La Sfera dei Capricci

La sfera dei capricci: Lacrime in settenari

Una rubrica di Franco Costantini
Redazione de Il Legionario
inserita 5 anni fa
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10:00
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O Sfera che Sublime
del calcio crei l’idioma…
ispirami due rime
(e sempre Daje Roma!)



Premetto - a scanso di equivoci - che con DiFra scenderei felice anche in serie B. Amo chi ama la Roma; e, a chi ama la Roma, gli errori si perdonano. Sempre. Sta di fatto che le scelte del mister, ultimamente, non mi convincono: il tridente pesante al Meazza; Juan Jesus schierato contro il Chievo (in entrambi i gol subiti ci sono le colpe del brasiliano); il giovane Zaniolo "bruciato" a Madrid...
A preoccuparmi non sono soltanto le scelte di formazione: è la squadra nel suo complesso che ha perso gioco e nerbo (a parte Olsen, il cui anagramma è illuminante: Robin Olsen = son il "nerbo").


Il periodo, inutile celarlo, è di grande sofferenza. Vabbè. Il dolore tempra il carattere, dicono i filosofi (a proposito: noi siamo romanisti in quanto filosofi?, o filosofi in quanto romanisti?; giuro che non l'ho ancora capito). In ogni caso, è proprio nei periodi come questo che non bisogna smettere di sperare e di lottare.

Per dirla in ottonari autoironici:

Quando il campo brucia e scotta,
chi si estrania dalla lotta
è un "laziese di ricotta";
o un servetto di Pallotta
che da complice complotta
per le plusvalenze "a frotta"...

*

Roma Chievo 2-2

Sono quasi completamente d'accordo con le pagelle di Emanuele Grilli. Personalmente farei solo due variazioni: mezzo punto in più a Kolarov, 2 punti in meno a Juan Jesus (ai miei occhi, è stato lui il peggiore in campo). Mentre guardavo la partita, mi sono ritrovato a canticchiare mestamente questo stornello:

Fior de Filippa,
finché gioca Juan Jesus
(ch'è 'na pippa)
pe' gatti romanisti
nun c'è trippa

*

Real Madrid - Roma 3-0

Quando perdiamo tre a zero e il migliore dei nostri è il portiere... non ci resta che piangere. Proverò a lacrimare con dignità. In settenari.
(N.B.: nel secondo verso, "meu" - apocope del latino "meus" - è ovviamente un arcaico "mio"; la forma "meu", peraltro, sopravvive in diversi vernacoli).

Santiago Bernabeu:
piange lo core meu,
giacché, per mia disdetta,
Roma rimân Rometta...

*

Satira in anagrammi


1. Prima del riscatto in Champions, l'Inter aveva inciampato contro il Parma; il che mi ispirò la seguente frase anagrammata:
L'Inter perde in casa contro il Parma
= Cori (per anni ancór): «Spalletti merda!»

Una cosa voglio precisare: il bersaglio della satira, qui, non è la squadra (anche nella sconfitta c'è sempre dignità); e nemmeno il suo tecnico in quanto "tecnico"; il bersaglio è il "piccolo uomo" che maltrattò il mio Capitano (il che lo rese, ai miei occhi, moralmente indegno).


2. Con bel gesto ladronesco, sputerà a fiotti = Douglas Costa (perfetto stile bianconero)

Mi raccomando, fratelli romanisti: non fatevi irretire dalle argomentazioni di chi paragona questo sputo… a quello di Totti a Poulsen. Le analogie fenomeniche sono irrilevanti (sarebbe come paragonare un sadico che ti taglia un piede… al chirurgo che lo amputa per salvarti dalla cancrena: un’azione apparentemente simile può avere connotazioni etiche opposte). Totti ebbe un sacrosanto sfogo: l’indignazione dell’eroe di fronte all'antonomasia della viltà, della slealtà, dell'antisportività (Poulsen, appunto: forse il calciatore meno etico del mondo). Fu una felice reazione “di pancia”, che paradossalmente testimoniò la virtuosa purezza di Francesco. Un po' come Ulisse che bastonò Tersite. Un po' come Dante che fu scorretto con frate Alberigo («e cortesia fu lui esser villano»). Un po’ come Cristo che si mise a sbraitare e a rovesciare i tavoli dei mercanti del tempio. O qualcuno pensa che Cristo sia stato un teppista?


3. Infine, un anagramma che rende omaggio a una piccola e simpatica provinciale.
Di', Spal seconda?! = «Splendida cosa!»


Franco Costantini


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