Lazio Roma 1-1 - Il Pagellaio Matto
Partita giocata male, al di sotto delle nostre potenzialità, pareggiata grazie a una prodezza di Soulé e soprattutto ai miracoli di Svilar, ormai una garanzia allo stato puro. Di Emiliano Petrone
Redazione de Il Legionario
inserita un mese fa
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L’urlo al tempo della tecnologia.
Una volta c’era il gol e il grido liberatorio a esso collegato. Quell’attimo estremo senza punto di ritorno, tranne per una bandierina infame sollevata, ma era questione di un secondo, due al massimo.
Oggi la parola “GOL” sembra difficile da urlare perché c’è sempre il terrore che il Var trovi un cavillo per invalidarlo. Poi c’è il famoso gol/no gol, che non è riferito alla scommessa della Snai, sia chiaro. E ieri è accaduto proprio questo, per fortuna con un esito a nostro favore (cosa che succede raramente). Così l’urlo, una volta visto l’arbitro indicare l’orologio, non è stato “GOL”, bensì: “Ha sonato!!! Ha sonato!!!” e poi altre cose non pubblicabili per ovvi motivi che immagino capirete e soprattutto avrete detto certamente anche voi. C’è anche da dire che qualcuno non voleva crederci e ha dovuto leggerlo da vicino (contento lui).
Tutto questo per evitare il più possibile di parlare di una partita giocata male, al di sotto delle nostre potenzialità, pareggiata grazie a una prodezza di Soulé e soprattutto ai miracoli di Svilar, ormai una garanzia allo stato puro.
Il resto è stata poca roba, tra chi dopo quattro minuti aveva perso già la bussola, chi ha vagato in mezzo al campo senza destinazione, chi non l’ha presa mai, chi l’ha presa e persa sempre… riassunto: è stata una partita deludente da parte nostra, soprattutto in virtù del fatto che di fronte avevamo una squadra di ritorno dalla fatica (e la legnata) di coppa.
Mile SVILAR 8 – Semplicemente di un altro pianeta. Ho finito gli aggettivi e anche ripetere gli stessi complimenti può diventare stucchevole.
Zeki CELIK 6,5 – Il migliore del reparto difensivo. Dalla sua parte riesce quasi sempre a chiudere su Zaccagni, un brutto cliente davvero.
Gianluca MANCINI 5,5 – Di buono solo quel colpo di testa salvato da Mandas. Perde, stranamente, quasi tutti i duelli aerei e si dimentica Romagnoli sul gol del vantaggio.
Evan N'DICKA 6 – Per poco non se la butta dentro da solo, anche se il suo intervento evita un gol certo. Meno male che Svilar è pronto a salvare non solo sugli avversari, ma anche sui compagni.
Alexis SAELEMAEKERS 5,5 – Si fa bullizzare troppo dagli avversari, con il quale dovrebbe comportarsi in modo più “paraculo” e meno plateale. L’assist per Soulé è una questione solo per i dati opta poiché è un passaggio come altri. È l’argentino che lo trasforma in gol.
Dal 89’ RENSCH SV.
Manu KONÉ 6 – Continuo a essere perplesso sulle sue prestazioni. Spesso arriva sul pallone con troppa sufficienza ed è un peccato, con quella fisicità potrebbe giocare a centrocampo da solo.
Leandro PAREDES 5,5 – Molti non hanno notato che subisce prima lui il pestone gratuito e volontario da Zaccagni. Reagisce in modo sciocco e anche rischioso. Motivo per il quale Ranieri lo cambia a fine primo tempo.
Dal 46’ CRISTANTE 5,5 – Poco incisivo, sbaglia anche qualche passaggio semplice.
ANGELINO 5 – Dalla sua parte Isaksen fa ciò che vuole. Non riesce mai a contrastarlo e in fase offensiva non trova sbocchi e giocate.
Matias SOULÉ 7,5 – Prima si becca la linguaccia infantile di uno che, per fortuna, ha scelto di andare a vincere il pallone d’oro altrove, poi trasforma l’acqua in Champagne con una giocata che vale il prezzo del biglietto. È l’unico che tiene in apprensione gli avversari con continui cambi di direzione e dribbling.
Dal 89’ EL SHAARAWY SV.
Lorenzo PELLEGRINI 5 – Quando finisce l’amore (ammesso che sia stato amore da ambo le parti), sarebbe il caso di trovare una soluzione che accontenti tutti. Purtroppo, Pellegrini guadagna come un top player, ma il rendimento da top è distante anni luce. Dispiace perché di mezzo ci va la Roma.
Dal 59’ SHOMURODOV 6 – Ormai quando entra la speranza è che segni un gol importante. Stavolta non accade…
Artem DOVBYK 5 – Male purtroppo. Non la prende mai e quando la prende, la perde quasi sempre se non in rare occasioni. Il mister lo tiene in campo il più possibile sperando nel colpo che non arriva.
Dal 84’ BALDANZI SV.
ALL.: Claudio RANIERI 6 – La squadra non parte nel modo giusto e va in sofferenza per tutto il primo tempo. Nella ripresa sicuramente meglio fino al pareggio, poi torna a giocare con la paura, senza un motivo apparente. Sedici risultati utili consecutivi sono comunque qualcosa che non si aspettava nessuno, quindi un calo ci può stare.
Con questi due pareggi consecutivi la corsa Champions si complica, soprattutto in virtù della vittoria dell’Atalanta. Il quarto posto sembra roba bianconera, la decisione arbitrale sull’1-0 lancia un chiaro messaggio. Questo non significa mollare o non doverci credere fino alla fine, perché il calcio è pieno di sorprese e colpi di scena. La prossima a Verona è forse l’ultima partita “abbordabile”. Non dobbiamo sbagliarla per nessun motivo.
Daje Roma daje.
Forza Roma
Ad maiora
Emiliano Petrone