Roma Empoli 1-2 - Il Pagellaio Matto
The Romarfly effect… di Emiliano Petrone
Redazione de Il Legionario
inserita 22 giorni fa
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5:00
86 Nel 1972, Edward Lorenz intitolò una sua conferenza con la frase: “Può un batter d’ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas?”
In Texas non saprei ma di certo a Roma sì e questa è una costante insindacabile.
Qualunque cosa accada intorno a noi scatena un effetto devastante.
Siamo passati dalla depressione per l’ultimo allenamento di Dybala con tanto di saluti ai tifosi, al delirio per l’offerta rifiutata e la sua conseguente permanenza. Paredes premiato nel prepartita, festa di benvenuto all’Olimpico e ovazione per Paulo; tutto sembrava allineato per mettere in tasca i primi 3 punti della stagione e magari anche una prestazione convincente. E invece ecco che una farfalla, in chissà quale parte del mondo, batte le ali e qui accade il disastro. Giocatori lenti, deconcentrati, quasi prosciugati delle loro (qualcuno poche) abilità. Squadra distratta, evanescente, priva di idee che si appoggia su alcuni singoli neanche in giornata. Partita pietosa, risvegliata solo dai cambi e se uno di questi si chiama Shomurodov, è facile comprendere che la farfalla le ali debba averle battute con tutta la forza che aveva, prima di crollare a terra priva di forze.
Priva di forze come lo siamo noi, dopo una seconda giornata che ci ha messo di fronte a dubbi, domande, perplessità e qualche paura.
Dopo otto mesi con De Rossi è impensabile vedere giocatori (della vecchia guardia) camminare in campo senza trovare una posizione e costringere il mister a cambiare più volte assetto. Non lo esulo da colpe, quando si perde in quel modo, ognuno ha messo del suo per arrivare a “dama” ma di certo qualcosa nei giocatori non sta andando per il verso giusto.
Preparazione? Sicuramente sta influendo sulla pesantezza della squadra ma quando si sbagliano tanti passaggi a pochi metri non può essere solo colpa dello stato fisico e bisogna cercare spiegazioni anche in quello mentale.
Adesso senza mettersi lì a sparare su tutti con il rischio di scendere nel banale e nel disastrosissimo, va completata la rosa per non dare alibi a nessuno. Servirà poi un reset mentale con mea culpa di tutti i calciatori (allenatore compreso). Non serve che nessuno dica loro che non bisogna entrare in campo così scarichi, penso lo sappiano da soli e considerando che questa cosa anche lo scorso anno l’abbiamo vista spesso, sarebbe ora che si capisca come mai qui accade così facilmente.
SVILAR 6,5 – Se a fine partita oltre a risultare colui che salva più volte la porta, notiamo che ha toccato più palloni di Paredes, qualcosa deve essere andato molto storto…
CELIK 5 – Spinge così e così… difende così così… diventa anche stucchevole ripetersi ma Celik è un calciatore così così. Per fortuna che sta arrivando Wesley Snipes dall’Arabia Saudita con il suo bel sorriso smagliante. Creatori di meme al mio segnale scatenate l’inferno…
Dal 46' ZALEWSKI 5 – Appena entra mette in mostra subito il suo passo velocissimo che lo fa sembrare in gran giornata. Ci bastano un paio di giocate e altrettanti cross imbarazzanti per farci capire che non è così… neanche stavolta.
MANCINI 6+ - Il suo lo dà sempre ed è difficile vederlo uscire senza sufficienza. Sfortunato sul colpo di testa che finisce sul palo.
NDICKA 6,5 – L’azione parte quasi sempre dai suoi piedi. È lui il regista difensivo e di certo commette meno errori di chiunque altro.
ANGELINO 5 – Lui dovrebbe arrivare sulla fascia in corsa e crossare. Avere, grazie ai compagni, modo di inserirsi anche per vie centrali così da creare superiorità, ma la mancanza di dinamismo di tutta la squadra lo mette in condizione di fare quasi sempre quello che Karsdorp faceva a destra...
CRISTANTE 5 – Lento, macchinoso, brutto (nel senso calcistico, non giudico l’uomo perché come disse Gerry Calà in Vacanze in America: “a me piace la vecchia e cara…” vabbè ci siamo capiti). Da mezz’ala dovrebbe essere messo in condizione di lasciarsi andare in qualche inserimento, cosa che non avviene mai a causa proprio della mancanza totale di movimenti atti a creare spazio.
Dal 63' BALDANZI 6,5 – Se un calciatore che sta iniziando ora a cimentarsi in un nuovo ruolo entra e fa la differenza, qualcosa sta andando decisamente male. Bellissimo l’assist che ci illude di poterla riprendere. Peccato per qualche tiro rimpallato che poteva essere gestito meglio.
PAREDES 4 – Complimenti per il premio ricevuto prima della partita. Forse gli è bastato quello ieri per essere contento…
Dal 63' LE FEE 6+ – Così come Baldanzi, il suo ingresso favorisce l’aumento d’intensità a centrocampo. Sbaglia qualche appoggio di troppo però si muove bene tra le linee, recupera palloni e fa ripartire la squadra.
PELLEGRINI 5 – Io... vagabondo che sono io… vagabondo che non sono altro… soldi in tasca (parecchi) non ne ho… Fatica a trovare il suo posto in mezzo al campo. Quel cross zappato a terra ha fatto infuriare i giardinieri dell’olimpico costretti a rizollare tutto nel post gara. Si fa notare solo per quel tiro che colpisce in pieno l’incrocio dei pali e per quel colpo di testa moscio in bocca al portiere. Lontano anni luce da quello intravisto nelle prime partite con De Rossi e sarebbe da capire se il problema è solo di natura fisica (per la preparazione) oppure c’è altro. Per altro intendo i grossi limiti di un calciatore…
SOULE' 5 – Partita giocata male ma almeno lui provo a giustificarlo. De Rossi lo sposta quattro volte perché il caos in mezzo al campo è tale che anche all’arbitro verrebbe voglia di fermare il gioco e dare mezz’ora di pausa così da consentire al mister di risistemare le idee. Purtroppo, il regolamento lo vieta e quindi De Rossi continua a spostarlo nella speranza che accada qualcosa… Lui, da parte sua, s’incaponisce a cercare il dribbling pure quando non ha nessun avversario vicino e finisce per perdere palla da solo.
Dal 78' SHOMURODOV 7 – Sette perché entra con una voglia di spaccare tutto e tutti. Segna, corre a strappare palloni e alla fine gli negano anche un calcio di rigore che ad altri lidi avrebbero dato senza nessun dubbio.
DYBALA 5 – Non è nel pieno della sua forma e si vede. Qualche giocata di buon livello, quel tiro che finisce sul palo e poco altro. Se mettiamo sulla bilancia le cose positive con quelle negative, il peso pende a favore di quest’ultime però. Sulla vicenda del mancato trasferimento preferirei non esprimermi perché la verità assoluta non la conosco e quindi non so per certo se sia stato davvero lui a rifiutare o la Roma a farlo. Opterei più per la prima ma è una questione di opinione personale.
DOVBYK 5 – Giocatore che ancora dobbiamo scoprire. Di certo giocando così farà una gran fatica come farebbe qualsiasi centravanti al mondo. Poteva fare meglio su quel tentativo con il tacco ma lo vedo talmente macchinoso che penso sia davvero un discorso di preparazione atletica per lui. Anche perché se così non fosse saremmo di fronte all’assurdo…
All. DE ROSSI 5 – Mister… hai detto che per te la sincerità è importate e di aver chiarito sia con Dybala, sia con la società, le tue idee. Mi dispiace doverti dire che secondo me la formazione di ieri è stata forzata e dovuta nei confronti dello Stadio Olimpico che voleva omaggiare il calciatore argentino. Non può e non deve più accadere perché in campo devi mettere la formazione che reputi migliore e più adatta all’avversario di turno. Volevi far giocare Dybala e Soulé? Bene, allora presentati con Paulo falso nueve e tieni fuori l’ucraino. L’argentino avrebbe consentito, tornando spesso a prendere palla fuori dalla zona di attacco, l’inserimento delle mezz’ali (una delle poche cose che riescono a fare Cristante e Pellegrini) e anche a quelle dei calciatori di fascia. Così ti sei impiccato da solo perché per farli coesistere in quel modo, hai bisogno di un centrocampo molto muscolare e in grado di recuperare tante seconde palle, cosa che invece non è accaduta per la lentezza dei tre moschettieri lì in mezzo.
Ma non sono di certo io a dovertelo dire e te ne sei accorto da solo. Basta sentire le tue parole a fine partita (“Bisogna andare forte. Ormai nel calcio bisogna andare forte. E io devo essere bravo a scegliere quelli che vanno forte”). L’ammissione di colpa è evidente e non riguarda solo i tre di centrocampo, ovvio.
Adesso si riparte da zero… anzi da uno, il punto di Cagliari. La prossima si va a Torino sponda Juventus. Forse il sapere che si giocherà contro una squadra forte, aiuterà i nostri “uomini” a prenderla meno sottogamba ed entrare con l’atteggiamento giusto.
Fate attenzione però, che da tirare fuori gli attributi a passare per tali, il passo è breve…
Ad maiora
Emiliano Petrone