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Athletic Bilbao VS Roma 3-1

Arrivederci, Roma. Goodbye, au revoir. Di Emiliano Petrone
Redazione de Il Legionario
inserita un mese fa
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Come intonava il grande Renato Rascel…
Arrivederci, Roma
Goodbye, au revoir

Anche se ieri sera il vero saluto è stato auf wiedersehen
E questo è un saluto che conosciamo bene a Roma, ma nelle più disparate lingue del mondo.
Tot we elkaar weer ontmoeten, avremmo dovuto cantare lo scorso anno grazie a Kardsorp. Andando a ritroso ne troveremmo svariati, ognuno a modo suo traumatizzante. Non cito colui che ha impiccato la finale con il Siviglia perché quel saluto è già nel testo della canzone.
Quindi arrivederci Roma, “e mentre er soldo bacia il fontanone, la tua canzone in fondo è questa qua...” esatto, la nostra canzone è questa qua, ogni santissima volta è questa qua (tranne a Tirana).
Il problema di ieri sera non è stata l’eliminazione, che sarebbe potuta avvenire anche 11 contro 11, perché in quel caso l’avrei accettata “volentieri”. Ciò che non mi ha fatto chiudere occhio è stato quell’evento, il quale ha condizionato la prestazione e ha mandato a farsi benedire ogni strategia preparata da Ranieri. Dybala ha dovuto fare il mediano, Dobvyk (in questo momento utile come una forchetta per mangiare il brodo) lasciato a pascolare in solitudine, difensori in continuo affanno. Tutto per un passaggio folle dopo 10 minuti di gioco.

Arrivederci, Roma
Goodbye, au revoir

Adesso c’è una ferita aperta da fasciare in fretta, un sanguinamento da tamponare in un battito di ciglia perché qualcosa è lì che ci aspetta. Un ultimo obiettivo che qualche mese fa era un miraggio poi è diventato gradualmente sempre più reale, fino a trasformarsi in una meta tangibile. Questo non significa che sarà facile da raggiungere, tutt’altro, ma la Roma targata Ranieri ci ha dimostrato di poter fare ottime cose, nonostante all’orizzonte ci sia un calendario molto complicato.
Tornando a ieri sera, faccio fatica a dare dei voti ai calciatori poiché nessuno ha potuto fare ciò per il quale si era preparato. Una partita troppo condizionata dal cartellino rosso a Hummels. Espulsione che ha costretto i compagni in campo a un sacrificio tattico e fisico e che alla fine non ha portato i frutti sperati.
Quindi tolto lo zero assoluto al tedesco, perché l’errore è troppo grave davvero, abbiamo visto un super Svilar togliere la palla dalla porta in almeno tre occasioni e un paio sono state parate clamorose. La difesa ha retto finché ha potuto, poi un recupero un po’ troppo abbondante (due minuti sarebbero stati più che sufficienti) ha regalato un vantaggio agli avversari anche grazie alla deviazione di Angelino. D’altronde quando le cose iniziano male, non possono che peggiorare.

Il resto era già scritto e mi sarei stupito del contrario. Come all’andata hanno trovato il raddoppio da calcio d’angolo e lì la partita ha subìto un cambio di rotta. La Roma ci ha provato con le forze che aveva a disposizione, ma non c’è riuscita. Il terzo gol è stato il colpo di grazia perché lì la Roma ha vacillato per qualche minuto, poi però è riuscita addirittura a trovare il famoso gol della bandiera. Due minuti persi per battere un rigore (per via anche del check al var), dei quali solo uno recuperato. Probabilmente non sarebbe cambiato nulla, però gradirei sempre vedermi concedere ciò che è giusto.

Oggi mi astengo dai voti personali per il motivo sopracitato. A me la Roma non è dispiaciuta perché nell’estrema difficoltà si è compattata, ha stretto i denti e alla fine ha perso con onore di fronte a un avversario di pari livello.
Dopo la partita di Empoli avevo chiuso con questa frase: “Ora iniziano i momenti della verità. Quanti saranno, spetterà a noi deciderlo…
Uno di questi momenti ci è sfuggito di mano lasciandoci un senso di impotenza nelle vene, vediamo di bruciarcene altri da soli, mi raccomando.

Forza Roma
Ad maiora

Emiliano Petrone





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