La Sfera dei Capricci

La Sfera dei Capricci: Aridàje! Aridàjax!

Una rubrica di Franco Costantini
Redazione de Il Legionario
inserita 3 anni fa
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Al tuo cospetto, o Diva,
il mio desio s’evinca:
che Roma sempre viva,
che Roma lotti e vinca.


Non ricordo con esattezza il numero degli infortuni in stagione.
Cinquantanove?, o sessanta? L’ultimo, quello di Calafiori, dovrebbe essere poca cosa (niente lesione). Sta di fatto che la Roma, priva di “Spina”, di Smalling, di Kumbulla, di Zaniolo (e all’andata anche di “Michi”) è approdata alle semifinali di Europa League.
Infortunati, ma fortunati.
Rotti, ma retti.
Debilitati, ma abilitati.


Sia lode dunque ai nostri Lupi.

Stracchi e con acciacchi a pacchi.
Ma gioielli. Come i Gracchi.

Aridàje! Aridàjax!

*

Roma Bologna 1-0

Tre punti fanno sempre piacere. Ma il paradosso è che, dopo la vittoria, in classifica siamo messi peggio di prima. Tutte le prime sei, infatti, hanno vinto; e dunque i distacchi restano immutati, con una partita in meno a disposizione…
Ormai, raggiungere la Champions attraverso il campionato sembra un sogno quasi impossibile. Eppure è giusto provarci, sino alla fine.

E col Bologna la Roma ci prova, pur preservando (giustamente) qualche titolare per la gara di ritorno con l’Ajax (gara che, a questo punto della stagione, è decisamente più importante).

La partita è tutt’altro che bella, e i felsinei ci mettono spesso in difficoltà. Deludono, in particolare, Reynolds (troppo timido, all’esordio da titolare), Carles Perez (arruffone più che mai) e Pedro (mai brillante e sempre impreciso).
Ma i lupi, comunque, fanno branco. E riescono - con cinismo - ad acchiappare la preda, grazie alla zampata di Mayoral. Il suo quattordicesimo gol stagionale merita di essere celebrato:


S’invola Mayoral verso la porta;
con foga esce Skorupski qual ariete.
Ma Borja, attento, con manovra accorta
lo salta di scavetto e mette in rete.

*

Roma Ajax 1-1

Dicono che la sofferenza amplifichi la gioia del trionfo. Ma, per il sottoscritto, la partita di ritorno con l’Ajax ha amplificato - più che la gioia - i rischi di infarto. E anche il mio bagaglio di espressioni blasfeme.
Quando Pau Lopez ha servito per sbaglio Antony, ad esempio, sono esploso in complesse e irriferibili locuzioni, che associavano nomi santissimi a prostatiti e patologie affini. Tanto più che il nostro portiere, per rimediare al primo errore, ne ha commesso sùbito un secondo: la sua improvvida uscita ha lasciato la porta vuota; e ha costretto Diawara a una miracolosa respinta per evitare lo 0-1…
Pau Lopez ha mostrato mille altre indecisioni, culminate all’inizio della ripresa con un’altra disastrosa scelta di tempo nell’uscita (era meglio non uscire affatto, piuttosto che concedere a Brobbey il facile pallonetto del vantaggio olandese).

Secondo il sottoscritto, Pau Lopez è l’unico giallorosso a meritare l’insufficienza.
Per il resto, la partita ci ha visto subire costantemente (gli avversari hanno sfiorato il 72% di possesso palla), ma più per meriti dell’Ajax che per demeriti della Roma.
Parliamoci chiaro: gli olandesi sono più forti di noi. Siamo riusciti ad avere la meglio grazie all’umiltà, allo spirito di gruppo… e a un pizzico di buona sorte.
Fonseca non è stato certo perfetto (il solito ritardo sui cambi, ad esempio); ma forse la sua strategia di fondo è stata quella più giusta: squadra chiusa ma difesa alta ad accorciare i reparti (per rendere più difficile il gioco tra le linee in cui l’Ajax eccelle); costruzione dal basso limitata il più possibile (perché il pressing dell’Ajax è tra i migliori d’Europa); iniziativa lasciata all’avversario, e ripartenze con lanci lunghi sulle fasce, o a cercare le “spizzate” di Dzeko.
Una strategia che ha sacrificato il bel gioco sull’altare dell’efficacia. Risultato: la semifinale di Europa League!

L’azione del gol di Dzeko nasce da una delle rare volte in cui la Roma non ha rinunciato alla costruzione dal basso: Mancini recupera una palla in zona-corner e serve al centro Cristante, il quale - anziché spazzare via - la passa verticale a “Michi”; questi fa una giocata stupenda, e di sinistro, di prima intenzione, lancia Calafiori a galoppare sulla fascia; il baby giallorosso vola, salta un difensore e serve al centro; il pallone, sporcato da un difensore, si trasforma in un assist per Dzeko, che di prima intenzione trafigge Stekelenburg.


Cristante serve “Michi”, che di prima
lancia sulla sinistra il baby “Cala”;
vola il ragazzo, e infine si sublima
smarcando al centro Dzeko, che non sciala!

Aridàje! Aridàjax!

*

L’anagramma della settimana

Emerse “Roma che non cede”; fa i lupi esultanti:
→ semifinale europea col Manchester United!


Franco Costantini




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