(asroma.it) Per Federico Fazio la Roma di Spalletti ha l’obbligo di competere per vincere su tutti i fronti, dal campionato alle coppe.
Il difensore argentino, nella sua conferenza stampa di presentazione a
Trigoria, ha sottolineato come ovviamente al momento l’attenzione è
sulla gara con il Porto, decisiva per l’accesso al girone di Champions
League, ma che i giallorossi devono giocare ogni partita per vincere e
vedere poi dove arriva.
“La Roma secondo me deve lottare e competere su tutti i fronti, dal
campionato alle coppe” ha affermato Fazio. “Ovviamente l’appuntamento
con il preliminare di Champions League è quello che conta in questo
momento. Da lì poi ragioneremo partita per partita: la parola d’ordine
deve essere competere, competere, competere”.
Cosa serve alla Roma per battere il Porto?
“E’ una doppia sfida molto difficile e delicata: per noi sarà
importante iniziare bene la stagione ed essere competitivi affrontando
una partita già decisiva. E' bellissimo giocare in Europa, specie in
Champions League. Dobbiamo cercare di centrare questo obiettivo. Il
gruppo lo sa e ne è consapevole. Nella gara di andata sarà importante
soprattutto non prendere gol”.
In pochi giorni a Trigoria hai subito giocato con la Primavera e poi a Latina: come giudichi il tuo impatto con club?
“I primi giorni mi sono allenato con la Primavera per mantenere il
ritmo partita, visto che la squadra era impegnata tournée negli Stati
Uniti. Al rientro della squadra in Italia, ho conosciuto i miei nuovi
compagni e mi sono allenato con loro. Con il Latina ho poi giocato i
miei primi 90' dopo tre mesi e mi sono trovato bene, sia a livello
fisico che nell'intesa con i miei compagni”.
Avresti mai immaginato di poter giocare in Serie A e che immagine avevi prima della Roma?
“Ho avuto l’occasione di giocare in Liga e in Premier League, ma il
mio obiettivo era quello di giocare un giorno in Italia e ci sono
riuscito. Sono venuto in una squadra importante come la Roma, che per me
è la più importante a mio avviso. E’ un grandissimo orgoglio giocare
per una tifoseria così appassionata e quindi io non vedo l’ora di
giocare davanti al nostro pubblico”.
Che preparazione fisica che hai trovato qui in Italia? Preoccupato per il tuo ambientamento?
“Tutti i campionati hanno le proprie caratteristiche, in Italia
quindi ci sono delle differenze con Spagna e Inghilterra. Io dico che la
Serie A può adattarsi al meglio alle mie caratteristiche, quindi non
sono preoccupato per il mio ambientamento qui. Il mio punto di forza è
quello di lottare sempre, essere una persona competitiva, che vuole
vincere, con una mentalità vincente e per questo sono arrivato qui.
Speriamo di vincere dei titoli già da quest’anno”.
Spalletti ti ha già dato qualche indicazione sulla difesa a 3 o a 4?
“In questi primi giorni il mister ha trasmesso a me e ai miei
compagni la sua personalità e il suo carisma, ma non siamo ancora
entrati nei dettagli tattici. Dal mio punto di vista comunque io non ho
problemi a giocare in una difesa a 4 o a 3, posso giocare a destra o a
sinistra: sono a disposizione del mister. Per ora non abbiamo parlato,
avremo il modo di entrare nel dettaglio nei prossimi giorni”.
Hai avuto problemi fisici nelle scorse stagioni?
“Solo negli ultimi 6 mesi al Tottenham non ho avuto continuità. A
Siviglia sono stato sempre bene fisicamente. A me piace lavorare duro e
allenarmi con continuità: dal punto di vista fisico non ho quindi
particolari preoccupazioni”.
A che difensore ti ispiri?
“Uno dei giocatori che mi piaceva di più era Walter Samuel, che
seguivo da tifoso del Boca e che ho seguito anche qui alla Roma. Un
altro giocatore che per me è stato un riferimento è stato Gabriel
Milito.”
Hai avuto modo di parlare con Franco Baldini: che ruolo ha avuto nella trattativa?
“Non ho avuto modo di parlare con lui, avevo parlato con lui quando
mi trasferii al Tottenham. Questa trattativa ha riguardo solo i club,
nulla di più”.
Hai parlato con Perotti, già tuo compagno di squadra a Siviglia, prima del tuo trasferimento?
“Sì, Diego è un mio caro amico. Ero già venuto a trovarlo a marzo:
era appena arrivato ma già mi parlava in termini entusiastici della
squadra e della passione della tifoseria. Mi aveva quindi subito detto
che era un grandissimo club la Roma. Avendolo fatto già in passato per 7
anni, ora poter condividere di nuovo con lui momenti di calcio su un
terreno di gioco è davvero molto bello: è un orgoglio e un grandissimo
onore”.