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I 10 giocatori più costosi nella storia della Roma (con video)

a cura di Emanuele Grilli
Redazione de Il Legionario
inserita 3 anni fa
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Tra i tanti fattori per il successo sportivo di una squadra, che tra l’altro vi ho elencato nell’articolo precedente, forse il più importante è la tanto agognata sicurezza economica, che ogni squadra dovrebbe avere per perseguire obiettivi importanti anno dopo anno. Avere dei problemi in tal senso porterebbe infatti a conseguenze drammatiche, come il mancato pagamento degli stipendi, la non partecipazione al campionato e il conseguente fallimento con ripartenza dalle fondamenta. Saper sfruttare le proprie risorse diventa quindi un aspetto fondamentale, sia a livello societario che a livello di mercato. Non basta infatti avere tanti milioni a disposizione, bisogna saperli usare bene per evitare perdite e soprattutto tenere giocatori sul groppone fino alla fine del proprio contratto. Nonostante la Roma sia stata spesso accusata di spendere poco, in alcuni casi anche giustamente, si è potuta permettere nel corso degli anni diversi acquisti importanti, che purtroppo in un modo o nell’altro non sempre hanno rispettato le attese. E la classifica che vi mostrerò ora, dedicata ai 10 giocatori più costosi nella storia della Roma, ve lo farà capire ancora di più.
Prima di cominciare è doveroso ricordarvi come sempre che i dati presenti in questo video li ho presi direttamente dal sito Transfermarkt, e vi ricordo che non sempre i bonus inseriti al momento dell’acquisto sono stati poi raggiunti a tutti gli effetti. Questo vuol dire che qualche giocatore potrebbe avere una valutazione diversa da quella che ricordate, dovuta proprio alla mancanza di questi bonus inizialmente fissati sul contratto. Detto questo le premesse sono finite, e non mi resta altro che augurarvi buona lettura!!

• Al decimo posto troviamo l’attuale portiere titolare Pau Lopez, prelevato dal Betis Siviglia per 23,5 milioni di euro, che lo rendono l’estremo difensore più costoso di tutta la nostra storia. Terzo nelle gerarchie della nazionale dietro a De Gea e Kepa, Pau Lopez è riuscito a farsi notare grazie a un'ottima reattività tra i pali e un buonissimo senso della posizione. A parte qualche svarione evitabile come la papera nel derby di ritorno, lo spagnolo è riuscito sempre a mostrare una discreta sicurezza, salvando il risultato in più occasioni come nelle due trasferte di Genova e Bologna. Considerando il precedente titolare era difficile fare peggio, e sicuramente non ha dovuto subire le pressioni di essere l’erede del portiere più forte del mondo, ma nonostante ciò finora il suo lavoro lo sta svolgendo con maturità. E vista la sua giovane età di 25 anni, è indubbio sperare in un miglioramento costante sotto ogni punto di vista. Coraggio Pau!

• Nona posizione per una delle più grandi delusioni del recente calciomercato, il paraguaiano Juan Manuel Iturbe, preso dal Verona per ben 24,5 milioni. Dopo alcune annate altalenanti con la maglia del Porto, Iturbe era riuscito coi gialloblù a mostrare delle qualità fuori dal comune: velocità, dribbling, tecnica e un'inusuale vena realizzativa. Questo portò in poco tempo al riscatto del giocatore e la successiva cessione alla Roma di Garcia, che a detta di molti convinse Antonio Conte a rassegnare le dimissioni. Con la maglia giallorossa però l’esterno non riuscirà mai a farsi valere, giocando molte prestazioni sottotono alternate da infortuni decisamente fastidiosi. Le uniche cose positive della sua esperienza saranno i gol iniziali contro Juve e CSKA Mosca e quello alla Lazio a fine stagione, che permise alla Roma di vincere il derby e tornare in Europa dalla porta principale. Nei due anni successivi i giallorossi tentano in ogni modo di recuperare l’investimento, con alcuni prestiti senza successo e la cessione definitiva al Club Tijuana nell’estate del 2017, per una cifra vicina ai 5 milioni che rendono bene l’idea dell’enorme fallimento del suo investimento.

• Scaliamo la classifica e troviamo un altro clamoroso flop di mercato, El Flaco Javier Pastore, preso in pompa magna dal Psg per ben 24,7 milioni. Per quanto il giocatore sia ancora sotto contratto e possa ancora dire la sua, è innegabile che finora sia stato un disastro sotto tutti i punti di vista, soprattutto economico. Dopo la partenza all’Inter di Nainggolan Monchi decide subito di puntare sul talento dell’argentino, che soprattutto in Italia aveva mostrato qualità strepitose con la maglia del Palermo. Il giocatore si presenta subito con un gol di tacco strepitoso all’Atalanta, ma col passare delle giornate mostrerà sempre di più il suo più grande difetto: la fragilità. Se a questo aggiungiamo una collocazione sul campo poco chiara con Di Francesco che lo prova come mezzala, si capisce perché il primo anno sia stato un autentico fallimento. Con Fonseca in panchina Pastore riesce finalmente a farsi valere, con delle ottime prestazioni contro Milan, Udinese e Napoli, ma purtroppo i guai fisici sono presto tornati a tormentarlo. Personalmente sono convinto che possa ancora dire la sua, ma pensare che è il secondo giocatore più pagato con 4,5 milioni l’anno mi fa rabbrividire e non poco.

• Settimo posto in classifica per l’aeroplanino Vincenzo Montella, arrivato nell’estate del 1999 dalla Sampdoria, per 25,82 milioni. Richiesto inizialmente da Zeman ma portato alla Roma con Fabio Capello, Montella si poteva considerare uno degli attaccanti più talentuosi del campionato italiano, con qualità realizzative importanti mostrate negli anni con entrambe le squadre di Genova. Nonostante il suo ottimo contributo in zona gol Capello inizialmente non lo vede di buon occhio, prediligendo il classico attaccante boa in area di rigore piuttosto che una punta veloce e dinamica come lui. Col passare delle giornate però Montella si dimostra sempre di più un acquisto azzeccato, grazie alla sua grande duttilità che rendeva il lavoro del mister molto più semplice del previsto. Con la Roma l’aeroplanino segnerà ben 101 gol complessivi, restando fino all’estate del 2009 con soli due prestiti fugaci a Fulham e Sampdoria. E vincendo ovviamente da protagonista lo storico scudetto del 2001 insieme ai compagni Gabriel Batistuta e Francesco Totti. Indimenticabile Top Gun!



• Al sesto posto troviamo il centrocampista Bryan Cristante, ennesimo flop della gestione Monchi prelevato dall’Atalanta per ben 26 milioni complessivi. Cresciuto calcisticamente al Milan e considerato al tempo uno dei migliori prospetti italiani in circolazione, Cristante viene ceduto al Benfica nel 2014 cominciando una parabola discendente proseguita con le mediocri esperienze con Pescara e Palermo. Nel 2017 viene acquistato dall’Atalanta di Gasperini, affermandosi come un ottimo centrocampista di inserimento e quantità, e dopo 15 gol in due stagioni viene acquistato dalla Roma prendendo subito il 4 lasciato libero da Nainggolan. Nonostante un minutaggio sostanzioso, soprattutto nella prima stagione, Cristante non è ancora riuscito a confermare di valere l’investimento, mostrando buone qualità generali ma limitate da un ruolo di mediano che non si addice particolarmente alle sue caratteristiche. E visto che il trequartista è forse l’unico posto in cui c’è attualmente abbondanza, viene da chiedersi se il suo acquisto sia stato sensato oppure no.

• Rimaniamo sempre nel mondo incantato di Monchi per parlare dell’irreprensibile Steven Nzonzi, prelevato dal Siviglia a 29 anni per ben 26,65 milioni. Un prezzo gonfiato a dismisura per la cosiddetta “trappola dei Mondiali”, che permette a chiunque faccia parte della rosa vincente di gonfiare il proprio valore a dismisura. Nonostante la Roma avesse più bisogno di qualità e tecnica in mezzo al campo, Monchi decide di regalare il francese a Di Francesco, una sorta di doppione di De Rossi pagato quasi 30 milioni. Dopo un iniziale entusiasmo infatti Nzonzi fa capire subito che forse era meglio tenersi quei milioni per qualcun altro: poca lucidità nei passaggi, poca sostanza ma soprattutto una lentezza a dir poco spropositata, che non lo ha certo aiutato a costruire un bel rapporto coi tifosi giallorossi. Come se non bastasse a fine anno il giocatore non si presenta al ritiro della squadra, venendo ceduto in prestito al Galatasaray e successivamente al Rennes in Francia, dove tra l’altro resterà fino al 2021 vista la qualificazione in Champions della squadra rossonera.

• In quarta posizione troviamo il talento di Bari Vecchia Antonio Cassano, primo colpo della Roma neo scudettata per la bellezza di 28,5 milioni. Mostratosi in Puglia a soli 19 anni come uno dei maggiori talenti italiani in circolazione, Cassano arriva a Roma nel 2001, formando insieme a Totti una delle coppie italiane più forti e prolifiche degli ultimi vent’anni. Velocità, tecnica, cinismo e altruismo, Cassano diventa ben presto il compagno di reparto perfetto per ogni attaccante, con un solo grande difetto che lo perseguiterà per tutta la carriera: il cervello. Fantantonio infatti è tuttora sinonimo di genio e sregolatezza, capace di gol sensazionali ma al tempo stesso di fare le corna in faccia all’arbitro in finale di Coppa Italia. Questi atteggiamenti, dapprima sopportati da dirigenti e tifosi, cominciano a diventare sempre più esasperanti, fino al gennaio del 2006 quando la Roma decide di cedere il giocatore pugliese agli spagnoli del Real Madrid, dopo che lo stesso attaccante aveva rifiutato un rinnovo a più di 3 milioni netti. Dopo una deludente esperienza all’estero Cassano tornerà in Italia e vestirà le maglie di Sampdoria, Milan, Inter, Parma e “Verona”, concludendo una carriera positiva ma che con un po’ di sale in zucca poteva diventare ancora più straordinaria.

• Siamo giunti al terzo posto e troviamo incredibilmente il terzino Leonardo Spinazzola, prelevato dalla Juve quest’anno per la cifra record di 29,5 milioni di euro. Un prezzo che, insieme alla cessione di Luca Pellegrini, è stato gonfiato per esigenze di bilancio di entrambe le squadre. Dotato di una grande spinta sulla fascia che lo rende adatto a giocare anche come esterno offensivo, Spinazzola come Cristante da una svolta alla propria carriera nel biennio con la maglia dell’Atalanta, dove era stato mandato in prestito dalla Juventus. Tornato in bianconero nell’estate del 2018, Spinazzola riesce a trovare un buon minutaggio a discapito di Alex Sandro, e non è un caso che al momento della cessione molti juventini abbiano storto il naso particolarmente. Con la Roma il terzino dimostra fin da subito delle buone qualità su entrambe le fasce, entrando però in un vortice di infortuni che non gli ha permesso, almeno finora, di trovare la giusta continuità. La speranza è che, infortuni permettendo, Leonardo riesca ad affermarsi in giallorosso, per poter prendere l’eredità di Kolarov sulla sinistra una volta che quest’ultimo decida di andarsene dal club capitolino.

• Ad un passo dal primo posto troviamo il flop più eclatante della gestione Monchi, che ha dominato questa speciale classifica con ben 4 giocatori su 10: Patrik Schick. Arrivato in Italia nel 2016 direttamente dallo Sparta Praga, questo giovane attaccante ceco riesce fin da subito a stupire tutti. Corsa, tecnica, dribbling e cinismo, il giocatore si trova da Dio nella Sampdoria di Giampaolo, e la giovane età lo rende fin da subito ricercatissimo in tutto il mondo. Dopo un primo anno condito da 13 gol in 35 presenze, Schick viene inizialmente acquistato dalla Juve, che lo rimanda al mittente dopo un problema al cuore riscontrato durante le visite mediche. Superato questo ostacolo la Roma decide di fiondarsi sul giocatore, che arriva in giallorosso come sostituto di Mohamed Salah. Come spesso accade però con il duo Monchi-Di Francesco, non si riesce a capire dove si possa mettere il giocatore nel 4-3-3. Esterno d’attacco, centravanti, seconda punta e trequartista, Schick si gira a turno qualsiasi ruolo offensivo fallendo miseramente ogni tentativo. Timido, impacciato, fragile e svogliato, Schick si conferma in poco tempo l’ennesimo acquisto sbagliato di Monchi, e la speranza è che il Lipsia riesca a darci quei benedetti 30 milioni che riuscirebbero a rendere questo acquisto decisamente meno amaro.

• E al primo posto, dopo tanti acquisti fallimentari, arriva FINALMENTE un giocatore che ha meritato ogni singolo centesimo della spesa fatta: il Re Leone Batistuta. Arrivato a Roma nel 2000 per ben 36,15 milioni, l’argentino viene definito senza mezzi termini l’acquisto che serve per togliere lo scudetto ai cugini biancocelesti. Nonostante una carriera già importante ricca di gol ed emozioni con la maglia della Fiorentina, Batistuta dimostra al mondo intero che può ancora dare tanto al calcio mondiale, e nella sua prima stagione in giallorosso segna la bellezza di 20 gol contribuendo in maniera netta all’obiettivo finale della squadra giallorossa: il terzo scudetto. Potenza, tecnica, carattere e carisma, Batistuta si conferma come uno dei migliori attaccanti a livello mondiale, calando però nelle stagioni successive per via di numerosi infortuni che gli impedirono di ritrovare la forma di un tempo. Nel gennaio del 2003 viene ceduto a titolo gratuito all’Inter, mantenendo però un ricordo indelebile nel cuore dei tifosi come l’attaccante che ha riportato lo scudetto in casa giallorossa. Ora e sempre, grazie Batigol.


Emanuele Grilli




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