Approfondimenti

La storia dei numeri 9 della Roma

a cura di Emanuele Grilli
Redazione de Il Legionario
inserita 3 anni fa
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Salve a tutti amici lettori e bentrovati in una nuova puntata della rubrica dedicata alla storia dei numeri giallorossi. Quest’oggi andremo ad analizzare tutti i numeri 9 che hanno vestito la maglia della Roma dalla stagione 1995/96 ai giorni d’oggi. Per quelli che non lo sanno infatti quello fu il primo anno in cui si poteva scegliere un numero personalizzato, a differenza degli anni precedenti in cui il tuo numero dipendeva dalla tua presenza (o meno) negli 11 titolari. So bene che il numero 9 è identificativo del bomber, e che pertanto è stato caratteristico di giocatori come Roberto Pruzzo e Rudi Voeller, ma se volete sentire la mia opinione su di loro ci sono due articoli a riguardo all’interno del sito. Detto questo le premesse sono finite, quindi non mi resta altro che augurarvi buona lettura!

1. ABEL BALBO (1995/96 - 1997/98): Il primo numero 9 effettivo della Roma è stato il centravanti Abel Balbo, che al tempo stesso si può considerare il primo vero acquisto di livello dell’era Sensi. Cresciuto calcisticamente in patria e maturato in Italia all’Udinese, Balbo arriva nel 1993 e subito dimostra le sue ottime qualità. Nonostante una velocità non eccelsa infatti Balbo riusciva a trovare il gol con una facilità disarmante, grazie a un cinismo e una tecnica importante che lo resero per tanti anni il terminale offensivo giallorosso. Con la Roma l’argentino resterà per ben 5 anni segnando la bellezza di 87 gol in 182 presenze e rischiando di vincere il titolo di capocannoniere nella stagione 1994/95, venendo superato solo da un certo Gabriel Batistuta. Con Fonseca prima e Totti poi Balbo forma un tridente forte e completo, ma per colpa di un rapporto non eccelso con Zeman decide di partire nel 1998 per andare al Parma. Nonostante ciò nella stagione 2000/01 Balbo ritorna per fare la riserva proprio di Batistuta, giocando poco ma dando quel contributo di esperienza che serve in ogni squadra di calcio. Considerando poi che quell’anno arrivò il tanto agognato scudetto, si può pensare che sia stato una sorta di ringraziamento per i suoi anni molto positivi in maglia giallorossa.

2. GUSTAVO BARTELT (1998/99): Nella stagione 1998/99 la numero 9 venne data al dimenticabile Gustavo Bartelt, arrivato in pompa magna nel mercato estivo e considerato uno dei più grandi talenti a livello mondiale. Con la Roma, stranamente, il giocatore non esploderà mai, giocando quasi sempre male e mostrando solo a sprazzi le belle cose ammirate in patria. Se però volete un racconto più dettagliato su di lui, potete andare a leggere l’articolo sui numeri 7, visto che ha indossato quella maglia nella sua seconda stagione in giallorosso.

3. VINCENZO MONTELLA (1999/00 - 2006/07): E adesso arriviamo a uno dei giocatori che più ho amato nei miei primi anni da tifoso della Roma: “l’aeroplanino” o “Top Gun” Vincenzo Montella. Fin dagli inizi della sua carriera, passata tra Empoli, Genoa e Sampdoria, Montella aveva dimostrato delle qualità tecniche da grande giocatore. Velocità, cinismo, precisione e carisma, tutte caratteristiche che convinsero Franco Sensi a fare il colpaccio nell’estate del 1999. Con la Roma inizia fin da subito un rapporto d’amore, alimentato dalla splendida doppietta nel famoso derby vinto per 4-1 contro la Lazio pre-scudettata. La stagione dopo con Batistuta e Totti formerà uno dei tridenti d’attacco più forti della nostra storia, contribuendo con 18 gol (di cui uno incredibile a Torino) a farci vincere il tanto sognato terzo scudetto. Negli anni successivi sarà ricordato per uno storico poker sempre ai danni della Lazio e per aver segnato ben 22 gol in una delle stagioni più nefaste degli ultimi anni, la sofferta annata 2004/05. Con la Roma Montella resterà per ben 7 anni, e dopo due stagioni in prestito a Fulham e Sampdoria terminerà la sua esperienza in giallorosso con ben 101 gol in 258 presenze. Semplicemente indimenticabile.

4. MIRKO VUCINIC (2007/08 - 2010/11): Nella stagione 2007/08 la numero 9 viene ereditata dal montenegrino Mirko Vucinic, reduce in quel momento da un'annata poco entusiasmante con il numero 23. Cresciuto in Italia con la maglia giallorossa del Lecce, Vucinic incarna perfettamente i dettami dello studente che “è bravo ma non si applica”. Nonostante le qualità tecniche eccelse infatti il giocatore non è mai riuscito a mostrarle con continuità, il che lo ha reso negli ultimi anni uno dei giocatori più amati ma al tempo stesso odiati quando sbagliava gol da pochi passi. In ogni caso è impossibile non ricordarlo con un po’ di nostalgia, pensando ai tanti gol di pregevole fattura come le doppiette contro Lazio e Chelsea o i gol contro Manchester e Real in Champions League. Tecnica, velocità e dribbling, Vucinic resterà alla Roma per ben 5 anni, dove totalizzerà 202 presenze e 64 gol prima di andarsene alla Juve con gran malumore della tifoseria.



5. PABLO DANIEL OSVALDO (2011/12 - 2012/13): Con la partenza di Vucinic arriva (o meglio torna) in Italia il centravanti Pablo Osvaldo, che qualche anno prima era riuscito a portare la Fiorentina in Champions con uno spettacolare gol in rovesciata. Nonostante un'ottima esperienza in Spagna con la maglia dell’Espanyol inizialmente il giocatore non viene visto di buon occhio, vista anche la spesa di quasi 20 milioni per il suo cartellino (che al tempo non era poco). Nonostante una stagione da dimenticare Osvaldo sarà uno dei pochi a meritare la sufficienza, grazie a delle ottime qualità offensive e un rapporto con Totti senza dubbio importante. La stagione dopo sarà quella della definitiva consacrazione, e indubbiamente la migliore di tutta la sua carriera. Con 17 gol infatti Osvaldo si laurea miglior cannoniere giallorosso, ma rovina il suo rapporto con la tifoseria quando in un Sampdoria-Roma toglie la palla dal dischetto a Totti e sbaglia il calcio di rigore. A fine stagione infatti, con l’arrivo di Garcia in panchina, Osvaldo viene ceduto al Southampton, dove comincerà la sua parabola discendente che lo porterà a cambiare 6 squadre nei successivi 3 anni.

6. MARCO BORRIELLO (2014/15): Nella stagione 2013/14 la numero 9 resta vacante, mentre in quella successiva viene data all’attaccante Marco Borriello, di ritorno dall’esperienza in prestito al West Ham. Visto però che con questo numero il giocatore non ha giocato neanche una partita ufficiale, ho deciso di posticipare il suo racconto alla puntata sui numeri 22, visto che è stato il numero identificativo di tutta la sua carriera.

7. EDIN DZEKO (2015/16 - OGGI): E arriviamo quindi al numero 9 attuale, che considero in assoluto come uno dei migliori attaccanti che abbia vestito la maglia della Roma: Edin Dzeko. Il bosniaco arriva nell’estate del 2015 accolto da migliaia di tifosi in festa, che finalmente dopo tanti anni rivedono un nome di livello al centro dell’attacco giallorosso. Dopo una prima annata negativa condita da solamente 10 gol stagionali, il bosniaco si scatena in quella successiva, dove con 39 gol complessivi si laurea capocannoniere di serie A e di Europa League. Carisma, temperamento, cinismo e spirito di sacrificio, Dzeko riesce a trasformare i fischi in scroscianti applausi, e nel 2018 sarà protagonista della storica cavalcata europea della Roma di Di Francesco, con almeno 1 gol segnato a qualsiasi squadra affrontata, escluso l’Atletico Madrid. La stagione 2018/19 però sarà una delle peggiori in maglia giallorossa, tant’è che a marzo si vocifera di un accordo già trovato con l’Inter per andare in nerazzurro nel mercato estivo. Dopo un lungo tira e molla però la situazione si risolve col rinnovo del centravanti, che nonostante tutto ha dimostrato di tenere molto alla causa giallorossa. E personalmente, sono convinto che sia stata la scelta migliore che sia lui che la Roma potessero fare.


Emanuele Grilli




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