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Nel calcio che vorrei - Episodio 2 “Il ritorno di Edin”

Di Stefania Amato
Redazione de Il Legionario
inserita 4 anni fa
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7:00
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Riassunto della puntata precedente: nel primo episodio della saga un’appassionata di calcio, folle d’amore per la Roma e inguaribile sognatrice, affrontava un personaggio dagli occhi di un verdognolo che - chissà perché - ricorda un po’ il colore dei dollari. Su indicazione di quest’ultimo, quelli che per i tifosi erano gli eroi del centrocampo giallorosso (Strootman e Nainngolan prima e De Rossi poi) erano stati costretti a vestire delle nuove maglie. L’episodio terminava con la formulazione del primo piccolo sogno, ossia che qualcuno facesse in modo che il Ninja non dovesse continuare la carriera in Cina per poter sostenere la sua famiglia in un momento triste e complicato. Visto il lieto fine del primo episodio (che ci piace pensare riguarderà l’intera faccenda), perché no, riproviamo ancora.

L’eroe giallorosso protagonista del secondo episodio viene dalla Bosnia e si chiama Edin. Lui si era già trovato ad un passo dall'altrove, nonostante STREPITOSE prestazioni in Champions che avevano indotto la stessa squadra da lui praticamente eliminata ad offrirgli un contratto e una maglia da titolare nel campionato più prestigioso del momento, aveva combattuto con tutte le sue forze per restare a Roma, forte del sostegno di sua moglie, innamorata di lui e - come lui - di Roma, oltre che dei suoi tifosi e compagni, scioccati e increduli. A colpi di NO il nostro eroe rimase con noi, conducendo la squadra fino alle semifinali di Champions League e tenendola a galla tutto l’anno successivo. Non si può biasimare Edin se nell’ultimo anno ha maturato la convinzione che non vale più la pena combattere. Di fronte a nuovi e vecchi compagni che hanno spesso dimostrato poca propensione al sacrificio, di fronte ad una poco condivisa proposta di prolungamento del contratto della società (con lo stesso ingaggio ma spalmato in tre anni) e, come se non bastasse, di fronte ai fischi di parte dei tifosi che hanno accompagnato la sua uscita dal campo al minuto 62’ dell’ultima di campionato, Edin ha pensato di mollare. Quegli stessi tifosi che si gonfiavano il petto quando vivevano o solo ricordavano le sue gesta, sono stati colpiti dalla stessa improvvisa carenza di memoria degli americani che ha impedito loro di ricordare che Edin Dzeko è il calciatore che più ha segnato in Europa con la maglia della Roma dopo un certo Francesco Totti, che è il calciatore che ha vinto la classifica marcatori nonostante la scarsa passione per i rigori, che è il calciatore che decine di volte ci ha tirato fuori dai guai, che ci ha fatto uscire vittoriosi da campi difficili, che per primo dopo soli 5 minuti di gioco ci ha convinti che quella sera Messi e i suoi spavaldi compagni potevamo mandarli a casa in lacrime. Come riporta il provider di statistiche OptaPaolo, dalla stagione 2015/2016 (quella del suo arrivo in Italia) Edin Dzeko è il calciatore che ha toccato più palloni nell’area di rigore avversaria. Il bosniaco è arrivato a 726 palloni toccati nelle ultime 4 stagioni.

Il nuovo allenatore ci ha messo poco a capire quanto vale Dzeko per la Roma. Se ne è fregato dei pre accordi lui, lo ha schierato in ogni partita, ha fatto ruotare l’attacco intorno a lui, portando a casa solo vittorie, importanti non per il risultato ma per le convinzioni di una squadra costretta per l’ennesima volta a rinascere. Edin ha ripreso a combattere. Ora sente la fiducia dell’allenatore, sente che i compagni hanno bisogno di lui... e chissà allora... Nel calcio che vorrei .... questo sarebbe il momento giusto perché tutti noi facessimo uno sforzo in più per dimostrargli il nostro affetto, che Fonseca puntasse da subito i piedi con la proprietà, che Pallotta si rendesse conto che anche a livello di bilancio mollare Edin per spendere un pacco di dollari per Higuain è una cavolata e per Edin di mettere da parte l’orgoglio ferito e dimostrare ancora una volta di essere il nostro eroe.


Stefania Amato



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