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Union Saint Gilloise - Roma 1-1

La rovina della Roma è la Roma.
Redazione de Il Legionario
inserita 26 giorni fa
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3:00
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Questo è un pensiero che coltivo da anni e che sono certo troverà ampio riscontro in molti nostri tifosi. La rovina della Roma è la Roma stessa, intesa come ambiente e mentalità (quando parlo di ambiente tiro dentro tutto, dal tifo alla società fino all’ultimo dei magazzinieri). Qui per vincere qualcosa di importante si deve riuscire a costruire una squadra che sia di un livello superiore alle altre e non è detto che si riesca poi a giungere a dama. Basta fare un salto in quell’ormai lontano 2000-2001. Quanto era forte quella Roma? E quella successiva? Sono certo che quella rosa costruita dal duo Sensi-Baldini e con Capello al comando, se teletrasportata in altri ambienti più a nord, avrebbe messo in bacheca minimo un paio di scudetti e forse anche qualcosa a livello europeo. Invece arrivammo a vincere un campionato “stradominato” all’ultima partita (e se fosse durato ancora 3-4 gare non so come sarebbe finita).

Parliamo di quella dei primi anni Ottanta? Non credo serva andare oltre per rendere l’idea del discorso che sto facendo. Qui siamo i numeri uno a salire in vetta e poi lanciarci nel vuoto fino a tornare in terra emettendo anche tonfi goffi. Ovvio che non è solo colpa nostra. Queste cose succedono anche altrove, ma lì ci sono società che sanno fare scudo, sanno subire la “botta” dei tifosi e quasi sempre raddrizzano situazioni all’apparenza imbarazzanti. Un esempio? Quello che da noi è passato come lo scemo del villaggio per quelle famose sei sostituzioni e che, fidatevi, è stato “perculato” e insultato anche a Milano (in modo aspro pure). Però poi, come d’incanto (ma fidatevi non è merito della magia), le cose appaiono risistemate. Si inizia a vincere, si fanno anche ottime partite e si espugna Madrid meritatamente. E qui? Qui Fonseca viene ricordato come quello delle sei sostituzioni. Fermi tutti! Non sto facendo la vedova di Fonseca, è solo per rendere l’idea che qui passano tutti per incapaci. C’è passato lui, Rudi Garcia, Di Francesco e addirittura gente del calibro di Capello, Spalletti e non ultimo Mourinho.

Noi siamo (in parte) la rovina di questa squadra e il resto lo fa la società di turno che con i propri difetti e debolezze, si lascia sopraffare da un ambiente “tossico”.
Questo per dire che se domani venisse Klopp o Guardiola, passerebbero da scemi e bolliti pure loro senza una società capace di fare “scudo”.
Eh ma bisogna comprare i campioni per vincere! Sono d’accordo, ma poi ci sono realtà che riescono a fare cose straordinarie senza spendere un patrimonio. Vedi Atalanta, Leverkusen, solo per citarne un paio e non posso lasciare fuori quelli che stanno facendo una stagione miracolosa con quattro spicci e un allenatore che l’anno scorso si è salvato alla penultima giornata.
Qui è sempre tutto così complicato…

Lo so che avrei dovuto parlare della partita di ieri sera ma, ditemi la verità, davvero c’è qualcosa da dire? Passiamo alle pagelle va.
SVILAR
MANCINI
CRISTANTE
ANGELINO
CELIK
KONÉ
LE FÉE
EL SHAARAWY
BALDANZI
PELLEGRINI
SHOMURODOV
ALL. JURIC

Vi starete dicendo: “ma ti sei dimenticato di scrivere voti e commenti ai calciatori!”
Eh no, non mi sono dimenticato. Ho semplicemente detto ciò che penso di questi personaggi indegni di vestire la nostra maglia (allenatore compreso che a questo punto penso sia l’ultimo dei colpevoli). Ho giudicato loro con ciò che mi hanno lasciato ieri sera, descrivendo in modo accurato quello che hanno dimostrato in campo…
Niente.
Cambiate allenatore, mandate via almeno una decina di personaggi indegni, fate ciò che volete, tanto finché non cambierete struttura e modo di pensare, finirà sempre allo stesso modo. Avete preso l’allenatore giusto per fare un salto in avanti, ma poi lo avete abbandonato a sé stesso e ha fatto la solita fine. Con DDR non ci avete manco provato, ma tanto pure lui stava già passando da scemo con una parte della tifoseria.
Domenica altro giro di giostra per la gioia di tutti… di tutti gli altri intendo.

Forza Roma
Ad maiora

Emiliano Petrone





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