Insert Coin
I crediti sono terminati… di Emiliano Petrone
Redazione de Il Legionario
inserita 19 giorni fa
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3:00
1411 Avete presente in sala giochi quando perdi tutte le vite a disposizione e dopo la scritta Game Over, compare Insert Coin?
Ecco, siamo arrivati a questo punto con la nuova dirigenza americana. Perché noi ci siamo giocati tutto quello che avevamo per seguire la Nostra Roma. Badate bene, ho scritto Nostra perché sia chiaro che la Roma non sarà mai vostra, neanche se spenderete cento miliardi di milioni. La Roma sarà sempre e solo dei Romanisti. Dicevo quindi, ci abbiamo messo il cuore, la passione, qualcuno si è pure indebitato per comprarsi l’abbonamento. Chi ci porta il figlio piccolo, chi la fidanzata o la moglie, chi la segue da casa, chi in radio, chi dal cielo, sempre presenti. Noi siamo quelli del “sord out” come ha ricordato ieri qualcuno che ha pascolato a latitudini purtroppo a noi vicine, non sapendo che nemmeno in dieci vite calcistiche vedrà mai così tanta gente allo stadio tifare anche nei momenti peggiori. Noi siamo quelli che finito il campionato già pensano al prossimo e sognano di vincerlo, restando sempre con questi sogni in tasca purtroppo. Ma fa niente, sognare è sempre magico, come la Roma d’altronde.
E per seguire la nostra squadra, la Nostra Roma vi abbiamo concesso tanti crediti così come li abbiamo concessi ai vostri predecessori. Per ora non abbiamo ricevuto indietro praticamente nulla se non quella notte di Tirana che sembra lontana ormai anni luce.
Il gioco è stato anche eccitante con il colpo da cinema di Mourinho. Cavolo, chi se lo aspettava. Poi però, se compri una Ferrari e ci monti l’impianto a gas, viene da sé che le cose possano anche non funzionare e quindi che fai? Dai la colpa al motore? E non si fa così. Allora cambi modello, ne prendi una che sicuramente vale meno dal punto di vista della cilindrata ma diamine, è bella davvero e talmente romantica che a noi tifosi non interessa se ancora deve carburare, lo faremo insieme, siamo disposti ad aspettare che si metta in moto nel verso giusto perché è così che siamo fatti.
Poi però non sei contento, non lo eri probabilmente neanche prima perché, diciamoci la verità, quella dei risultati è una scusa. Se mandi via l’allenatore è ovvio che questa cosa ce l’avevi già in mente da almeno un mese e cioè da prima che iniziasse il campionato e allora perché? Perché farci questo? Perché farci credere che per la prima volta, dopo tantissimi anni, la Roma sappia muovere braccia e gambe contemporaneamente? Perché illuderci che sia cambiato il vento e sia stata fatta una programmazione accurata se dopo quattro partite, l’ultima delle quali neanche giocata così male, lo mandi via?
“Perché dopo quello che hanno speso non vogliono rischiare di “bucare” la prossima Champions League...”
E quindi che fai? Prendi un allenatore (premetto che ho grande rispetto per Juric e di lui parlerò più avanti nell’articolo) che non ha mai fatto le coppe; quindi, non sa come gestire l’impegno infrasettimanale e non ha mai lottato per raggiungere un posto in “zona calda”.
Scelta quanto meno che ci lascia perplessi.
Per quello che mi riguarda, anche se potrò risultare impopolare ma non m’interessa, preferisco dire ciò che penso, l’allenatore migliore sul mercato (tolto Klopp irraggiungibile), era Maurizio Sarri. La giusta esperienza, conoscenza del doppio impegno, abituato a raggiungere più alti obiettivi stagionali e una squadra disegnata per il suo stile di gioco.
Troppo facile forse o troppo rischioso perché fino a poco tempo fa allenava quell’altri. Ma come, avete fatto una scelta “coatta” per dimostrare che comandate voi e poi avete paura di portare un “ex” sulla panchina?
La decisione presa dalla società è stata invece quella di IVAN JURIC.
Partendo dal fatto che, come allenatore, non mi dispiace per nulla in quanto lo reputo bravo tatticamente e le sue squadre hanno sempre un’idea di gioco ben definita con pressing alto, tanta intensità, cattiveria agonistica e buona fase offensiva con molti uomini nell’area di rigore avversaria. Ciò che mi preoccupa sono gli strascichi lasciati dall’uscita di Daniele De Rossi perché la sensazione che mi è rimasta sulla pelle è di una separazione, per la prima volta nella nostra storia, non voluta dai calciatori. Questa è la nota più negativa (se confermata, ovvio) poiché l’allontanamento del nostro Daniele De Rossi potrebbe subire l’effetto boomerang e tornare indietro a farci un male terribile.
Pochi giorni fa, sull’articolo della pagelle, concludevo ricordando la frase storica di Dino Viola… per chi non l’avesse letto (correte a farlo), ve la rimetto per intero:
Prima di salutarvi vorrei ricordarvi una frase del Grande Dino Viola che ha segnato il Romanismo dopo la finale contro il Liverpool: “La Roma non ha mai pianto e mai piangerà: perché piange il debole, i forti non piangono mai”.
Sappiate, cari presidenti d’oltreoceano e carissima CEO greca… che ce state a mette a dura prova e adesso, dopo quello che avete fatto, i crediti sono terminati…
E allora “Insert Coin” con il grande rischio che stavolta, il videogame Roma, vi mangi la moneta…
Forza Roma
Ad maiora
Emiliano Petrone