Approfondimenti

La Storia degli Stemmi della Roma (con video)

a cura di Emanuele Grilli
Redazione de Il Legionario
inserita 3 anni fa
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Come molti di voi ben sapranno qualche giorno fa purtroppo è deceduto l’artista Piero Gratton, famoso nell’ambiente giallorosso per aver creato uno degli stemmi più belli e amati di tutta la nostra storia, il lupetto tipico della Roma negli anni ‘80.
Nel corso degli anni sia la Roma che praticamente ogni club esistente ha cambiato il proprio stemma ufficiale, modificando stile, forma e in alcuni casi anche colorazione. Ho deciso quindi di raccontarvi dettagliatamente la storia degli stemmi giallorossi, dagli inizi fino ad arrivare ai giorni d’oggi.
Prima di cominciare ci tengo a precisare inoltre che in alcuni casi la data scritta non è del tutto corretta, poiché nonostante varie ricerche non ho trovato date ufficiali ma solamente il periodo (ad esempio anni ‘50, anni ‘60 ecc.). In ogni caso ho cercato di fare ordine il più possibile per rendervi l’articolo più comprensibile e scorrevole. Cominciamo!

CRONISTORIA
Innanzitutto è bene ricordare che l’Associazione Sportiva Roma è nata ufficialmente nel 1927 dalla fusione di tre società: Alba, Fortitudo e Roman, che avevano ovviamente stemmi diversi tra loro.
• L’Alba era rappresentata dalla lupa romana sopra uno stemma biancoverde, con tre righe orizzontali e al centro la scritta “Alba”, di un colore giallognolo. La Fortitudo invece aveva uno stemma molto simile a quello attuale, soprattutto nella forma e nella presenza della lupa, ma differiva principalmente per la presenza di righe verticali rossoblù nella parte inferiore del logo. La Roman infine, pur mantenendo la forma dello stemma della Fortitudo, aveva semplicemente la scritta della squadra nella parte superiore e un pallone di cuoio marrone in quella inferiore.

• Nel 1927 quindi, dopo la nascita della Roma per come la conosciamo noi, venne creato il primo stemma ufficiale della squadra capitolina. I colori diventano ufficialmente l’arancione e il rosso, con la forma “a scudo” che riprende lo stile della Fortitudo e, insieme alla onnipresente lupa romana, l’acronimo A.S.R. nella parte inferiore dello stemma. Un logo particolare ma a suo modo innovativo, se pensiamo che è stato creato più di 90 anni fa, e che è stato ripreso successivamente per un altro stemma storico che analizzeremo più avanti. Prima di passare al prossimo stemma però è importante che voi sappiate una cosa. Quello che vi ho mostrato finora è stato lo stemma ufficiale della squadra dal 1927 fino alla fine degli anni 70, ma nonostante ciò non venne mai inserito sulla divisa da gioco. Venne infatti sostituito saltuariamente da diverse coccarde, che nel corso degli anni riempirono le magliette fino alla scelta di cambiare stemma e inserirlo con regolarità su ogni maglietta da gioco.

• Dagli inizi degli anni 30 fino al 1937 la Roma utilizzò una coccarda circolare giallorossa, con l’acronimo ASR che però stavolta riempiva tutto il cerchio senza la presenza di altre “figure di contorno”.
• Nel 1937 la coccarda subì una leggera modifica, con le lettere A, S e R che vennero incastrate fra di loro invece di restare separate come in quella precedente.
• Dal 1942 fino gli inizi degli anni 50 invece ritorna lo “scudo medievale” come forma dello stemma, con una divisione centrale giallorossa e uno stile diverso nell’acronimo ASR, che tuttavia rimane “incastrato” all’interno del logo stesso.
• Successivamente fino agli anni 60 venne utilizzata una coccarda circolare molto semplice, con alcune piccole righe gialle sul bordo e la scritta A.S. ROMA a riempire tutto il cerchio.
• Dal 1960 fino al 1977 invece tornò lo stemma iniziale con una piccola rimodernizzazione, che differenziava da quello storico principalmente per la scritta ASR di colore bianco rispetto che giallognolo. Tutto questo prima del vero cambiamento storico dello stemma giallorosso, considerato da molti come il più bello e iconico di tutta la nostra storia.
• Nel 1978, ultimo anno con Gaetano Anzalone presidente prima dell’arrivo di Dino Viola, i dirigenti giallorossi ebbero modo di notare come nel Nordamerica il merchandising portasse un enorme guadagno alle società, e permettesse ai club di quella nazione di essere conosciuti e seguiti in maniera sempre più crescente. Decisero quindi in poco tempo di creare un apposito “ufficio per la pubblicità” con a capo il già citato Piero Gratton. Il designer, oltre a gestire questo aspetto della società, avrebbe dovuto creare il nuovo stemma ufficiale della squadra giallorossa, senza però poter usare la lupa capitolina poichè il comune di Roma non aveva dato il permesso. Decise quindi, dopo vari esperimenti, di creare il cosiddetto “lupetto romano”. Un lupo stilizzato nero con un occhio rosso, che diventerà iconico della squadra capitolina per tutto il periodo degli anni 80 e 90.
• Questo simbolo, che resterà sulle maglie giallorosse dal 1978 al 1997, subirà nel tempo delle piccole variazioni, senza mai però cambiare la forma originale. Dal 1978 fino al 1980 il lupetto restò su uno stemma circolare completamente bianco con due bordi giallorossi, mentre dal 1980 al 1991 lo stemma diventò completamente rosso bordeaux e la lupa bianca, con la scritta “As Roma” sulla parte inferiore del cerchio. Nella stagione 1991/92 il cerchio venne completamente eliminato, lasciando spazio solo ad un lupetto giallo e la solita scritta “As Roma” in basso. Scritta che verrà tolta nel periodo dal 1992 al 1996, con la presenza unicamente del lupetto questa volta di un colore più tendente all’arancione. Infine, nella stagione 1996/97, viene reintrodotto lo scudo rosso bordato di arancione, con il lupo e la classica scritta a riempire il tutto.



• Il 20 luglio 1997, tramite un accordo col comune di Roma, si potè finalmente utilizzare la lupa capitolina per lo stemma giallorosso, e nacque uno dei loghi più duraturi e conosciuti nella storia del club capitolino. Uno stemma che riprende quello del 1927 con forme e disegni più moderni, e che fin da subito viene apprezzato dai tifosi nonostante l’affetto immutato per lo storico lupetto. Questo stemma resterà sulle magliette per ben 16 anni subendo solo qualche variazione temporanea, come nella stagione 2007/08 e 2012/13, quando vennero sostituiti rispettivamente da un cuore bianco per gli 80 anni di storia del club (solo per la maglia in trasferta) e il logo ufficiale della Hall of Fame giallorossa, celebrata per la prima volta nel 2012 in occasione di Roma-Atalanta 2-0.
• Nel maggio del 2013, praticamente qualche giorno dopo la finale di Coppa Italia, lo stemma subisce una nuova modifica, che complice il momento generale della squadra scatena fin da subito le ire dei tifosi giallorossi. La forma dello scudo rimane invariata, con uno stile leggermente diverso della lupa e la scritta ROMA che sostituisce l’acronimo ASR, presente fin dalla nascita del club. Personalmente non ho mai capito le tante critiche per questo stemma, anche perché come specificato dalla società stessa serve a farlo riconoscere più facilmente a differenza dell’acronimo che non tutti possono intuire. Capisco l’affetto per lo stemma precedente, ma non siamo stati certo gli unici a cambiarlo negli anni e di sicuro non è stato un cambiamento così epocale da scatenare una tale polemica.
• Nel giugno del 2016 lo stemma ufficiale subisce un'ultima variazione, fino a diventare quello che conosciamo tutti ora. L’unica differenza sostanziale riguarda il colore di scritta e parte superiore, leggermente più chiaro rispetto all’arancione scuro della versione precedente.

Bene ragazzi, cosa si può dire alla fine di questo racconto sugli stemmi giallorossi? Innanzitutto penso che salvo qualche eccezione abbiamo avuto sempre dei bellissimi stemmi, e a differenza di molti tifosi a me piace anche quello attuale, che rappresenta nella maniera migliore i nostri colori, il nostro nome e il nostro simbolo. A livello di infanzia però non posso non ricordare le 100.000 volte che ho provato a disegnare decentemente il lupetto giallorosso, per poi capire solamente qualche giorno fa che bisognava partire dal dietro per proseguire col resto del muso. Ah, quanti fogli sprecati...
In ogni caso penso che non è importante la forma del logo, cosa ci sia dentro, il colore o dove viene messo sulla maglietta. L’importante è che venga onorato fino all’ultimo da ogni persona che rappresenterà questi colori, sia sul campo che fuori. E su questo, penso che tutti quanti non possiamo che essere d’accordo.


Emanuele Grilli






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