Parma Roma 0-1 - Il Pagellaio Matto
Il fischio finale è una piccola liberazione e ci fa saltare la mente alla partita di giovedì. Di Emiliano Petrone
Redazione de Il Legionario
inserita 4 mesi fa
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«No, no, Paré, falla batte a Soulé, lascia sta palla che da lì o spari dritto per dritto o la metti “à la feuille morte” come disse Oronzo Canà…»
«Papà, chi è Oronzo Canà?»
«Poi te lo spiego…»
Mai una predizione fu più azzeccata. Palla sopra la barriera colpita in modo incredibile, accarezzata sì, ma con potenza, roba che pochi si possono permettere. E ogni tanto tocca a noi pulirci la bavetta laterale dovuta a un eccesso di libidine, anzi, come direbbe il buon Jerry Calà (tanto per restare in termini cinematografici) doppia libidine, considerato che pochi secondi prima erano rimasti anche in dieci. Poi certo, ti aspetti il raddoppio per chiuderla e giocarla sul velluto e non il minimo sindacale, per arrivare a fine partita e dover sopportare anche qualche brivido di troppo.
Ieri qualche nota positiva, una su tutte il ritorno “alla normalità” di Paredes. Gli ultimi minuti contro il Porto devo dire che mi avevano terrorizzato (considerato il pensiero sulla vacanza…) e invece ieri Leo prende la Roma per mano come un Leader (non solo lui, sia chiaro) e fa un’ottima partita. Altra nota positiva è Salah-Eddine. Nulla di eccezionale, per carità, però vedere il sostituto emulare l’interpretazione del titolare con discreti risultati è già qualcosa. Soprattutto è qualcosa di cui ha bisogno la Roma per dare continuità, perché se a ogni cambio l’allenatore è costretto a cambiare metodo di gioco a causa di interpreti differenti nelle caratteristiche, allora diventa tutto complicato. Un conto è cambiare per necessità (recuperare un risultato o proteggerlo) e un conto è doverlo snaturare per altri motivi. Mi sento dire la stessa cosa riguardo Nelsson e Douath. Sono due calciatori simili a Mancini e Koné, quindi in grado di poter dare un cambio “vero”. Poi ovvio che possono non avere la stessa qualità, ma quello di avere cambi pari livello dei titolari se la possono permettere poche squadre al mondo.
Mile SVILAR 6 – Mai chiamato in causa seriamente, risponde comunque presente su uscite e gestione della partita.
Zeki ÇELIK 6,5 – Seconda prestazione positiva, se pur con le solite sbavature dovute a un limite qualitativo.
Gianluca MANCINI 6,5 – 45 minuti per pestare a dovere l’attaccante di turno, poi esce per riposare in vista del Porto.
dal 45' Victor NELSSON 6 – La sensazione è che sappia interpretare bene il ruolo di vice Mancini, quanto meno sul piano dell’aggressione e della tigna.
Evan NDICKA 6,5 – Diligente, pulito, attento, gestisce la difesa con grande sicurezza.
Alexis SAELEMAEKERS 5,5 – All’improvviso passa da giocatore imprescindibile a calciatore fastidioso per banalità di errori e giocate inutili. Giusto un paio di cross buoni, per il resto partita non positiva e siamo già alla quarta insufficienza consecutiva.
dal 65' Tommaso BALDANZI 7 – In questo momento è senza dubbio uno dei più in forma, a tratti quasi imprendibile palla al piede.
Lucas GOURNA-DOUATH 6+ – Senza dubbio ha una grande gamba (senza doppi sensi). È uno che copre il campo per intero e lo fa anche molto dinamicamente. Dovrebbe evitare entrate scomposte perché un cartellino a partita non è proprio il massimo, però mi sembra uno su cui si possa puntare sia come alternativa a Koné, sia come suo compagno di reparto.
dall'80' Niccolò PISILLI sv.
Leandro PAREDES 6,5 – Torna da titolare e rimette equilibrio tra i reparti. Meno male che ha lasciato all’altro argentino l’esecuzione di quel calcio di punizione, poi risultato fatale per i tre punti.
Manu KONÉ 6,5 – Sostanza e qualità, anche se solo per un tempo. Ranieri decide di preservarlo nella ripresa e alla fine il risultato gli dà ragione.
dal 45' Lorenzo PELLEGRINI 5 – Anche se può sembrare il contrario, io non ce l’ho con Pellegrini, così come non ce l’ho con Shomu e Celik, anche se per loro il discorso è diverso poiché si tratta di evidenti limiti tecnici. Però se dopo 9 minuti registro due passaggi facili sbagliati e un cartellino giallo inutile, faccio fatica a non essere stizzito e portare ancora pazienza. Un gran gol nel derby non basta per registrare una stagione positiva.
Anass SALAH-EDDINE 6+ – Prestazione ordinata. Anche lui è uno di gamba che si propone tanto, non sente scottare il pallone sui piedi anche nei momenti complicati. Avrei gradito un po’ più di cattiveria nell’azione sul quale Suzuki gli nega la gioia del gol (senza togliere i meriti al portiere), però se da quella distanza ci metti la giusta convinzione, non esistono miracoli.
dal 77' ANGELIÑO sv.
Matías SOULÉ 8 – S’inserisce, fa espellere l’avversario (seguendo le direttive del mister) e poi fulmina Suzuki con un tiro radiocomandato. Da quel momento prende fiducia e fa ciò che vuole. La migliore in assoluto da quando è a Roma.
Eldor SHOMURODOV 6,5 – Da registrare quel bellissimo filtrante che vale il rosso con relativa punizione del vantaggio e l’immancabile impegno su ogni pallone. Stendo un velo pietoso su quell’ultimo lancio che gli sbatte sulla schiena perché poi l’arbitro fischia la fine e non sarebbe servito a niente… per fortuna.
Allenatore: Claudio RANIERI 7,5 – Ricco turnover prima e durante la partita, risultato acquisito con il minimo sforzo e terza vittoria consecutiva in trasferta. C’è poco da obiettare se non appunto il fatto di non averla chiusa.
Vista l’inferiorità numerica e le difficoltà dell’avversario, era da “ammazzarla” prima, anche perché non sempre poi la porti a casa per 1-0. Può capitare il colpo di sfortuna all’ultimo, l’errorino (del quale noi non siamo mai avari), il fallo obbligato che ti lascia in dieci e via dicendo. Sta di fatto che il fischio finale è una piccola liberazione e ci fa saltare la mente alla partita di giovedì.
C’è il tempo per prepararla, ci sarà il tempo di giocarla e arriverà il tempo di commentarla.
Fino a quel momento (ma anche durante e dopo) Forza Roma.
Ad maiora
Emiliano Petrone