntare il dito contro alcune scelte di Di Francesco. Ci tengo comunque a sottolineare una cosa: io dico sempre quello che penso, e dunque non risparmierò (se la penso) alcuna critica. Ma al nostro DiFra concederò sempre credito, per quello che ha saputo fare nella corsa stagione (sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista umano). Al di là di eventuali errori (e chi non li fa?), credo sia un allenatore eccellente, e per la Roma non riesco a immaginare nessuno meglio di lui.

Ciò premesso, mi piacerebbe rivedere contro il Chievo il tridente offensivo schierato da DiFra al Meazza. Secondo me - lo ribadisco - là era inadeguato; ma non lo sarebbe con i clivensi. Contro una squadra che presumibilmente sarà chiusissima nella propria metà campo, le due punte “di peso” (Dzeko e Schick) potrebbero costituire la soluzione giusta. Spazi ristretti? Azioni manovrate troppo difficili? Ecco l’alternativa: pioggia di cross in area, per le nostre torri…
Per dirla in ottonari:


Contro squadra che si serra,
noi potremo il gioco imporre
non con gli assist rasoterra
ma coi cross per “doppia torre”.

*

L’angolo della satira: l’Italietta di Mancini

Considero Mancini un allenatore sopravvalutato. Però (lo riconosco) è stato bravo politicamente: ha sempre saputo sfruttare l’entusiasmo dei presidenti “investitori”… e l’onda dei favori arbitrali.
Con l’Inter di Milano, ad esempio, meritò (al massimo) uno solo dei tre scudetti conquistati, nel triennio 2006-2008. Ecco un anagramma che spiega onomanticamente l’accaduto:
Roberto Mancini = Con Inter (MI) barò…

Ora, CT della Nazionale, sta già rischiando di mandarci nella serie B della neonata Nations League. Sia chiaro: non è certo l’unico responsabile (ché il nostro movimento calcistico non è più capace di produrre campioni). Ma le sue scelte di formazione sono un chiaro indizio di confusione mentale. E proverò a dimostrarlo.

Se consideri la Nations League un appuntamento importante, in cui bisogna come minimo evitare la retrocessione… allora non puoi cambiare da una gara all’altra 9 undicesimi della squadra; perché in questo modo è impossibile creare affiatamento e automatismi.
Se invece consideri la Nations League l’occasione giusta per fare esperimenti e per lavorare in prospettiva… allora è stupido, nella prima partita, schierare i “vecchietti” Chiellini e Bonucci (per non parlare dell’altro “cadavere in fieri”, cioè Balotelli).
Insomma: finora le scelte del CT sono sembrate inidonee a (e incoerenti con) QUALSIASI approccio strategico.

Per dirla con un paio di anagrammi:
L’Italia in Nations League? —> L’alleni tu, e già annoiasti:
Roberto Mancini, —> con te morirà in B


La “confusione mentale” di cui si diceva… sarebbe testimoniata anche da un’altra onomanzia:
Roberto Mancini = Incerto in ombra

(E qui - voglio sottolinearlo - ho usato l’anagramma con grande garbo satirico. Giacché avrei potuto sostituire “incerto” con “cretino”).
Per dirla in “Sfottonari”:


Da dilemmi, dubbi e affini
il terreno alfin si sgombra:
per onomanzia, Mancini
si rivela «incerto in ombra».


Franco Costantini


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