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Il lento tramonto di Jim

La delusione in questi giorni c'è e si tocca con mano
Redazione de Il Legionario
inserita 7 anni fa
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15:00
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(di Roberta Lanzolla) - Alzi la mano chi credeva in "zero tituli" in 5 anni con la nuova società americana.
Alzi la mano chi credeva che la Roma con una nuova società "giovane" avrebbe faticato a fare mercato e non avrebbe avuto un main sponsor.
Alzi la mano chi credeva che Pallotta, dopo soli 5 anni, avesse pensato di cedere una quota consistente della proprietà ad un fondo cinese.
La delusione in questi giorni c'è e si tocca con mano; la dolorosa cessione di Pjanic alla Juve ha lasciato il segno e, a quanto pare, la "colpa" non sarebbe solo del calciatore bosniaco.
La Roma non ha una struttura forte e solida economicamente e comunicativamente.
Se è vero come è vero che la società americana ha cominciato il suo mercato in entrata sempre a luglio, i nomi che circolano sono tutt'altro che esaltanti: da Mario Rui a Zabaleta, da Wijnaldum a Milik; come al solito la Roma tratta mezzi giocatori non in grado di far fare il salto di qualità alla squadra.
La preoccupazione più grande in questo momento è proprio la tenuta di Spalletti: le promesse fatte al tecnico a Miami non sono state per ora mantenute: a stento ci saranno 3/4 volti nuovi in ritiro, ma parliamo di Allison e Gerson già acquistati da tempo.
L'ambizione di Spalletti è forte e il solo fatto che si sia rifiutato di rinnovare la dice lunga sul suo umore.
L'allenatore avrebbe voluto lavorare con la rosa quasi al completo per affrontare il preliminare di Champions nel migliore dei modi ma difficilmente sarà accontentato.
Il modo di fare di Sabatini francamente è diventato stucchevole: giocare su 30 tavoli e poi scegliere il calciatore più idoneo sembra un metodo poco intelligente di fare mercato. L'arrivo di Baldini ci fa capire chiaramente  che per Walter questo sarà l'ultimo anno in giallorosso.
Non vogliamo fare i catastrofisti, per questo vediamo anche il bicchiere mezzo pieno: i ricavi della Roma sono ottimi; i giallorossi sono secondi solo alla Juve in Italia (se e quando la Roma avrà un nuovo stadio, questione che preoccupa non poco la proprietà considerata la vittoria di Virginia Raggi da sempre contraria al progetto, probabilmente diventerà prima in assoluto); il valore della rosa è di circa 300 milioni, il doppio di quella gestione Sensi.
Tutto è cambiato nella gestione della comunicazione, non necessariamente in meglio, e sotto il profilo manageriale. Ma non basta. Per far crescere il brand ci vogliono vittorie e stadio pieno, cose che, al momento, mancano del tutto.
Per questo miss Colligan, braccio destro di Pallotta, sta lavorando da tempo in Cina per trovare nuovi investitori in grado di portare soldi freschi nella capitale.
Sarà la volta buona? Il tempo delle promesse è finito.


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