E' una Roma last minute
di Stefania Amato
Redazione de Il Legionario
inserita 5 anni fa
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7:00
143117 Il mercato estivo giallorosso ci ha raccontato qualcosa che non ricordavamo più... il "colpo" last minute. L'ex Monchi era solito muoversi con largo anticipo sul fronte acquisti, riservando i giorni finali del calciomercato al piazzamento degli esuberi. Un metodo che, da una parte, agevolava il lavoro dell'allenatore di turno con una rosa al completo, o quasi, già in ritiro. Dall'altra parte, si precludeva la possibilità di piazzare il colpo di fine mercato, capace di portare quel tocco di entusiasmo in più alla squadra e ai tifosi. Solo per ricordare l'edizione di calciomercato dell'estate 2018, gli acquisti di Cristante, Kluivert e Pastore sono stati ufficializzati rispettivamente l'8, il 22 e il 26 di giugno. Degli ultimi giorni di mercato ricordiamo, ahimè, la cessione di Strootman sacrificato per il pupillo di Monchi, Steven Nzonzi. Era il 27 agosto. In campionato la Roma aveva iniziato con uno 0-1 a Torino (grazie al solito Dzeko che aveva risolto una partita decisamente complicata e forse vinta immeritatamente), cui era seguito un rocambolesco 3-3 in casa con l'Atalanta, riacciuffata nel finale da Manolas. Due partite che avevano già messo in evidenza le difficoltà difensive della squadra di mister Difra, già impoverita al centrocampo dalla partenza del Ninja, allarmando allenatore e tifosi, ai quali la dirigenza aveva ritenuto di "rispondere" con la cessione dell'olandese.
Il lavoro di Petrachi (come abbiamo evidenziato a inizio sessione) non è stato per niente facile. Chiamato a portare sulla panchina dell'Olimpico un allenatore esperto che credesse in un progetto basato su scarsi fondi a disposizione e mancata partecipazione alla Champions League; piazzare altrove una sfilza di giocatori pagati uno sproposito con un forte rischio minusvalenza; ricomporre una rosa in grado di competere quanto meno in e per l'Europa League, con un budget limitato.
E' sicuramente presto per giudicare i risultati delle operazioni portate a termine, ma alcune considerazioni si possono già fare. Andando per ordine. Quanto al portiere, viste le prime uscite, possiamo azzardare l'ipotesi che Pau Lopez non ci farà rimpiangere Robin Olsen. In difesa, va riconosciuta a Petrachi una capacità di mantenere la lucidità e la calma sotto pressione abbastanza inusuali dalle nostre parti. L'acquisto di Mancini dall'Atalanta non garantiva l'esperienza (nè tanto meno la velocità), necessarie a sopperire alla cessione di Manolas. Petrachi ha lavorato lungamente su diverse trattative (Alderweireld, Rugani, Lovren) e tentato di intavolarne altre ma non si è mai lasciato condizionare dalle deadlines di calendario e mercato cedendo alle richieste esose delle controparti, per portare magari a Trigoria dei difensori che - in alcuni casi - a fronte di un costo elevato non rispondessero neppure pienamente alle richieste dell'allenatore. Ha aspettato pazientemente, lavorato sottobanco e piazzando il colpo negli ultimi giorni di mercato. Se Chris Smalling avrà le stesse difficoltà di De Ligt ad adeguarsi al nostro campionato non lo sappiamo ancora, ma è certo che è un difensore dalle doti indiscutibili. A centrocampo si è districato altrettanto bene nella trattativa per Veretout, fortemente ambito anche dal Milan. Difficile pensare che deluderà più di Nzonzi. In attacco, considerata la base di partenza, il lavoro di Petrachi alla fine è stato più che soddisfacente. E' riuscito a risolvere due problemi non da poco, ribaltando le previsioni: Dzeko è rimasto, Schick è partito e nell'ultimo giorno sono arrivati Kalinic e Mkhitaryan. L'entusiasmo che si crea in squadra e in curva è un'arma in più e la Roma, dopo la sequenza interminabile di notizie negative, ne ha assolutamente bisogno. L'apporto che in termini tecnici i nuovi ultimissimi acquisti riusciranno a dare alla causa giallorossa non dipenderà certo da Petrachi ma, almeno a livello dirigenziale, un deciso miglioramento della Roma si è già visto.
Stefania Amato