La Sfera dei Capricci

La Sfera dei Capricci: Sprecando e imprecando

una rubrica di Franco Costantini
Redazione de Il Legionario
inserita 3 anni fa
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7:00
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Al tuo cospetto, o Diva,
il mio desio s’evinca:
che Roma sempre viva,
che Roma lotti e vinca.



Dopo uno spreco, in genere impreco. La sensazione, forte, è quella di avere buttato al vento due punti preziosissimi. E - se guardo la classifica - essa mi pare irrimediabilmente “decurtata”. Finisco così per rimpiangere anche i due punti col Sassuolo (negati da un arbitraggio discutibile) e il punto di Verona (negato da una sentenza altrettanto discutibile).


Son troppi i punti in meno. Li depreco,
e - per il cieco spreco - meco impreco…

*

Braga Roma 0-2

Subito un’incursione “alla Rambo”: e Dzeko porta in vantaggio la Roma, dopo la bella azione Spina-Miki-Diawara-Spina…
Poi i nostri Lupi controllano magnificamente la gara; e nel finale Borja raddoppia, confermando che - finalmente - la Roma può vantare due centravanti veri.
Cristante e Ibanez “si rompono”, e costringono Fonseca a improvvisare un’inedita linea difensiva. Ma Karsdorp e “Spina”, adattati a centrali, se la cavano benissimo.


Difesa che fa diga,
attacco che dà briga:
la Roma si sbrigò,
il Braga si sbragò.

Sono ovviamente felicissimo della vittoria. Ma una cosa mi disturba: gli infortuni di Cristante e Ibanez rappresentano un autentico “spreco” delle nostre risorse difensive. E allora impreco in endecasillabi tronchi:

La difesa più “povera” si fa;
e sbotto: «Porco qui! - e porco là!»

A fine partita, l’amico “Jpp69” - che ringrazio - mi fa dono del seguente bellissimo anagramma:


Euro-gara, Dzeko-Rambo!
→ Ok. Braga Roma zero-due.
[Jpp69]

*

Benevento Roma 0-0

Altra inedita linea difensiva (Spina-Fazio-Mancini; poi entrerà anche Juan Jesus); ma la retroguardia giallorossa regge piuttosto bene per tutta la gara. È l’attacco, stavolta, a tradirci: pur in costante proiezione offensiva, la Roma non riesce a inventare l’ultimo passaggio, creando pochissimi pericoli. Le statistiche raccontano di un possesso palla del 71%; ma a che serve il dominio territoriale, se poi si producono appena 4 tiri nello specchio della porta?
Una cosa - in particolare - mi ha dato fastidio: dopo l’espulsione di Glik, la squadra non è stata capace di sfruttare la superiorità numerica: sbagliando innazitutto le scelte tattiche. Mi spiego meglio: Fonseca - per sfondare il bunker del Benevento - ha scelto di schierare (per la prima volta) il doppio centravanti; una scelta che ci può stare; ma che, a mio avviso, doveva anche portare a prediligere i cross da fondocampo. Invece, la Roma ha fatto girare poco la palla, tentando moltissimi traversoni dalla trequarti (un vero regalo per i centrali campani). Si dirà: è mancato il consueto apporto di Spinazzola sulla fascia, perché l’emergenza difensiva ha imposto di arretrare la posizione del nostro esterno; e Bruno Peres ha confermato - una volta ancora - di essere inadeguato come vice-Spina… Vero, per carità. Ma ciò non mi toglie il senso di fastidio e la certezza di avere sprecato un’immensa occasione. Non importa quali uomini hai a disposizione; se sei in superiorità numerica, e se hai due torri al centro dell’attacco, DEVI ALMENO PROVARE a crossare dal fondo, dannazione!


Dalla trequarti soprattutto crossa
per tutto il match la squadra giallorossa:
si doveva crossare più dal fondo,
«porcoqui-porcolà-boiadunmondo»!

*

Gli anagrammi della settimana

1.
Il seguente anagramma mi pone alcuni problemi di ortografia, che (francamente) non so come risolvere. Nei verbi all’infinito, come ben sapete, il “romanesco” tende ad eliminare la sillaba finale. Ma è troncamento oppure elisione? I classici non mi aiutano: infatti, se Belli scrive “fare” con l’accento (“fà”), Trilussa preferisce l’apostrofo (fa’). Beh, alla fine ho scelto - a caso - Trilussa.
Altro problema: esplicitare o non esplicitare il raddoppiamento fono-sintattico?; la frase «che campi a fa’» si pronuncia “checcampiaffà”, ma qui - in funzione della riuscita dell’anagramma - ho deciso di scrivere «a fa’», e non «a ffa’». Spero mi perdoniate questi dubbi ortografici, e che il “rimescolamento di lettere” vi possa comunque divertire.


Fede giallorossa ne hai? Manca? Mi spiace…
→ (sì, già: se non sei della Roma, che campi a fa’?)

2.
Ho “tradotto” in anagramma una celebre vecchia battuta. Ma è successa una cosa strana: una volta “completata” la battuta, mi avanzavano delle lettere, che andavano a comporre - con precisione - un’altra battuta. Mi son detto: «Perché sprecare l’occasione di prendere due piccioni con una fava? Ecco: ben due battute al prezzo di un solo anagramma!» (la seconda battuta è una “giocosa sacra imprecazione”, che dedico a un celebre personaggio di Corrado Guzzanti: “Lorenzo”).


«Ave, grand’Imperatore! Il popolo di Roma, dolente, si lamenta: chiede SESTERZI»
→ «Sì? Allora rispondi che “VADO SEMPRE DRITTO”; e poi, elegantemente, “Lazio Merda!”»



Franco Costantini




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