Hellas Verona Roma 3-2 - Il Pagellaio Matto
Solo due cose sono infinite, l’universo e le disgrazie della Roma, e non sono sicuro della prima. Di Emiliano Petrone
Redazione de Il Legionario
inserita 29 giorni fa
202
3:00
137 Ok, la frase non è proprio così, ma se il buon Albert fosse vivo oggi e tifasse Roma, cambierebbe molte delle attuali leggi quantistiche. Questo perché la Roma va contro ogni legge fisica, logica, matematica e qualunque materia richieda anche un semplice calcolo. Sulla Roma non puoi fare ragionamenti. Se pensi che una cosa andrà bene, allora con tutta probabilità andrà male e se pensi che una cosa andrà male… beh, preparati perché potrebbe andare peggio, ma molto peggio.
Di solito prima di scrivere le pagelle, riguardo gli highlights, oggi non ce l’ho fatta. Il mio cervello si è fermato al punto esatto in cui ho pensato: sarebbe bello vincerla all’ultimo. Folle! Sono un folle! Non ho fatto in tempo neanche a finirlo quel maledetto pensiero che abbiamo perso palla e pochi secondi dopo la stavamo raccogliendo dalla porta.
Un anno da dimenticare ma siamo solo al 4 novembre, ci sono ancora tante delusioni dietro l’angolo e si fa fatica, anche per il più grande degli ottimisti, pensare che questa tendenza possa cambiare in meglio.
SVILAR 6: Sul secondo gol forse avrebbe potuto spingere via l’avversario come spesso fanno i portieri. Di certo c’è fallo, così come c’è fallo su N’Dicka e anche su Dovbyk. Una vergogna aver convalidato la rete, una vera vergogna.
MANCINI 5: Quando si prendono tre gol da una squadra di questo livello non ci sono scusanti.
NDICKA 4,5: Il terzo gol mette fine a una prestazione meno lucida del solito. Forse la gomitata presa lo ha stordito a tal punto da fargli dimenticare come sdraiare un uomo proiettato verso la porta.
ANGELIÑO 5,5: Si inserisce molto ma sbaglia spesso il cross, vittima di uno zalewsksismo contagioso.
CELIK 5,5: L’assist del secondo gol mi mette quasi in condizione di dover svuotare la bottiglia di rum come promesso ormai dalla prima giornata (quando vinceremo con un gol o assist di Celik me la bevo tutta). Promessa che non manterrò per via della sconfitta (anche se avrei dovuto farlo per dimenticare).
KONÉ 6,5: Ne vorrei due a centrocampo così. Forse anche un altro paio in panchina per farli entrare quando sono stanchi i titolari.
LE FÉE 6: Gli vengono affidati compiti difensivi che non sono proprio il massimo per uno come lui. Molto meglio quando deve accelerare e velocizzare il gioco.
ZALEWSKI 4,5: Non gioca neanche male in fin dei conti ma l’errore iniziale, dopo pochi minuti, è troppo grave per essere compensato dal resto del match.
SOULÉ 6: Prima se lo mangia e si becca tutte le imprecazioni possibili. Poi finalmente lo mette dentro e si becca comunque tutte le imprecazioni possibili dovute alla frustrazione. L’ho visto meglio delle altre volte però, magra consolazione.
PELLEGRINI 5: Ah ma c’era pure lui?
DOVBYK 6,5: Ti chiedo scusa a nome di tutta l’As Roma. Hai scelto di venire qui snobbando l’Atletico Madrid e questo ti fa un grandissimo onore. Timbri anche oggi dopo qualche giorno di febbre e una condizione precaria. Bellissima la sponda che ci permette di arrivare al primo momentaneo pareggio. Scusaci Artem, non ti meritavi questo strazio.
EL SHAARAWY 4,5: Entra e fa davvero poco, anzi, riesce a perdere il pallone che ci regala questa bella (ennesima) sconfitta. Tra lui e il Zalewski fanno a gara de danni.
DYBALA 6: L’avevo vista dentro quella punizione. L’avevo vista dentro, maledizione!
CRISTANTE 6: Subentra a Le Feé e si piazza in mezzo al campo a fare legna e tenere gli equilibri. Fa il suo.
BALDANZI 6,5: Continua il suo momento di forma e a mio modesto parere entra troppo tardi. C’era chi camminava in mezzo al campo già dal 46’.
PAREDES SV: Doveva entrare per fare ordine, ho la sensazione che la Roma con lui in campo si sia fermata di girare.
JURIC 4,5: Se giochi bene e perdi, fatti una domanda e datti una risposta.
Al triplice fischio è ripartito il carosello del cambio allenatore, cosa che a mio avviso andava fatta già dopo la partita con il Monza. C’è tempo per raddrizzare la stagione, ciò che non c’è è una realtà societaria che prenda in mano la situazione con i giusti crismi. Non basta cambiare l’allenatore per invertire la rotta, c’è bisogno di altro a livello strutturale. Non bisognerebbe nemmeno dirlo, tale è l’ovvietà. Ed è per questo motivo che viene spontaneo chiedersi: “ma ci sono o ci fanno?”
Forza Roma
Ad maiora
Emiliano Petrone