News
NEWS

Conferenza Stampa di Eusebio Di Francesco

Dopo la firma di ieri il nuovo tecnico ha parlato nella sua prima conferenza stampa a Trigoria
Rassegna Stampa
inserita 7 anni fa
1970
7:00
162171171
ROMA - E' iniziata l'era di Eusebio Di Francesco, che si (ri)prende la Roma dopo averne vestito i colori da calciatore e da team manager (con Luciano Spalletti in panchina). L'ormai ex tecnico del Sassuolo, che forte del contratto biennale firmato ieri ha intanto ricevuto in dote il primo rinforzo da Monchi (si tratta del difensore messicano Hector Moreno acquistato dagli olandesi del Psv Eindhoven), si presenta oggi ufficialmente a Trigoria dove è arrivato sorridente e in giacca e cravatta. Saluti e strette di mano con tutti i dipendenti giallorossi prima di entrare in sala stampa per la sua prima conferenza stampa ufficiale anticipata però dalle classiche foto di rito. Ad aprire la conferenza il diretotre sportivo Monchi, che fa gli onori di casa in spagnolo: «Sono felice perché torna a casa uno dei nostri, perché la Roma riabbraccia Di Francesco - ha detto l'ex dirigente del Siviglia -. E il mio obiettivo era che Eusebio fosse qui, lo abbiamo scelto per il suo lavoro e per la sua capacità di competere dimostrata nel Sassuolo».

LE PRIME PAROLE - «Prima di cominciare con le domande - ha esordito il nuovo tecnico - vorrei ringraziare il presidente Pallotta, Gandini, Baldissono e il direttore sportivo Monchi per avermi voluto qui e allo stesso tempo ringraziare tutto l'ambiente del Sassuolo per i fantastici cinque anni passati insieme, in particolare al patron Squinzi per la sua fiducia, la stima e gli affetti. Quella neroverde è una pagina sportiva che non dimenticherò mai. La Roma? In questi anni si è dimostrata una squadra di livello top che ha avuto solo la sfortuna di trovare davanti una Juventus fortissima».

TIFOSI E STADIO - Poi Di Francesco parla dei tifosi: «I tifosi giallorossi sono davvero il dodicesimo uomo in campo e parlo perché li ho vissuti. A tutti i miei calciatori cercherò di trasmettere un grande senso di appartenenza. Dobbiamo lavorare fin da subito per farci trovare pronti in ogni competizione che affronteremo, perché questa società se lo merita. E' vero che nella stagione appena passata sono stati fatti 87 punti, ma io sono qui per cercare di fare qualcosa in più con l'aiuto di tutti. Il nuovo stadio di proprietà? Sono convinto che ci arriveremo e potremo festeggiare, anche perché ci consentirebbe di avere i tifosi ancora più vicini e sarebbe motivo di orgoglio».

SALAH, RUDIGER E... TOTTI - Alla domanda sulle possibili partenze di Salah al Liverpool e di Rudiger all'Inter risponde Monchi: «La volontà della Roma non è quella di vendere giocatori ma di costruire una squadra più forte possibile per dare a Eusebio la possibilità di lavorare al meglio. E' vero che per Salah c'è un'offerta, mentre per Rudiger sono zero le possibilità che lasci la Roma». La palla poi torna poi al tecnico e gli viene chiesto di Totti e del futuro del suo ex capitano: «La società ha parlato con Francesco e ora starà a lui dire cosa vorrà fare in futuro».

MOTIVAZIONI E COMPATTEZZA - A chi gli chiede che idea si è fatto della 'fretta' della piazza e dei sei allenatori che in nove anni si sono alternati sulla panchina della Roma: «So che l'ambiente non è uno dei più facili ma sono sereno e non penso ai problemi ora. Voglio portare il mio entusiasmo e insieme alla società creare la compattezza necessaria per fare bene. Questa sarà un'esperienza per me ma ho consapevolezza e allo stesso tempo umiltà nel lavoro. Concetti questi che voglio trasmettere ai miei calciatori che dovranno dedicarsi al lavoro».

BERARDI E MORENO - In tema di calciomercato è caldo il nome di Berardi, che lui ha cresciuto al Sassuolo: «E' un grande calciatore con cui ho vissuto un'entusiasmante avventura, ma sulle possibilità che arrivi dovete chiedere al diesse Monchi con cui ho concordato anche l'arrivo di Hector Moreno. Insieme cercheremo di allestire una squadra molto forte». Il microfono torna poi a Monchi: «La Roma non è un supermercato: dobbiamo fare bene in Europa e in Italia dopo il secondo posto. Vogliamo mantenere la squadra al livello più alto possibile anche se non esiste nessun club che non vende giocatori: se partirà qualcuno però andrà sostituito adeguatamente».

FILOSOFIA E MODULO - Di Francesco parla poi della sua filosofia di gioco: «Anche con il Sassuolo ho cercato sempre di fare un calcio propositivo e in una squadra forte come la Roma questo non cambierà. Partirò dal 4-3-3 con cui mi esprimo meglio ma lavoreremo anche per adattarlo alle caratteristiche dei calciatori che dovranno essere pronti a cambiare in corsa. Nainggolan trequartista come quest'anno? Io penso che da mezzala con i suoi inserimenti e in un sistema di gioco coordinato possa fare persino meglio. Poi, non dico in sviluppo ma in dinamica, si può cambiare qualcosa nell'assetto anche se va ricordato che io sono stato scelto per il mio modo di fare calcio che è quello che dovrò trasmettere a tutta la squadra. Pellegrini? E' un gicatore molto interessante su cui la società sta lavorando per riportarlo a casa. E' una mezzala cresciuta tantissimo fino ad arrivare in nazionale. Alle due mezzali e agli esterni chiedo poi grande sacrificio, questo il direttore Monchi lo sa e sta monitorando il mercato per accontentarmi».

GLI OBIETTIVI - A Di Francesco si chiede poi di fissare degli obiettivi minimi: «Io non voglio fare proclami, ma umiltà nel lavoro. Volando bassi possiamo arrivare molto in alto, però oltre che di speranza dobbiamo vivere di concretezza. L'entusiasmo nel lavoro e nell'allenarsi è però foindamentale per trascinare il gruppo e coinvolgere tutti i calciatori. Solo così ci toglieremo grandi soddisfazioni».

FLORENZI - Di Francesco parla poi di Florenzi, che a destra potrebbe ricoprire più posizioni: «Auguriamogli prima di tutto di rimettersi a posto dopo l'infortunio. Lui è molto bravo ad attaccare la porta e ha fatto anche il terzino, pure se deve migliorare nella fase difensiva. Io lavoro molto nella specificità del ruolo e Florenzi voglio prima allenarlo, magari già a Pinzolo, per capire in che ruolo schierarlo».

DE ROSSI - Il nuovo tecnico elegge poi il suo leader: «Il primo che ho chiamato è stato De Rossi e torno così al senso di appartenenza. E' l'idolo di mio figlio, che gioca al Sassuolo, e questo per le doti mostrate non solamente in campo. Lui sarà fondamentale, indipendentemente dal fatto che giocherà titolare o meno. Bruno Peres? Già nel Torino aveva fatto molto bene e lo tengo in grande considerazione».

STROOTMAN E PAREDES -
Le ultime battute su due centrocampisti come Strootman e Paredes, che rappresentano rispettivamente una certezza e una scommessa non ancora vinta completamente dalla Roma che aspetta la definitiva esplosione dell'argentino: «Strootman è un'ottima mezzala e dopo l'infortunio è tornato ad essere trascinante, una sorta di capitano in campo che è cresciuto molto anche nella capacità di inserimento. Paredes lo considero invece un centrale nella mediana del 4-3-3».

(fonte CorSport)

Copyright 2016 © By Il Legionario di Elena Sorrentino - Tutti i diritti sono riservati - Vietata la riproduzione non autorizzata