Triplice fischio

AZ Alkmaar Roma 1-0 - Pour parler tra romanisti

Ciao a tutti. Oggi venerdì 24 gennaio 2025 inauguriamo questa nuova rubrica, con l’intento di dar voce al popolo giallorosso, in uno spazio virtuale dove si chiacchiera come al bar. Di Fabiana Teta
Redazione de Il Legionario
inserita 19 giorni fa
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3:00
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Abbiamo scelto oggi, perché è la giornata perfetta, quella più emblematica del nostro umore. Una giornata che noi romanisti stiamo vivendo senza entusiasmo, senza forze, senza niente. Perché il pensiero è lì, a quei nove mesi SENZA vittorie fuori casa. Il che è ancora più assurdo, se pensiamo al fatto che proprio noi siamo famosi nel far resuscitare chiunque. Eppure, non riusciamo a resuscitare noi stessi, neanche per caso, dopo più di mezzo campionato! Sui social, la linea tra il no comment e gli insulti è sottilissima. E con piena ragione direi. Stiamo vivendo il gran classico del “famo un passo avanti e tre indietro”. Addirittura, adesso, rischiamo persino i playoff di Europa League, perché abbiamo perso contro l’AZ (ma chi li conosce, se non come il dentifricio?). Se la speranza è l’ultima a morire, soprattutto in noi giallorossi, lo sforzo che dobbiamo fare è da veri gladiatori.

Ranieri si è arrabbiato molto durante la partita. Ai microfoni, ha parlato di boccone amaro, di partita in mano (?), ma vinta dagli avversari con un tiro. Le cose non ci tornano. Ha chiesto verticalità e velocità, il che ci piace, ma i giocatori non l’hanno fatto e l’ha ammesso lui stesso; quindi, come fa ad essere una buona partita? Ogni allenatore ha le sue fisse e pare che quello che vediamo noi è sempre diverso da quello che vedono loro. Non abbiamo giocato bene, la squadra ha trotterellato a vuoto: pressing in attacco senza senso, tantissimi errori, nessuna vera idea. Le domande sono tante. Perché non cambiare modulo data la presenza di Celik? Perché non sostituire Pisilli, dopo che ha sbagliato tutto il possibile? Cosa avrà mai fatto di male Baldanzi per non essere inserito prima? È un enorme work in progress per Ranieri e lo staff e noi facciamo ancora il tifo per loro. Ma non finisce qui. Anzi, non finisce mai in casa Roma.

C’è una sorta di bug che riguarda i pochi validi nuovi acquisti arrivati negli ultimi anni. Tutti partono a mille, sembrano forti (e lo sono), ma poi qualcosa cambia. Ieri Koné, ormai diventato idolo per il suo atteggiamento e la sua forza, non pareva lui. E non è stata la prima volta. È vero, è sempre titolare e gioca col tutore, ma ci ha già dimostrato gli strappi che può fare per girare la partita a nostro favore. È come se a un certo punti i giocatori vengono inglobati e si adagiano nel grigio mood generale della Roma. Una Roma che nel DNA recente ha la lentezza, la scarsa cattiveria e l’alternanza nelle prestazioni. Una Roma senza mentalità vincente, soprattutto fuori casa. Anche Mou ne parlò in maniera chiara e semplice in una conferenza stampa di tempo fa e, nonostante questo, riuscì comunque a portarci a due finali europee di fila. Anzi, a una coppa e mezza (ogni riferimento NON è casuale).

Quindi, qual è il problema della Roma? Di certo, non è maledetta e noi tifosi non le volteremo mai le spalle. Ma certamente ha bisogno di quel qualcosa in più, che è fondamentale: una mentalità vincente e un maggiore attaccamento alla maglia. Per farlo servono la squadra, l’allenatore e soprattutto quelli che stanno dietro di loro. Perché la giusta mentalità si costruisce e si mantiene solamente insieme. È così difficile da capire, americà? A Roma fai cassa anche nei momenti difficili, ma a lungo andare… il pesce puzza sempre dalla testa, lo sappiamo tutti.

Fabiana Teta





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