• 1 – 0 gol di Ronaldo
La
Roma crea ma non ferisce, la
Juventus attende e colpisce. Questo è il succo della partita.
I bianconeri sono cinici e nelle rare occasioni da gol la mettono dentro, infatti
Ronaldo, al 13’, finalizza con successo la prima azione offensiva dei suoi.
Palla sulla fascia sinistra, con Alex Sandro contro Cristante. Il laterale bianconero è più rapido e supera con troppa facilità il numero 4 giallorosso, si accentra e serve Morata in area; lo spagnolo la gira subito al limite per Ronaldo che, tutto solo, in un batter d’occhio carica il sinistro e lo piazza sul palo lontano dove
Pau Lopez non può arrivare.
L’azione dello svantaggio nasce da un cambio di gioco sbagliato di Spinazzola per servire Karsdorp che fa ripartire la Juve e lascia la fascia destra sguarnita. Perciò è Cristante a dover ripiegare, non riuscendo però ad arginare Alex Sandro per evidenti differenze di velocità e reattività.
In ritardo e caotica tutta la difesa, colpevole di aver lasciato
Ronaldo completamente solo al limite dell’area.
• 2 – 0 autogol di Ibanez
Nel secondo tempo la
Juventus chiude la partita grazie ad un autogol sfortunato di
Ibanez.
È il 69’, i bianconeri fanno girare la palla in attesa del varco giusto; un lancio lungo intercettato da Kumbulla è facile preda del centrocampo della
Juve che arriva sempre prima sulle seconde palle. Quadrado sulla fascia vede il movimento in area di Kulusevski che si inserisce alle spalle di Diawara e arriva indisturbato di fronte a Pau Lopez. Lo juventino prova a servire
Ronaldo al centro dell’area piccola ma viene anticipato da Ibanez in scivolata, il quale però manda il pallone nella propria porta.
Giallorossi in ritardo sui movimenti degli avversari. I due subentrati della Juventus fanno la differenza, Quadrado nell’impostazione e Kulusevski nell’inserimento senza palla. Male Diawara, anche lui appena entrato ma non adatto a contrastare la velocità di Kulusevski. Sfortunato Ibanez che fa il possibile per evitare un gol quasi certo.
Una
Roma che perde l’ennesimo big match ma che, per una volta, non sfigura, anzi, gioca e costruisce, senza però essere incisiva sotto-porta.
Matteo Bianchetti