La Sfera dei Capricci

La Sfera dei Capricci: Sacralità dell’invettiva

una rubrica di Franco Costantini
Redazione de Il Legionario
inserita 4 anni fa
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O Sfera che governi
del calcio il paradosso,
ispira versi eterni
al vate giallorosso…



Prima la Juve in Coppa Italia, poi la “Lazie” in campionato… Si profila una settimana terribile (daje Roma!: «qui si parrà la tua nobilitate»).


Mi preparo a soffrire, ché m’attende
duplice attesa fra le più tremende…

*

Parma Roma 0-2

Sono passati ormai 12 anni da quando la Roma vinse la sua nona Coppa Italia. Si era nel 2008, e nessuna squadra era ancora arrivata a quota “10 vittorie”. Fosse dipeso da me, avrei concentrato gli sforzi societari su questo obiettivo strategico: diventare i primi a potersi fregiare della “stella d’argento” sulle maglie.
Sappiamo, purtroppo, che le cose sono andate diversamente. Nel 2015, addirittura, fummo sùbito eliminati (in casa nostra) dallo Spezia, squadra che occupava l’undicesimo posto della serie B…
Comunque sia: la “stella d’argento”, ai mei occhi, è ancora un obiettivo allettante. Quasi sacro. Ecco perché la prestazione di Parma mi ha soddisfatto e rinfrancato. Così come mi ha soddisfatto e rinfrancato la prova del nostro Lorenzo Pellegrini, autore della doppietta decisiva.


Mi parve, quello a Parma, un “sacro viaggio”:
più che trasferta, fu “Pellegrinaggio”.

*

Genoa Roma 1-3

Spinazzola migliore in campo! (alla faccia dell’Inter; che, per giusta nemesi, inciampa a Lecce).
Ma del mancato scambio tra Politano e Spinazzola parlerò nel prossimo paragrafo. Qui voglio celebrare la bella reazione dei lupi al deludente inizio dell’anno nuovo.


Apre il Turco, raddoppia Spinazzola
(sebben con deviazione di Biraschi);
Dzeko fa tris, e la mia Roma vola:
per festeggiare, scolerò tre fiaschi.

Le prestazioni dei singoli? Tutte positive. Sugli scudi Spinazzola, Pellegrini e Pau Lopez; ma persino Santon (pur avendo le sue colpe sul gol di Pandev) ha meritato la sufficienza. La squadra, insomma, ha reagito bene alle difficoltà (due sconfitte casalinghe consecutive, l’assenza forzata di Kolarov-Florenzi-Zaniolo); e l’obiettivo di conquistare un posto Champions è oggi più credibile.
Per finire, un calembour in ottonari. Con sfottò annesso…


Fu “maiuscola” la gara
della nostra Roma cara…
Ma “maiuscola” è aggettivo
mica sempre positivo!
Gol dei Lupi? Son preziosi!
Guai del Genoa? Son Preziosi…

*

Gli anagrammi della settimana

1 e 2.
Mentre Politano è già a Roma (lo scambio con Spinazzola sembra cosa fatta), io trovo questo anagramma:


Il ritorno di Matteo Politano
→ In te, lodi: «Roma, ti porto in alto!»

Ma ecco che accade qualcosa di strano. Lo scambio non si fa più. E Politano - già fotografato sorridente con la sciarpa giallorossa in mano - torna in lacrime a Milano… Così, cerco un altro anagramma:

Politano, lasci la tua Roma… E dico:
→ «La colpa? È di Ausilio (con Marotta)»

3.
La Spal compie un’impresa a Bergamo, facendo un grosso favore ai nostri Lupi…

Atalanta Spal uno-due:
→ spunta un “altolà a Dea”

4.
A Napoli la situazione si fa grottesca. Con la rosa a disposizione dei partenopei, l’attuale classifica sembra inconcepibile. Premesso che sono un nostalgico del “derby del sole” (quando le tifoserie erano gemellate, unite contro lo strapotere delle squadre del nord), la mia “vis satirica” mi costringe ad uno sfottò anagrammatico. Gattuso, subentrato ad Ancelotti, colleziona 4 sconfitte in 5 partite: non si merita forse uno “strale”? (Assieme alla frecciatina, tuttavia, invio agli azzurri un augurio di pronta ripresa; con la speranza di ripristinare l’antica alleanza tra le tifoserie).


Napoli di Gattuso:
→ angolo stupidità…

*

Della sacralità dell’invettiva…

Juve - Roma in Coppa Italia.
Roma - Lazio in campionato.
Ci attendono due gare con le squadre che “odio” di più (sia chiaro: sto parlando di “odio sportivo”, un odio - pertanto - sublimato e ritualizzato, e del tutto innocuo).
Ma non permetterò mai che i sentimenti inficino la mia onestà intellettuale.
Sulla prossima gara di campionato, in particolare, voglio dire quanto segue: la Lazio è squadra fortissima, che negli ultimi anni è cresciuta e maturata, facendo dell’affiatamento la sua arma vincente; quest’anno potrebbero persino vincere lo scudetto, e non sarebbe immeritato.

Se per onestà intellettuale ho riconosciuto i meriti della Lazio, il mio “ventre” giallorosso punta in un’altra direzione. Ho una voglia “quasi dantesca” di prorompere in sacre invettive…
Ecco dunque un distico - in latino maccheronico - che è impregnato della sapienza apotropaica dei nostri avi greco-romani (Τρέσ καί τέτταρεσ σφαíρα λαβών, πάντα κακά φεύγονται: toccando tre o quattro volte i testicoli, tutte le sventure svaniscono).


          Terque quaterque testiculo tacto,
          ad merdam Latius adsultit de facto

Traduzione quasi letterale (non in metrica):
         
e tre volte e quattro volte palpato il testicolo,
          la Lazio si fiondi - di fatto - nella concimaia…

Traduzione poetica (in endecasillabi rimati):
         Tre e quattro volte mi palpo lo scroto:
         spero i laziesi s’immerdino in toto…


Franco Costantini



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