Approfondimenti

Damiano Tommasi: L’Anima Candida della Roma (con video)

a cura di Emanuele Grilli
Redazione de Il Legionario
inserita 4 anni fa
2720
0:00
132104104
È stato il giocatore più importante della squadra. Più di Totti e Montella, più di Batistuta”.
Se queste parole vengono dette da un certo Fabio Capello dopo la storica vittoria dello scudetto nel 2001, probabilmente il tuo contributo alla causa sei riuscito a darlo.
Quello di cui parleremo oggi non è un giocatore famoso per la sua tecnica straordinaria, per il suo dribbling funambolico o per giocate spettacolari in mezzo al campo, ma per essere un vero e proprio UOMO al servizio del pallone. Il classico giocatore che in campo non si fa notare particolarmente ma che risulta, alla fine dei giochi, tremendamente importante per l’equilibrio tecnico-tattico della propria squadra. E se poi ti rendi protagonista di un episodio rimasto unico nella storia del calcio italiano, ti meriti senza ombra di dubbio il ruolo di Anima Candida della Roma. Questo è il racconto del centrocampista Damiano Tommasi, uno dei giocatori più amati nella storia del tifo giallorosso.

GLI INIZI
Damiano Tommasi nasce il 17 maggio 1974 a Negrar di Valpolicella, un piccolo paesino in provincia di Verona, iniziando fin da subito ad interessarsi al mondo del pallone. A soli 11 anni infatti entra a far parte delle giovanili della propria città, e nel 1990 viene inserito ufficialmente nella primavera del Verona, compiendo il primo vero salto importante della propria carriera. Dopo 3 anni su buoni livelli dove si distingue come un centrale difensivo sicuro e affidabile, arriva nel 1993 l’esordio ufficiale in prima squadra e il conseguente cambio di ruolo da difensore centrale a centrocampista tuttofare, che sarà la sua fortuna da qui fino alla fine della carriera. Anno dopo anno Tommasi riesce a migliorare sotto tutti i punti di vista, sia a livello di copertura che di gestione palla, e nella stagione 1995/96 contribuisce in maniera netta alla storica promozione dei gialloblù in serie A, che mancava da quelle parti da ormai 4 anni. Dopo 78 presenze e 4 gol, e aver ottenuto l’obiettivo prefissato del ritorno in A, arriva nel 1996 il salto definitivo nella carriera del giocatore: la Roma di Franco Sensi.

LA ROMA
Il giocatore è uno dei primissimi acquisti del mercato estivo giallorosso, identificato subito come fulcro del centrocampo della nuova Roma di Carlos Bianchi. Nonostante una stagione complessivamente mediocre a livello di squadra, Tommasi è uno dei pochi a meritare continui elogi, grazie al suo enorme spirito di sacrificio e una duttilità che gli permetteva senza problemi di giocare su ogni zona del campo. Al suo primo anno in giallorosso riesce a trovare ben 34 presenze e 3 gol, uno in casa della Reggiana e due nei trentaduesimi di finale di Coppa UEFA contro la Dinamo Mosca, di cui uno di questi considerato dal giocatore come il migliore di tutta la sua carriera. La stagione successiva, con l’arrivo di Zeman in panchina, Tommasi rimane un titolare inamovibile, grazie alla totale fiducia del mister e di un pubblico che, partita dopo partita, comincia ad apprezzare sempre di più le sue qualità. Nei due anni col boemo in panchina Tommasi totalizza ben 83 presenze e 1 gol, venendo confermato successivamente anche con l’arrivo di Fabio Capello e la prima rivoluzione della rosa giallorossa. Rispetto a Zeman Capello si dimostra meno benevolo e più rigido, ma questo non gli impedisce di mantenere il posto da titolare e il ruolo di perno di tutto il centrocampo giallorosso. Centrale, mezzala, regista e ala, Tommasi verrà definito dal mister come un “interno atipico che si muoveva in una zona del campo indefinita”, affermazione che rende bene l’idea della sua duttilità in mezzo al campo. Nella stagione 2000/01, conclusa con il già citato terzo scudetto giallorosso, Tommasi è in assoluto uno dei principali protagonisti, soprattutto se consideriamo il brutto infortunio di Emerson e il suo ruolo di aiutante del subentrato Cristiano Zanetti. Nella stagione dopo, conclusa con ben 46 presenze complessive, Tommasi riesce a vincere la Supercoppa Italiana contro la Fiorentina, e a segnare un gol importante nella vittoria storica per 3-0 contro il Barcellona in Champions League. Questo periodo d’oro con la maglia giallorossa gli consente di trovare la titolarità anche con la nazionale italiana, col quale disputerà il Mondiale in Corea purtroppo terminato agli ottavi con una sconfitta che non sto qui a raccontarvi. Nelle stagioni successive Tommasi cala leggermente il suo rendimento, giocando qualche partita in meno ma trovando comunque gol importanti come quello del 2-1 nella vittoria interna di campionato contro il Milan, che pochi mesi dopo avrebbe vinto la Champions League. Nell’estate del 2004 però, in maniera totalmente improvvisa, arriva l’episodio che rovina la carriera del giocatore giallorosso. Durante un'amichevole contro lo Stoke City, dopo un duro contrasto con Gerry Taggart, Tommasi riporta la rottura del crociato anteriore, quello posteriore, del collaterale mediale esterno e interno, dei due menischi, infrazione dei condili e del piatto tibiale. Un infortunio a dir poco tremendo, che costringe il giocatore fuori dai campi per un anno intero e che sarà uno dei motivi del fallimento giallorosso nella stagione 2004/05. Durante questo periodo, in cui il giocatore comincia un lento e difficile recupero, arriva un episodio che si può considerare unico nel panorama calcistico europeo: considerata l’impossibilità di giocare e quindi di difendere i colori giallorossi, Tommasi rinegozia il suo contratto arrivando a prendere solamente 1500 € al mese, il minimo salariale per un giocatore professionistico. Un gesto quanto mai insolito e a suo modo commovente, che ha alimentato ulteriormente l’amore tra il giocatore e la tifoseria giallorossa, già forte fino al momento di quel brutto infortunio. Il ritorno in campo arriva il 30 ottobre 2005 contro l’Ascoli, mentre il 27 novembre arriva finalmente l’esordio dal primo minuto contro la Fiorentina, in cui tra l’altro riuscirà a segnare dopo pochi secondi il gol dell’1-0 giallorosso. Alla fine della stagione 2005/06, dopo ben 10 anni conditi da 351 presenze e 21 gol, Tommasi decide di lasciare i colori giallorossi, probabilmente rendendosi conto che il ciclo con questa maglia era ormai al tramonto. 9 anni dopo verrà inserito giustamente nella Hall of Fame giallorossa, che racchiude tuttora i migliori giocatori che abbiano mai vestito la nostra maglia.



ESPERIENZE ALL’ESTERO
Nell’estate del 2006 Tommasi decide di andare al Levante, promosso da poco nella massima serie spagnola. Qui l’italiano riesce a tornare ai fasti di un tempo, giocando titolare quasi tutte le partite e dando una mano importante alla salvezza ottenuta alla fine della stagione. Come al solito però un brutto infortunio al ginocchio gli rovina i piani di rinascita, costringendolo a sole 18 presenze nella stagione successiva e alla mancata riconferma del contratto biennale firmato con gli spagnoli. Rimasto senza squadra Tommasi decide di accasarsi al Queens Park Rangers dei proprietari Bernie Ecclestone e Flavio Briatore, senza riuscire però a trovare né campo e né continuità. Dopo soli 6 mesi conditi da 7 presenze e 0 gol, Tommasi decide di rescindere il contratto e provare un'esperienza del tutto particolare, andando a vestire la maglia del Tianjin Teda in Cina. Questo trasferimento lo rende ufficialmente il primo italiano nella storia del calcio a giocare nel campionato cinese, seguito poi dai vari Pelle, Eder, Diamanti, El Shaarawy e tanti altri. Qui l’adattamento del giocatore è inizialmente complicato e difficile, ma come confermato da lui stesso nel libro “Mal di Cina” sarà una tappa fondamentale per fargli capire usanze e costumi di un paese (e campionato) totalmente diverso da quello italiano. Nella sua prima e unica stagione in terra cinese Tommasi colleziona 29 presenze e 1 gol, per poi decidere di tornare a Verona e smettere definitivamente col calcio professionistico.

LE ULTIME ESPERIENZE DILETTANTISTICHE
Nonostante questo iniziale stop da giocatore Tommasi decide di non abbandonare il terreno di gioco, e nel 2009 torna a giocare in seconda categoria con il Sant’Anna d’Alfaedo, squadra vicina alla sua città natale e nel quale ritroverà anche i suoi due fratelli calciatori. Nel 2015 inoltre, a ben 41 anni compiuti, Tommasi decide di accettare l’offerta de La Fiorita, squadra del campionato di San Marino che in quel momento si ritrovava a giocare i preliminari di Europa League contro il Vaduz. Con questa maglia Tommasi giocherà unicamente i turni europei sfidando il Debrecen nel 2016, il Linfield nel 2017 (al quale ho potuto assistere dal vivo con i miei amici) e il Lincoln Red Imps, che tuttora è l’ultima partita giocata dal riccioluto centrocampista.

NAZIONALE E DIRIGENZA
Parlando del paragrafo con la nazionale italiana è giusto menzionare le 25 presenze e 1 gol dal 1998 al 2003, con l’esordio ufficiale con Dino Zoff in panchina e il periodo d’oro con Trapattoni allenatore. Dal 9 maggio 2011 inoltre, Tommasi è alla guida dell’Associazione Italiana Calciatori, mentre dal 2018 è consigliere federale della FIGC, insieme a Gabriele Gravina alla presidenza.

CONCLUSIONI
In conclusione, cosa si può aggiungere su un giocatore strepitoso come Damiano Tommasi? Personalmente penso che si possa considerare il connubio perfetto tra tecnica e professionalità, il classico giocatore utile alla causa impossibile da criticare per comportamenti extra calcistici. Personalmente mi sento onorato di aver avuto un giocatore come lui con la nostra maglia, perché ti fa capire che nel calcio non bastano solo i soldi, la bravura e la fama per essere ricordati. Serve essere, prima di tutto, degli UOMINI VERI.


Emanuele Grilli





Copyright 2016 © By Il Legionario di Elena Sorrentino - Tutti i diritti sono riservati - Vietata la riproduzione non autorizzata