La Sfera dei Capricci

Calcio e Onomanzia: «Godi, Florenzi» e «Vergogna, Luciano»

una rubrica di Franco Costantini
Redazione de Il Legionario
inserita 6 anni fa
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O Musa Pedatoria,
o Sfera dei Capricci:
raccontaci una storia,
del grande calcio dicci…



1. ROMA-VERONA del «GODI, FLORENZI…»

Dopo quasi un anno, è tornato Florenzi. In modo impetuoso, convincente, corroborante. È la notizia più bella della settimana (più ancora del 3-0 - peraltro quasi scontato - con cui la Roma ha liquidato i gialloblù).
Per dare il giusto tributo d’onore a questo rientro eccellente, vi propongo un triplice omaggio.

Omaggio I
Ecco due quartine di settenari che si concludono (entrambe) con un anagramma di “Alessandro Florenzi”. Gli anagrammi - evidenziati in grassetto nel testo - sono già noti, e non è inedita nemmeno la seconda quartina: ma l’iterazione è figura retorica che si addice alla solennità, e la solennità si addice all’omaggio…
N.B. Il primo anagramma si avvale di un arcaismo: il pronome “El” (apocope di “elli”, cioè “egli”), usato specie in poesia (cfr. - ad esempio - Dante, Inferno, XVI, vv. 121-122: «El disse a me: “Tosto verrà di sovra / ciò ch’io attendo e che il tuo pensier sogna…»).
Il secondo anagramma fa riferimento all’onore. Florenzi infatti ha sempre onorato la maglia, e - in generale - ha sempre onorato lo spirito sportivo (non a caso vinse il Pallone d’Argento nel maggio 2016, come “il giocatore più corretto della serie A”).


Con infinito ardore,
che mai si spenge o smorza,
e corsa e classe e cuore,
el nel donar si sforza.

«I’ corro e mai non cedo,
né temo sofferenza;
ché mi sospinge un “credo”:
il far d’onor l’essenza…»

Omaggio II
Il 16 settembre è una data magica per Florenzi: la data in cui quest’anno è tornato titolare dopo il lungo infortunio; la data in cui, due anni fa, segnava a Ter Stegen, portiere del Barcellona, un gol pazzesco da metà campo…
Il seguente distico, che comincia con la parafrasi di un celebre verso di Dante (cfr. Inferno, XXVI, 1), è un iperbolico omaggio a quel pallonetto da 50 metri:
Godi, Florenzi, poi che sei sì grande
che Ter Stegen si tolse le mutande...


Omaggio III
Florenzi ha segnato altri gol, sempre nella fatidica data del 16 settembre: nel 2012 contro il Bologna (rete peraltro inutile, Roma-Bologna finì 2-3); e nel 2013 contro il Parma, in trasferta (la Roma vinse 3-1). Ecco dunque un anagramma in merito:
La giornata del sedici settembre? = Begli attimi! C’è rete d’Alessandro!
Sabato scorso il nostro “Flo” non ha segnato; ma ha fornito a Dzeko un assist millimetrico per il gol del raddoppio. Dunque il suo “zampino” c’è sempre, nel tabellino… Basta spostare il complemento di specificazione, e l’anagramma precedente mantiene la sua validità anche per il 16 settembre 2017:
La giornata del sedici settembre? = d’Alessandro begli attimi: c’è rete!

*

2. ANCORA SULL’EROE DI ROMA-ATLETICO

«Kyrie Èleison» è invocazione liturgica greca.
Oggi è tradotta con la locuzione «Signore, pietà»; ma la traduzione è imprecisa (sarebbe meglio questa: «Dio, sii benevolente»).
La formula greca è ancora in uso, specie nelle messi solenni cantate.

Ciò premesso, ecco un distico a celebrare l’indiscusso protagonista di Roma-Atletico:

Di “fede giallorossa” ecco un esempio:
cantare “Kyrie Alisson” nel tempio…

*

3. SPALLETTI: «L’anno scorso ero già all’Inter»


«Ero l’allenatore dell’Inter anche l’anno scorso», ha detto Luciano Spalletti durante una recente conferenza stampa.
Nessuna meraviglia, per il sottoscritto: Luciano si è sempre distinto per il grande “spirito di adattamento” (William Shakespeare direbbe di lui: «È come la sedia del barbiere, utilizzabile da tutte le natiche»).

Ricordo ancora l’estate del 2008: Spalletti era allenatore della Roma, ma incontrò segretamente i dirigenti del Chelsea (e la cosa non piacque ai Sensi; né a me).
Ma anche l’anno scorso, a ben vedere, è successo qualcosa di analogo: il Pelato, benché sulla panchina giallorossa, si dichiarò pronto ad allenare la Juventus («Io sono un professionista», disse. «Juventus? Perché no…»).

Lungimirante, colui che oggi guarda al domani…
Perché dunque scandalizzarsi, se Spalletti - dalla panchina della Roma - già guardava all’Inter?

Per dirla in metrica:

«Alleno un team, ma d’esso non mi curo;
e guardo già a la successiva squadra:
io son professionista duro e puro,
e allenerei persin la Juve ladra.
Si vive “in proiezione”, lo sapete,
per “proiettarsi” su più ricche mete.
E dunque mai nessuno si lamenti
s’io cerco i “giusti (sic) comportamenti”».

Chi invece pensasse male del Nostro, potrebbe trovare conforto in un doppio responso onomantico.
Nel primo, già pubblicato nella vecchia rubrica “Calcio e Onomanzia”, si attesta mediante anagramma come Luciano sia più che disposto ad offendere i romanisti:
Luciano Spalletti = il pelato c’insulta

Nel secondo responso (inedito), l’anagramma s’avvale di una “i” prostetica (od eufonica), come nell’espressione “prendere in isposa”.
Luciano Spalletti = culetto in ispalla

(Tra le tante possibili interpretazioni, l’anagramma sembra evocare una “faccia da c…”. O no?)

Franco Costantini


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