Triplice fischio
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La Roma dice addio all'Europa

La squadra esce dal campo tra gli applausi del suo pubblico. Adesso testa al campionato, c'è un secondo posto da difendere e un ritorno di Coppa Italia quantomeno da onorare. (di Gilberto Proietti)
Redazione de Il Legionario
inserita 7 anni fa
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7:00
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La Roma ci ha messo tutta se stessa, tutto il suo cuore, ma non è bastato. In un Olimpico con un pubblico che mai si è visto quest'anno, per numero di presenze e per incitamento alla squadra, la Roma gioca una partita intensissima dal primo al 95esimo, rispondendo colpo su colpo a un Lione ben messo in campo, con i due esterni Valbuena e Cornet molto veloci e abili nel saltare l'uomo e che con poche falcate si portavano al limite dell'area giallorossa. La Roma fa fatica a contenere le folate degli attaccanti Tolisso e Lacazette, con il solo De Rossi davanti il terzetto difensivo formato da Rudiger, Manolas e Fazio. La spinta dagli esterni viene da Salah sulla destra e Peres a sinistra, ma il brasiliano non incontra una buona giornata, perdendo molti palloni e non riuscendo quasi mai a dribblare il diretto avversario, tanto poi da costringere il Mister alla sostituzione nel secondo tempo a favore di El Sharawy. Il peso del centrocampo è affidato al solito Nainggolan e a Kevin Strootman che, nonostante molte volte si siano trovati in inferiorità numerica rispetto il centrocampo lionese, sono riusciti a dare il meglio di loro recuperando molti palloni e facendo così ripartire la manovra per la nostra squadra. Il vertice alto era rappresentato come al solito da Dzeko che però è stato ben contrastato a turno dai centrali di difesa Mammana e Diakhaby, ma che comunque non è sembrato brillante come in altre partite. La defezione dell'ultimo minuto di Emerson ha probabilmente tolto quel pizzico di velocità e imprevedibilità alla manovra, in quanto Mario Rui è più un esterno abile al contenimento e comunque ha giocato troppo poco per avere una condizione ottimale.

Il pubblico si è stretto intorno alla squadra per tutta la partita, cantando e incitando gli undici di Spalletti e, nonostante fossero passati in svantaggio a metà del primo tempo, dopo solo novanta secondi trovano il pareggio con Strootman che in una mischia in area di rigore riesce a colpire a rete. Una Roma sempre all'attacco e un Lione che si affida alle ripartenze, ma che trova una difesa attenta che poche volte ha lasciato il tiro nello specchio, peraltro ben protetto da Alisson.

Tutti gli sforzi vengono ripagati al 60° minuto quando la Roma passa in vantaggio con un'autorete di Tousart provocata dal piede di El Sharawy con un cross dalla destra. Il forcing finale ha prodotto ancora una grande occasione per l'attaccante giallorosso che sfiora il palo alla destra del portiere Lopes, poi alcuni tentativi sottoporta del bosniaco, ma senza trovare la precisione.

Probabilmente qualcosina di più poteva essere fatta, magari adottando una difesa a quattro e inserendo fin dall'inizio Perotti (subentrato a Mario Rui al 76°) che, con i tagli al centro che sono la sua specialità, avrebbe potuto portare via il centrale di difesa lasciando Dzeko la possibilità dell'uno contro uno.

Diciamo così addio all'Europa-per quest'anno-ma a testa alta, e la squadra esce dal campo tra gli applausi del suo pubblico.

Adesso testa al campionato, c'è un secondo posto da difendere e un ritorno di Coppa Italia quantomeno da onorare.

A margine dell'avvenimento vogliamo sottolineare il tributo che i tifosi di casa hanno riservato all'ex giallorosso Yanga-Mbiwa entrato nell'ultimo quarto di partita, presente a vita in quella speciale classifica di quei giocatori che hanno segnato un derby.

Gilberto Proietti


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