La Sfera dei Capricci

La sfera dei capricci: Lupi, e non pollastri

Una rubrica di Franco Costantini
Redazione de Il Legionario
inserita 5 anni fa
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10:00
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O Sfera che Sublime
del calcio crei l’idioma…
ispirami due rime
(e sempre Daje Roma!)




Il Milan fermato a Parma, la Lazio che perde in casa col Chievo, la Roma che esce indenne dal Meazza. Il “distico della strega”, per la terza volta consecutiva, ha prodotto il suo sortilegio: e i giallorossi si trovano in piena corsa per un posto Champions (cosa che, tre settimane fa, appariva quantomeno improbabile).
Sarei tentato di proporre ancora quel distico (che indubbiamente ci ha portato fortuna). Ma della magia (persino di quella “presunta”) non bisogna abusare. Ora ci attende la gara interna con il Cagliari: un impegno non proibitivo, a patto di non ripetere le sciagurate amnesie dell’andata (ricordate?: a pochi minuti dalla fine si vinceva due a zero… e s’è finito col pareggiare. Da polli). Ecco un distico augurale.


Lupi feroci, affamati e gagliardi:
e pollastrelli mai più, contro i sardi…

*

Inter Roma 1-1

Tiri in porta totali: Inter 21, Roma 9
Possesso palla: Inter 72%, Roma 28%
Passaggi completati: Inter 680, Roma 267
Corner: Inter 7, Roma 4
Cross: Inter 36, Roma 11

Secondo i dati riportati qui sopra… ci è andata bene. Sotto il profilo del gioco, infatti, non siamo mai stati padroni della partita. Eppure (nonostante la soddisfazione per il buon punto conquistato in trasferta) resta un po’ di amaro in bocca: perché questa gara si poteva vincere.
Non penso al presunto fallo di mano di Borja Valero (il braccio è largo, sì, ma è largo per il naturale slancio nell’elevazione, e dunque il movimento si può considerare congruo; inoltre l’interista, prima di toccare la palla con l’arto, la sfiora di testa).
Penso, piuttosto, al fallo di Keita su Kolarov, nel finale di gara: lo spintone dell’interista è netto; Kolarov, sbilanciato, riesce ugualmente a calciare; dunque è giusto concedere per un attimo il vantaggio… Ma immediatamente dopo (un decimo di secondo, e Handanovic para) quel vantaggio NON si concretizza: l’arbitro a questo punto dovrebbe fischiare. Un penalty solare.

Tra i singoli, mi sono piaciuti El Shaarawy, Mirante e Kolarov (soprattutto il primo, a mio avviso il migliore in campo).
Sufficiente Juan Jesus (nonostante l’orrore difensivo a inizio ripresa: il Nostro, immobile, si fa bruciare da Lautaro, che per fortuna non riesce ad angolare il colpo di testa).
Nettamente insufficienti invece (almeno ai miei occhi) Under, Cristante, Nzonzi e Dzeko. Quest’ultimo, in particolare, si è distinto per avere affossato un proprio compagno di squadra (Fazio) durante un pericoloso colpo di testa in area avversaria: Fazio stacca benissimo, ma Dzeko lo arpiona per la spalla e lo tira giù, negando al Comandante il miglior impatto con la sfera.

Il gol di El Shaarawy, autentico capolavoro, merita di essere cantato in versi. Quattro endecasillabi.


Dalla sinistra il Faraôn Divino
punta D’Ambrosio, convergendo al centro;
lo salta, poi la finta su Vecino,
e il tiro a giro che finisce dentro!

*

Gli anagrammi della settimana

1) Il pari della Roma con l’Inter, lo abbiamo già sottolineato, ha prodotto sensazioni opposte: sollievo, visto l’andamento del gioco; rimpianto, vista la mancata assegnazione del rigore su Kolarov.
Le narici del sottoscritto, insomma, annusano “fetore di ingiustizia”; lo dirò con una frase anagrammata:


Un pareggio al Meazza?

Roma, ne aleggia puzza…


2) Gli sbiaditi perdono in casa con l’ultima in classifica, complicando seriamente la loro rincorsa all’Europa. Quanto mi dispiace! Quanto mi addolora! Ovvero:

Lazio-Chievo uno-due

Aó! Un vizio che duole…

*

Sfottonari

           Sfotte a destra, sfotte a manca,
           di sfottò giammai si stanca...
           Par frenare non si possa
           la “vis ludens” giallorossa


La Lazio perde in casa contro l’ultima in classifica, cioè contro la squadra del presidente Campedelli, maggior azionista della S.p.A. Paluani: del resto, il pandoro è dolce natalizio, non pasquale…
Ecco dunque i doverosi sfottonari (preceduti, a mo’ di titolo, da un distico d’endecasillabi).


La Lazio perde in casa con il Chievo:
la posso perculare? Oppur non devo?

Sbaglia “dolce” l’aquilotto
(la colomba lo cogliona);
e si trova il becco rotto
sul pandoro di Verona…


Franco Costantini




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