Perseverante. È così che parlano della Roma. Perché, ancora una volta, è
la Roma che
risolleva le italiane in una settimana europea da incubo. Certo, non basterà per riportare cinque squadre in Champions, ma che dobbiamo fà tutto noi pure per gli altri? Ennamo su! A noi basta che la Roma ci metta sempre il massimo, con orgoglio e rabbia. Perché sì, per noi è un onore stare lassù nel ranking, ma
l’Europa è soprattutto
una battaglia alla ricerca di vendetta. Ogni giovedì sentiamo quel brividino e quella tensione in più.
Dopo Budapest, infatti, sembra ogni anno più dura, ma ci siamo ancora, anche stavolta, a lottare
contro tutto e tutti. Non solo gli avversari (“bestia nera”, fino a ieri sera), ma pure gli arbitri (troppi Taylor mascherati in giro) e a volte pure contro noi stessi!
Masochista. Eh sì, parlo della Roma pure così. Perché, pure in questi sedicesimi, se diamo a Cesare quel che è di Cesare,
i gol del Porto sò regali nostri. Nati da errori che non ti aspetti, ma che arrivano puntuali. Così come il calo di tensione nel secondo tempo, dopo che il Porto resta in 10. Siamo
sempre stati superiori, ma un po’ di superficialità ha portato a un palo loro (pe na volta che ce va bene) e a chiudere la partita solo all’83esimo. Ovviamente, sto a guardà il capello. La Roma ha giocato un gran calcio, sia all’andata che al ritorno e
Dybala nun se discute, è la nostra perla. Poi c’è la corsa e la tecnica dell’insostituibile Angeliño, l’abnegazione di El Shaarawy e anche Shomurodov che, giocando con più continuità, mostra le sue doti palla a terra (vedi assist). Sicuramente non è un goleador, ma ci sta, perché per me, non è neanche una prima punta. Due parole anche su
Mancini. È fiorito come na rosa. Ha lavorato tanto in questi anni e si vede, è più maturo nel gioco e di testa. La sua intervista post-partita? Perfetta: gasato il giusto, ma pure consapevole degli errori. E poi, quel dito sulla lupa, contro Stieler… ma di che stamo a parlà!
Capitano sempre.Sfortunata? Di sicuro, non vorremmo mai vedere la
Lazio in Europa. Ma, a quanto pare, quest’anno c’è ed è anche la
predestinata. Il sorteggio ha steso loro il tappeto rosso.
A noi, invece, ci tocca la favorita, che darà l’anima per arrivare alla finale in casa (quando glie ricapita), e pure
il ritorno a Bilbao. Poi, visto l’andazzo, la UEFA non farà il tifo per due italiane verso la coppa. E se devono scegliere, sappiamo già a chi manderanno l’arbitro “mascherato”. In ogni caso, la Roma sta risorgendo dalle ceneri, mentre alla Lazio, più prima che poi, dovrà pur finire la benzina. Stiamo a vedere.
Fabiana Teta