Approfondimenti

Non chiamatelo Capitano

di Stefania Amato
Redazione de Il Legionario
inserita 5 anni fa
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7:00
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Vogliamo solo giocatori motivati”. Così esordiva il neo ds Petrachi nella sua prima conferenza stampa in giallorosso. E sull’ipotesi Higuain aggiungeva: “Dev’essere il primo a crederci”.

Alla luce di queste affermazioni verrebbe da chiedersi il perché la tanto ostentata intransigenza dimostrata negli ultimi tempi nei confronti di giocatori che quanto meno hanno il merito di aver dato tanto alla As Roma svanisca d’incanto quando si pronuncia il cognome di quello che tanti amano chiamare semplicemente “il Pipita”. Calciatore dalle indiscusse doti, per carità, ma che non ha certo lasciato il segno nelle sue ultime esperienze. Arrivato al Milan per riportare i rossoneri in Champions ha raccolto un bottino di 8 reti in 22 partite complessive (6 in 15 di campionato): l’assist a Cutrone nel goal vittoria contro la Roma il punto più alto dell’anno. Il rigore sbagliato contro la Juventus con successiva espulsione quello più basso, con rendimento e comportamento non del calibro di un leader. In definitiva la scelta dei dirigenti rossoneri di investire sull’argentino un bel po’ di milioni e affidargli la leadership tecnica e morale di un gruppo da far crescere non è risultata la più azzeccata.

Raggiunto Sarri a Londra la musica non è cambiata: il forte impatto fisico dei difensori, il calcio diverso, gli arbitri pure... risultato: pacco rispedito al mittente. La Roma insiste nella trattativa, lo reputa la prima scelta... Il Pipita declina e continua a ripetere che se non giocherà con la Juve accetterà solo la Premier o la Liga. Si scomoda l’allenatore, telefonate, corteggiamenti... gli si promette addirittura la fascia di capitano.

Vogliamo solo giocatori motivati”, avevano detto. Noi vorremmo solo un po’ di coerenza.


Stefania Amato




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