Il diario di Francesco
DIARIO

Il diario di Francesco 26/07/2016

Roma, 26 luglio 2016
Redazione de Il Legionario
inserita 8 anni fa
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15:00
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Ormai sembra cosa fatta: Gonzalo Higuain il prossimo anno vestirà la maglia della Juventus, andando a rinforzare ulteriormente una squadra che in Italia domina da diversi anni e che già ha acquistato quest’anno gente come Dani Alves, Pjanic, Benatia e il croato Pjaca. A prescindere dal fatto che questa trattativa si chiuderà o meno, perché il calciomercato ci ha abituato a colpi di scena continui, l’argentino ha già sostenuto le visite mediche per la vecchia signora: si è quindi detto disposto a lasciare la sua Napoli per andare a Torino, sponda bianconera. La città partenopea si è sentita tradita da quel giocatore che solo fino a due mesi fa cantava sotto la curva, facendo festa con i suoi tifosi per la stagione record che pure non aveva portato risultati concreti e vittorie, e che ora andrà a far coppia con Dybala.

Quello che noi tifosi non riusciamo a capire, e in questo Roma e Napoli sono due città molto simili per il loro modo di vivere il calcio ed il loro amore viscerale per le squadre di riferimento, è che per i giocatori questo è veramente soltanto un lavoro. Se il lavoro implica di dover cambiare città e squadra per vincere di più, o guadagnare un milione in più, ai loro occhi non c’è problema: non importa che la squadra sia la rivale di sempre per i tifosi che stai lasciando, o che sia un simbolo di potere da combattere sul campo per ottenere riscatto sociale. E guardando la cosa dai loro occhi, davvero non riesco a trovare qualcosa di sbagliato: che interesse dovrebbe avere Pjanic a rimanere a Roma, senza garanzie di vittorie né di poter competere in Europa, quando a Torino gli viene offerto uno stipendio maggiore, un’ipoteca sullo scudetto e la possbilità di giocare la Champions League con una rosa adeguata? È forse nato a Trastevere, comprende quello che proviamo noi per questi colori? Certamente no, e non ci ha pensato due volte a lasciare Roma e la Roma, pur consapevole di quello che troverà se mai dovesse rimettere piede in città. Questo suo trasferimento non è il primo di questo tipo: Higuain è l’ultimo in ordine di tempo, ma la lista è lunga e destinata ad ampliarsi viste le cifre che circolano.

Il punto è che in questo calcio malato, gli strani siamo noi tifosi che ancora ci affidiamo ad un sentimento piuttosto che al richiamo del denaro, noi che ancora speriamo in un miracolo anno dopo anno e ci emozioniamo quando questo miracolo succede ad uno di noi, come con il Leicester di Ranieri (grazie ancora eh, sor Claudio). E se nella Roma abbiamo un vanto, anche se non so ancora per quanto tempo visti i continui tentativi di accantonarli da parte di questa gestione societaria, Totti e De Rossi sono due che hanno rifiutato più volte tutto questo perché il loro sentimento per la maglia è enorme. E davvero, so che la cosa è stata ripetuta più volte e qualcuno magari si sarà anche stufato, ma forse non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo avuto, forse perché in questa città ci siamo abituati a tutto ciò e crediamo sia normale, ma non lo è per niente. E probabilmente chi ancora si permette di criticarli farà mea culpa quando fra qualche anno, e dico qualche anno perché sono un ottimista, non giocheranno più con la maglia della Roma e capiremo veramente che razza di fortuna abbiamo avuto, che uomini abbiamo avuto davanti prima ancora dei fantastici calciatori che sono. Spero veramente che Alessandro intraprenda la stessa strada continuando questa lunga tradizione, credo ci possa riuscire perché questa città ha qualcosa di magico capace di fartene innamorare davvero: intanto però mi godo gli ultimi momenti di Francesco, e probabilmente anche di Daniele, con questi colori addosso, grato a due persone con cui sono cresciuto e che tanto mi hanno insegnato sui valori, molto più dei vari benpensanti che vanno in televisione a criticarli e a sparare a zero su di loro alla prima occasione.

Grazie Francesco, grazie Daniele. E prima ancora grazie al Principe Giuseppe, ed Agostino. Tifosi dell’Associazione Sportiva Roma, proprio come noi: un sentimento bellissimo.

Francesco Giovannetti

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