La Sfera dei Capricci

La Sfera dei Capricci: «Famme diventà boscimano!»

una rubrica di Franco Costantini
Redazione de Il Legionario
inserita 4 anni fa
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O Sfera che governi
del calcio il paradosso,
ispira versi eterni
al vate giallorosso…



Il giorno dopo la partita di Bergamo (terza sconfitta consecutiva, sigh), in una chat giallorossa trovai questo scambio di battute:

                «Certo che questa Roma… è quanto meno “discutibile”».

                «A me “discutibile” pare un eufemismo.
                Userei un aggettivo più diretto: “rovinosa”».

Senza porre alcun freno alle mie follie creative (qualcuno potrebbe definirle “psicopatologie da giallorosso”), decisi di trarre “auspicio anagrammatico” dal suddetto dialogo. In primo luogo, sintetizzai le due battute in un endecasillabo: «Discutibile Roma? E rovinosa?». In secondo luogo, cominciai ad anagrammare la sintesi così ottenuta…
Ecco il sorprendente risultato:


                Discutibile Roma? E rovinosa?
                → Devi usare il rito boscimano

Ero così spiazzato, che lasciai cadere la cosa. Ma poi, la sera prima di Roma-Gent, mi sono ritrovato su internet, a digitare - su un motore di ricerca - le seguenti parole: “riti propiziatori boscimani”.
Ho studiato sul monitor per un’ora abbondante, ottenendo - naturalmente - soltanto una sommaria “infarinatura da web”. Tuttavia, con folle perseveranza, ho messo in pratica quanto appreso (adattando alla bisogna le mie novelle competenze da sciamàno).
Ecco quello che ho fatto: ho preso una foto di Pau Lopez; l’ho posata sulla nuda terra del mio giardino; l’ho circondata con 5 frammenti di sale grosso, alternati a 5 grani di pepe nero; mi sono accovacciato, e con i pollici ho “massaggiato” a lungo la foto, con la precisa “intenzione sciamanica” di trasferire sulle mie dita ogni negatività; poi (era ormai quasi mezzanotte) mi sono alzato e ho soffiato sulle mie mani, con la precisa “intenzione sciamanica” di disperdere nella notte gli spiriti maligni.

Se siete arrivati a leggere fino questo punto, sicuramente avrete borbottato qualcosa del genere: «A Frà, devi cambià pusher».
È quello che mi dissi anch’io, ridendo, mentre rientravo in casa (provavo per me stesso una forte, tenera compassione).



Poi, però, sono arrivate le partite con Gent e Lecce. In entrambe, Pau Lopez non ha subìto reti (anche per un pizzico di buona sorte). Così mi sono rivolto a QUIRINO (l’antica divinità romana che, secondo una tradizione, non sarebbe altro che il re Romolo asceso all’Olimpo). La mia prece si può condensare in un distico:


                «Se le tue mire co’ le mie collìmano,
                te prego: famme diventà boscìmano»

*

Roma Gent 1-0

Facciamo 9 tiri in porta, ne subiamo ben 14. La partita, di rara bruttezza, ci premia oltre i meriti: ma una vittoria ci voleva, per scacciare la crisi. Va bene così (anche se al ritorno potrebbe essere davvero dura; per andare fino in fondo in questa Europa League, ci vorrebbe ben altra Roma).
Comunque, mi godo la porta giallorossa inviolata. E ripenso a quel rituale…


                Le angosce dei tifosi si sublìmano:
                ci pensa Perez, che già tutti stìmano.
                (E i tifosi più mai non si deprìmano,
                ché li supporta lo sciamân boscìmano).

*

Roma Lecce 4-0

Ancora una volta, la Roma non brilla per continuità. Ma almeno a tratti, con le sue folate offensive, è capace di entusiasmare la Curva Sud. Non male, questo 4-0: fa sperare che la crisi del 2020 possa essere superata.
Decido di immortalare in quartina (con una similitudine… iperbolica) i quattro protagonisti della rotonda vittoria. Perdonatemi in anticipo per l’iperbato del verso conclusivo: non ho resistito alla tentazione di coniugare la metrica all’enigmistica!


               Undèr e “Miki”, poscia Dzeko e “Kola”:
               la Roma sembra il Barça di Guardiola!
               (sciàmano i versi, e lietamente rìmano
               se allo sciamàno sciàmano boscìmano)



Franco Costantini




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