Triplice fischio
STADIO

Come in un film che lascia tutti senza parole

Il Capitano entra a gara in corso e cambia l’andazzo: prima un assist a Dzeko e poi il rigore che fa scoppiare l’Olimpico (di Massimo Salvo)
Redazione de Il Legionario
inserita 7 anni fa
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7:00
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«Ti penso e cambia il mondo», cantava Adriano Celentano. Parafrasandone il ritornello, alla luce dell’ennesima magia di Totti potremmo metterlo così: «Tu entri e splendi a fondo», rispettando così anche la metrica. Ancora lui, ancora una volta la sua firma nonostante quella messa a giugno sarà l’ultima di una carriera pazzesca.

Pazzesca come la Roma, d’altronde, che nel grigiore di una domenica tempestosa decide di complicarsi la vita dopo essere andata in vantaggio. Un vantaggio meritato, che all’8’ Perotti serve al bacio a Salah che, di testa, deve solo appoggiarla in rete. E’ l’1-0, e giunge nella fase massima di spinta dei giallorossi, che sfiorano il raddoppio con El Shaarawy appena un minuto più tardi.

Poi il buio. In tutti i sensi: il cielo diventa cupo, fino man mano a chiudersi e a sprigionare acqua. E, insieme al campo, si bagnano anche i meccanismi tattici di una difesa allo sbando, che al 18’ si perde Muriel e lo induce al goal del pareggio: in realtà il colombiano fa più di quanto la Roma gli regali, con un tiro al volo da posizione angolata, ma questa è un’altra storia.

La pioggia scende copiosa e ormai il caos è servito. Al 41’ Ricky Alvarez batte un calcio d’angolo che sa di beffa: Szczesny accenna l’uscita, la palla però accelera e lo supera, lasciando Quagliarella libero di insaccare. I fischi stordiscono l’udito e fanno passare in secondo piano perfino i tuoni che, senza pietà, minacciano l’apocalisse.

Apocalisse che poi di fatto arriva, tanto che Giacomelli di Trieste è costretto a sospendere il match per più di un’ora. Mai visto un Olimpico così bagnato, così allagato. Quando le squadre rientrano in campo, altrove le partite sono già finite di un pezzo, ma nessuno in Italia sa che il vero spettacolo deve ancora arrivare. Uno spettacolo di nome Totti.

L’eterno n. 10 è già in campo ad inizio ripresa e, come per magia, tutto torna a splendere come nei primi minuti di gara. Tranne il sole, ovviamente, ma già è tanto che la pioggia si sia placata. E’ il 61’ quando Totti effettua un lancio al bacio per Dzeko che, una volta dentro l’area di rigore, si ricorda il suo vero valore e batte Viviano per il tanto agognato pareggio.

E non è finita qui. Da l in poi si susseguono numerose occasioni per poter ribaltare sin da subito il risultato, ma in fondo si sa, la degna conclusione di un film arriva solo coi titoli di coda. E allora ecco che l’arbitro, vedendo al 94’ Dzeko finire a terra in area, fischia il rigore e consegna al Capitano l’eterna gloria. La sua rincorsa è breve, ma negli occhi dei tifosi sembra infinita: ancora un altro secondo, poi finalmente il tiro che spiazza il portiere e fa esplodere lo stadio, comprese le coronarie di Spalletti, che a fine gara dirà: «La Roma deve trovare chi può sostituire Totti nel cuore delle persone».

Massimo Salvo


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